Data Transformation

L’Information Governance è centrale nei progetti di Industrial IoT

A colloquio con Benedetto Angelini, senior account manager e responsabile delle attività nei settori Automotive e Manufacturing. In un manifatturiero sempre più orientato alla Data Transformation, la governance dei dati assume un ruolo chiave. E la sfida si chiama integrazione

Pubblicato il 04 Nov 2021

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Si definisce una Information Company OpenText. Da trent’anni la società opera infatti sui mercati internazionali come specialista dell’Information Management, con un focus specifico su tutto quanto ha a che fare con i dati, con i documenti e con le informazioni, strutturate e non strutturate che circolano all’interno dei una azienda.
“Siamo una multinazionale canadese nata con le prime soluzioni di Content Management – racconta Benedetto Angelini, senior account manager e responsabile delle attività nei settori Automotive e Manufacturing -. Abbiamo sempre investito, e ancor di più lo abbiamo fatto negli ultimi anni, per completare la nostra offerta in modo da coprire tutti gli ambiti dell’informazione e per rispondere alle esigenze dei clienti nei settori più diversi”.
Il manifatturiero è senza dubbio uno dei settori ai quali OpenText guarda oggi con grande interesse, sia per la crescente quantità di dati circolanti, anche grazie alla sempre più diffusa adozione dell’Intenet of Things, sia e soprattutto per la trasformazione che il comparto ha attraversato.

La Data Transformation del manufatturiero

“Anche nel manifatturiero – sottolinea Angelini citando recenti studi di McKinsey e Gartner – è in atto un importante percorso di Data Transformation, accelerato anche dall’emergenza pandemica. Tecnologie come i Digital Twin o i sensori IoT, aprono la strada all’innovazione. Una innovazione, tuttavia, non esente da complessità: senza l’utilizzo di strumenti giusti, per le organizzazioni diventa complicato implementare e gestire il crescente numero e la gamma eterogenea di dispositivi e sensori IIoT, o addirittura creare gemelli digitali e digital thread, che sono elementi chiave di un’integrazione e di una trasformazione digitale efficace e sicura”.
Oggi, è la visione di OpenText, le imprese del manifatturiero devono da un lato riuscire a superare i limiti dei sistemi legacy che hanno in casa, garantendo quella continuità operativa messa in discussione dalla crisi pandemica.

Superare la rigidità dei sistemi installati

“Nelle imprese del manifatturiero spesso l’ostacolo principale è rappresentato dalla rigidità dei sistemi installati. Parliamo di macchine e impianti che fanno girare la produzione da 30 se non 40 anni. Tra raccogliere i dati e poterli utilizzare c’è di mezzo la capacità di integrare tutti i sistemi aziendali. Negli anni le aziende hanno investito nei sistemi informativi, nei CRM, negli ERP, focalizzandosi soprattutto sugli ambiti più amministrativi. Il core spesso rimane immutato e finisce per diventare un blocco, che non abilita quella flessibilità che l’azienda ha bisogno per reagire alle richieste del mercato”.
Questi nodi sono emersi in modo molto chiaro con l’emergenza pandemica, quando il remote working è diventato tema di attualità anche per le imprese del manifatturiero.
“Se fino a ieri si poteva tollerare di non aver fatto investimenti in una certa direzione, se la presenza sul campo degli operai era data per scontata, se le aziende erano fino a quel momento riuscite a sopravvivere anche senza sistemi non integrati o senza aver digitalizzato tutto il flusso documentale, con la pandemia si è vista la differenza”.
Non poter avere le persone sugli impianti, non poter accedere alla documentazione cartacea di un asset, non poter effettuare interventi sulle macchine ha un impatto e comporta un rischio di fermo.

Disporre delle informazioni giuste al momento giusto

“Avere le informazioni a disposizione su ogni dispositivo in modo integrato e aggiornato è diventata una esigenza. E le nostre soluzioni vanno in questa direzione. In particolare, per quanto riguarda l’ambito del remote working abbiamo realizzato una personalizzazione per il contesto del manifatturiero. Le nostre soluzioni – spiega ancora Angelini – prevedono uno strato centrale per la gestione dei contenuti, che offre una governance delle informazioni presenti in azienda e strati più leggeri per poter scambiare queste informazioni con gli operatori sul campo, sia interni sia esterni all’azienda, su qualunque dispositivo”:
La filosofia che guida lo sviluppo delle soluzioni di OpenText è che per poter gestire veramente le informazioni in azienda, bisogna rompere i silos costituiti dalle diverse applicazioni separate l’una dall’altra e avere un punto unico di controllo.
“Il controllo è necessario sia per ragioni di compliance sia per poter essere sicuri che le informazioni arrivino alle persone che ne hanno titolo e soprattutto alle persone che ne hanno bisogno per prendere decisioni giuste o per non commettere errori”.

OpenText e il ruolo del business workspace

Serve dunque un backbone tecnologico che rappresenti un po’ un facilitatore per far fluire le informazioni tra i vari sistemi verso gli utenti che le devono utilizzare.
“Con le nostre soluzioni, abbiamo voluto realizzare una sorta di digital desk, che abbiamo chiamato business workspace, realizzando di fatto una sorta di scrivania costruita attorno all’oggetto di business. È un concetto applicabile ad ogni processo: parliamo di una scrivania digitale in cui far confluire i set di dati rilevanti per quell’oggetto e per quel processo, una scrivania nella quale tutti i documenti sono disponibili in maniera integrata tra loro e a disposizione dell’utente”.
Una integrazione non così scontata, dal momento che non solo richiede di far dialogare sistemi diversi tra loro e con gli altri componenti, ma perché richiede un “pensiero” chiaro sui dati.
“Bisogna capire e selezionare i dati che servono e quelli non adatti allo scopo e bisogna collegarli con tutte le informazioni disponibili nei formati più svariati, a volte anche al di fuori del solo perimetro aziendale”. In questo percorso, OpenText lavora insieme ai propri clienti, partendo dalle loro esigenze di business e dai loro processi. “Di fatto costruiamo insieme ai nostri clienti un Digital Twin, una scrivania digitale in cui far confluire tutte le informazioni così che siano disponibili aggiornate nel momento esatto in cui servono per supportare i processi decisionali”.

Il Cloud come abilitatore

In tutto questo, il Cloud gioca un ruolo determinante.
“È qui che si gioca la grande differenza tra il Machine to Machine, così come il mondo industriale lo ha sempre conosciuto e l’Industrial IoT. È molto diverso far dialogare due macchine o una macchina con una periferica rispetto a collegarle a una infrastruttura in cloud, creando una integrazione con il resto delle applicazioni. Per non parlare delle capacità computazionali disponibili in cloud. Il cloud diventa un abilitatore che consente di far confluire tutti i dati verso un’unica architettura centralizzata, consentendone poi la condivisione sicura, anche in modo massivo”.
È un cambiamento importante perché si va a lavorare su quel core, su quei sistemi centrali che governano il Manufacturing e che le aziende non sempre hanno toccato.

Gestire il cambiamento

“Ci sono timori comprensibili. Non è che le aziende non hanno cambiato i loro sistemi e le loro infrastrutture per pigrizia o cattiva volontà. In certi scenari, l’impatto del cambiamento può essere molto forte, a maggior ragione quando parliamo di organizzazioni distribuite anche geograficamente, che a stento hanno lo spazio per seguire la manutenzione ordinaria. Noi cerchiamo di supportarle in questo passaggio”.
In un percorso di cambiamento così importante, la sicurezza non può non avere un ruolo centrale.
“È la nostra filosofia: realizzare una governance centralizzata delle informazioni. E dietro il concetto di governance c’è anche L’aspetto della sicurezza. Avere un punto unico centrale di governance delle informazioni, consente di evitare errori, di avere sotto controllo le ultime versioni e di gestire la sicurezza gli accessi, ovvero garantire che i dati e le informazioni siano disponibili soltanto a chi ne ha bisogno nel momento in cui in cui ne ha bisogno”.
Serve, dunque, un backbone centrale per poter avere sotto controllo tutto, sicurezza inclusa. Questo significa sapere chi accede a un determinato documento, quanti documenti ci sono di un determinato, quante e quali informazioni sensibili vengono gestite e con quali livelli di confidenzialità.

La Governance dei dati industriali

Il tema della governance centrale dei dati in ambito industriale è tutt’altro che banale e Benedetto Angelini lo sottolinea.
Applicare la nostra idea di scrivania digitale a un asset industriale vuol dire non solo garantire l’aggiornamento di tutti i dati relativi a quello specifico asset, ma anche averne ben chiara la relativa integrazione con tutti i sistemi coinvolti. Questo è l’aspetto più complicato in ambito industriale, anche perché ciascun asset può essere complesso ed essere a sua volta costituito da più componenti, magari realizzati da aziende diverse. Qui si apre la porta alle collaborazioni anche con l’ecosistema che gravita intorno a una impresa. La sintesi è che le integrazioni non si improvvisano. In OpenText investiamo da 15anni in software engineering e oggi siamo in grado di integrare sistemi ERP, CRM e di mercato senza dover scrivere codice, ma semplicemente configurando il sistema. Inoltre, e questo è un tema di assoluta attualità, stiamo integrando nelle nostre soluzioni capabilities di intelligenza artificiale, di fatto componenti aggiuntivi che consentono di automatizzare operazioni ripetitive, come l’autoclassificazione dei dati dei contenuti”.

OpenText e l’Information Governance

Il tema dell’Information Governance, è la sintesi di OpenText, è oggi centrale per tutte le imprese, a maggior ragione per quelle del manifatturiero, che hanno la necessità di gestire tutte le informazioni che arrivano dalle soluzioni IoT.
E qui non può che rendersi evidente il divario tra chi ci sta pensando da tempo, anche in ragione del fatto di operare in settori regolamentati, Pharma, utilities e banking in primis, e chi ha accumulato ritardo su questo fronte.
“Con il volume dei dati che cresce in modo esponenziale, con le disruption che arrivano dalla pandemia, con il remote working, con gli impatti sulla supply chain, il rischio è che i follower non riescano a recuperare le posizioni perse. Di fronte a questo tipo di impatti generalizzati, si rischia di uscire dal mercato: per questo è urgente adottare strategie di governance. Oggi le imprese devono guardare all’adozione di queste soluzioni sia per motivi di compliance, sia per guadagnare in efficienza operativa, sia per generare nuovo valore dai loro oggetti di business. In questo, noi li aiutiamo accompagnandoli nelle fasi di assessment per cogliere l’effettivo valore insito in determinate soluzioni”.

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