L’IoT sta modificando il nostro modo di vivere e lavorare. Nelle aziende agricole, per esempio, i sensori IoT wireless sono in grado di trasmettere informazioni sull’umidità del suolo e sui nutrienti; per quanto riguarda il tema Smart Home, i sistemi di allarme IoT possono offrire ai proprietari di case una protezione a lungo termine; dispositivi fitness wearable (per le persone e animali domestici), ancora, permettono di monitorare i livelli di attività e fornire feedback sulla frequenza cardiaca e sulla respirazione.
Le aziende che puntano sull’Internet of Things hanno la possibilità di scegliere tra opzioni di connettività con caratteristiche diverse tra larghezza di banda, autonomia, costi, affidabilità e gestione della rete. McKinsey ha voluto indagare l’uso di strumenti e applicazioni Internet of Things in diversi settori, tra cui quello Automobilistico, Manifatturiero, Edile e Consumer, concentrando l’attenzione anche sui fattori i business che possono influenzare il modo in cui il panorama della connettività si evolve.
Quattro tipologie di connettività per l’IoT
Il servizio di McKinsey segnala quattro categorie di opzioni di connettività per le aziende:
- “unlicensed” – il pubblico può accedervi da qualsiasi dispositivo IoT che utilizza questa tecnologia; sono economiche ma vulnerabili; offrono una connettività a lunga distanza
- “low power”; “wide area”-LPWA – caratterizzate da una bassa potenza e un’ampia area di portata del segnale, una vasta gamma e una lunga durata della batteria e un costo basso
- “cellular” – 4G LTE offre una larghezza di banda elevata fino a 100 megabyte al secondo e una vasta gamma di oltre dieci chilometri. Affidabile, ma costi elevati. Le aziende possono implementarla su reti pubbliche o private
- “extraterrestrial” – tecnologie satellitari e altre microonde
Un Internet of Things con modello Device as a Service
È in crescita la popolarità di LPWA, ma le opzioni cellulari sembrano poter avere sbocchi di utilizzo in più settori. Le soluzioni satellitari e di comunicazione extraterrestre, invece, pare che continueranno a svolgere un ruolo di nicchia, fornendo connettività solo in situazioni in cui le tecnologie cellulari o di fibra non sono fattibili. Altrettanto importanti, secondo McKinsey, i fattori di business. Lo schema cui sono attualmente indirizzati i produttori è il modello DaaS (device-as-a-service), che prevede la vendita ai clienti di una formula di abbonamento ai propri prodotti. Alcune tecnologie, inoltre, prevedono dei costi associati per l’abilitazione; alcune soluzioni di connettività IoT sono più facili da implementare perché hanno un forte ecosistema che ne supporta l’utilizzo (ed esempio LoRa).
Alcune soluzioni, ancora, non vengono testate su larga scala. Le aziende devono essere aperte al cambiamento: devono poter adattare i propri programmi ai nuovi standard di connettività. Nello specifico ambito dell’IoT, le imprese devono concentrarsi sui diversi casi d’uso. Deve essere assicurata l’opportunità di connessione da qualsiasi dispositivo (questo non vuol dire, però, che i MVNO emergeranno necessariamente come leader nella connettività IoT). Il tema è complesso: dispositivi e app richiedono la collaborazione di più fornitori; può esserci bisogno, inoltre, di sviluppare soluzioni differenti, contemporaneamente.
Leggi il servizio McKinsey nella versione integrale