L’Industrial IoT spinge la Smart Manufacturing che arriva a 1,2 miliardi di euro

Dalla ricerca dell’Osservatorio Smart Manufacturing della School of Management del Politecnico di Milano esce un mercato vitale trascinato in particolare dallo sviluppo dell’Industrial IoT e dall’Industrial Analytics presso le aziende di maggiori dimensioni

Pubblicato il 27 Giu 2016

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Alessandro Perego, Politecnico di Milano
Alessandro Perego, Politecnico di Milano

Sono soprattutto le grandi aziende a trascinare il fenomeno Industry 4.0 che arriva a un giro d’affari di un miliardo e 200 milioni di euro e che si appresta a correre nel 2016 a un ritmo del 20%. dalla ricerca dell’Osservatorio Smart Manufactuirng della School of Management del Politecnico di Milano arriva il profilo dell’Industry 4.0 Made in Italy, un profilo dove prevalgono le luci e dove le difficoltà sono ancora una volta legate alle tipiche difficoltà delle infrastrutture e della cultura digitale del nostro paese.

L’Industrial Internet of Things e l’Industrial Analytics rappresentano i principali motori di questo fenomeno che si appresta a cambiare le logiche dell’industria manifatturiera italiana dove le oltre 600 applicazioni censite in Italia dalla ricerca segnano una crescita del 30% rispetto allo scorso anno.

Il giro d’affari come detto è ampiamente superiore al miliardo di euro e nel 2015 ha rappresentato il 10% del totale degli investimenti complessivi nel mondo dell’industria con un terzo o quasi delle imprese che  ha avviato progetti basati su soluzioni che comprendono Industrial Internet of Things, Industrial Analytics, Additive Manufacturing, Cloud Manufacturing o Advanced Automation. Dalla ricerca dell’Osservatorio Smart Manufacturing della School of Management del Politecnico di Milano emergono una serie di conferme per un mercato stimato che secondo Giovanni Miragliotta, direttore dell’Osservatorio Smart Manufacturing  sente i benefici effetti dell’Industrial Internet of Things che arrivano a generale il 66% del valore anche se per il momento fanno riferimento a progetti generalmente ancora in fase pilota. L’Osservatorio getta lo sguardo in avanti e prevede un tasso di crescita del 20% per l’anno in corso, una performance sicuramente importante, ma che da sola non permette a questo mercato di recuperare il ritardo rispetto alle economie che per prime hanno lanciato al sfida verso l’Industry 4.0 o lo Smart Manufacturing come ad esempio la Germania e gli Stati Uniti.

Miragliotta evidenzia poi che il miliardo e 200 milioni di giro d’affari che attiene allo Smart Manufacturing va scomposto in tre grandi voci: l’Industrial IoT, ovvero al componente più rilevante che con 790 milioni di euro di giro d’affari rappresenta il 66% di questo mercato e che fa leva sulla forze propulsiva dell’Internet of Things e della sensoristica intelligente alla conquista di spazi nel mondo della produzione; segue poi l’Industrial Analytics che con 270 milioni di giro d’affari vale il 23% del mercato ed alla base dei processi che trasformano i dati in informazioni e in vera intelligenza e infine il Cloud Manufacturing che attiene a una componente importante ma ancora con una quota minoritaria dei progetti di Industry 4.0 che appuntano si appoggiano al cloud. Una fetta questa che vale 120 milioni di euro e che rappresenta il 10% della torta complessiva. Sempre Miragliotta aiuta a leggere la composizione di questo business in termini di componenti con l’hardware che pesa il 28% con tanta sensoristica e naturalmente soluzioni It, con il software che vale il 22%, con i servizi valore aggiunto che sono al 20% e con la System Integration che è invece al 30%.

Alessandro Perego, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Manufacturing ritiene che sia necessario accelerare la crescita favorendo l’uscita dalla fase sperimentale che ancora segna buona parte dei progetti per migrare verso l’applicazione di Smart Manuacturing in modo più diffuso e per estendere questa prospettiva anche verso settori oggi meno sensibili rispetto al manifatturiero come il food, come l’arredamento, come il fashion cercando di aumentare il coinvolgimento delle imprese di medie e medio piccole dimensioni.

Ma dalla ricerca dell’Osservatorio Smart Manufacturing della School of Management del Politecnico di Milano emerge anche un grande tema di cultura digitale e di competenze necessarie per accompagnare questa trasformazione e per aprire realmente le porte alla IV Rivoluzione industriale.

Lo sottolinea Andrea Sianesi, responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Manufacturing mettendo in evidenza che la trasformazione digitale nelle imprese e il viaggio verso l’Industry 4.0 non può essere intrapreso senza adeguate competenze e purtroppo la ricerca dell’Osservatorio Smart Manufacturing individua lacune molto importanti a livello di competenze digitali del nostro tessuto produttivo. Per accelerare l’introduzione di soluzioni di Industry 4.0 realmente efficaci e per evitare il rischio di un digital divide a livello di imprese è necessario favorire la diffusione di competenze specialistiche presso tutto il mondo delle imprese per evitare il rischio che soprattutto le piccole e medie possano rimanere escluse da questo fenomeno.

Certamente la prospettiva dell’efficienza, della riduzione dei costi e della velocità nel passare dalla ideazione al prodotti finito rappresentano una leva motivazionale importante. In effetti le imprese che hanno adottato soluzioni di Smart Manufacturing hanno addotto come motivazione principale la riduzione dei costi e il miglioramento dei servizi erogati, ma nello stesso tempo hanno lamentato la mancanza di infrastrutture e l’obsolescenza complessiva degli impianti esistenti come i principali limiti allo sviluppo di questi progetti. Per queste ragioni arrivano richieste di incentivi per l’ammodernamento delle reti o per nuovi sistemi informativi, ma anche per nuovi macchinari e per sviluppare corsi e attività di formazione del personale.

Chi ha adottato soluzioni di Smart Manufacturing ha prima di tutto scelto di percorrere la strada legata a soluzioni standard come CAD, PDM e sistemi di controllo produzione, mentre una quota del 30% si appoggia a Product Lifecycle Management, Manufacturing Execution System e Computerized Maintenance Management System.

Marco Taisch, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Manufacturing auspica la definizione e l’avvio di un vero e proprio programma di digital transformation per tutta l’industria italiana. Altri paesi come la Germania e gli Stati Uniti come è ben noto hanno indirizzato questo programma e lo stanno accompagnando con una serie di azioni che sono alla base della IV Rivoluzione industriale. E hanno anche voluto enfatizzare questo processo con forti attività di comunicazione, come ad esempio la presenza della stessa Cancelliera Merkel all’ultimo Cebit negli stand delle imprese che propongono casi di Industry 4.0. Un impegno che che ha contribuito ad associare l’immagine dell’innovazione digitale in chiave Industry 4.0 a questi stessi paesi. certamente anche l’Italia ha bisogno di una visione programmatica che sappia favorire lo sviluppo dell’Industry 4.0 che possa incoraggiare la diffusione di soluzioni di Industrial IoT anche nel mondo delle piccole e medie imprese che rappresentano oggi l’anello debole per questa evoluzione e che sappia infine diffondere a livello internazionale i valori della manifattura italiana Made in Italy che possono essere certamente favoriti dall’Industry 4.0.

 

Tornando all’analisi del mercato e alla sua composizione si deve notare che il miliardo e 200 milioni di giro d’affari dello Smart Manufacturing italiano è composto all’81% da business indirizzato verso imprese italiane e da un 19% a livello di export. Le componenti di business vedono, come già evidenziato, Industrial Internet of Things, Industrial Analytics e Cloud Manufacturing cui vanno aggiunte attività legate a consulenza e formazione, aggiornamento e attività legate alle infrastrutture. La manifattura “meccanica” è poi il vero protagonista di questa fase dell’Industry 4.0 che vede la diffusione e la gestione di intelligenza nei macchinari, nell’industria automobilistica, nell’aeronautica e nella difesa.

Accanto ai segnali positivi di una industria della manifattura italiana che guarda con crescente interesse allo Smart Manufacturing si evidenzia che il 38% delle imprese è ancora lontano dai temi dell’Industry 4.0 che tradotto in altri termini significa grandi spazi di crescita ancora, soprattutto nell’ambito delle piccole e  medie imprese che sembrano purtroppo poco coinvolte dallo sviluppo di una strategia di Smart Manufacturing.

Sono il 38% le imprese industriali che dichiarano di non conoscere il tema Smart Manufacturing/Industry 4.0. Nell’ambito dell’industria automotive, nel food e nei macchinari la mancanza di conoscenza rispetto all’Industry 4.0 è limitata al 30%, in altri settori purtroppo la quota supera il 50%. La ricerca dell’Osservatorio su 307 imprese italiane in 9 settori rilevanti per il tessuto manifatturiero, cn il censimento di oltre 600 applicazioni rivela una forte dinamismo con una crescita nel numero dei progetti del 30% rispetto al 2015, con un grande consenso per le applicazioni di Industrial Analytics con lo sviluppo di  progetti di Cloud (20%) e Industrial IoT  (16%) nelle imprese; l’Advanced HMI nelle attività operative con il 15% del campione appare come una attività ancora “marginale” e spesso collegata  a progetti pilota.

Se si guarda poi allo allo scenario internazionale, l’ Industrial Internet of Things è un vero e proprio motore di sviluppo con una crescita del 46%, che trascina l’Industrial Analytics e il Cloud; l’ l’Advanced Automation a sua volta è una potente realtà con uno sviluppo anno su anno del 169% grazie alla spinta del fenomeno “collaborative robot”. Ed è infine da segnalare il trend dell’Additive Manufacturing, nell’aeronautica, nella difesa, nel medicalein modo particolare.

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