L’IoT corre veloce: la diffusione su larga scala attesa per il 2019

Un nuovo studio internazionale rivela che chi ha già adottato l’IoT registra benefici elevati in termini di innovazione ed efficienza di business. La sicurezza resta la preoccupazione principale: l’81% delle aziende italiane dichiara di aver subito violazioni alla sicurezza relative all’IoT

Pubblicato il 08 Mar 2017

smart object dati

Sarà il 2019 l’anno della definita consacrazione dell’IoT come fenomeno diffuso su larga scala. L’evidenza emerge da un nuovo studio internazionale, intitolato “The Internet of Things: Today and Tomorrow”, pubblicato da Aruba. La ricerca, condotta su un campione di 3.100 decision maker (IT e business) che operano in 20 Paesi, si propone di valutare la situazione attuale dell’IoT e il suo impatto, attuale e in prospettiva, sui diversi settori economici. Lo studio mostra che, sebbene praticamente tutti i business leader (98% nel mondo, 99% in Italia) dichiarino di comprendere cosa sia l’IoT, molti di essi siano incerti sull’esatta definizione e il relativo significato per la propria attività. L’IoT sarà presto diffuso su ampia scala poiché l’85% delle aziende a livello globale e il 92% in Italia intende implementarlo entro il 2019. I più appaiono spinti dall’esigenza di innovare e assicurare maggior efficienza al business. Per quanto l’analisi confermi i chiari vantaggi di business che derivano dagli investimenti IoT, il report avverte anche che la connessione di migliaia di dispositivi alle reti business esistenti ha già provocato violazioni di sicurezza nella maggior parte delle aziende.

Nell’esaminare i vantaggi di business legati alla rivoluzione IoT, l’esperto di tecnologie Kevin Ashton (al quale si deve la paternità del termine “Internet of Things”) ha scoperto che i benefici concreti generati dall’IoT hanno superato persino le aspettative originali. Questo risulta evidente in particolare all’interno di due aree essenziali: l’efficienza di business e la redditività.

Per esempio, solo il 16% dei business leader aveva previsto gli ampi ricavi dagli investimenti IoT eppure, a implementazione avvenuta, l’aumento dei ricavi è stato registrato dal 32% degli executive. In modo simile, solo il 29% degli executive si attendeva che le rispettive strategie IoT portassero a miglioramenti nell’efficienza di business, quando invece i risultati effettivi dimostrano come gli aumenti di efficienza siano stati sperimentati da ben il 46% degli intervistati.

«Con i vantaggi di business dell’IoT che superano le aspettative ha commentato Chris Kozup, Vice President Marketing di Aruba –, non sorprende che le aziende si stiano dirigendo verso un’adozione di massa entro il 2019. Ma mentre molti executive incerti sul modo di applicare l’IoT alla propria attività, chi ha successo nell’implementare l’IoT si trova nella posizione ideale per conquistare un vantaggio competitivo».

La ricerca rivela livelli variabili di maturità IoT a seconda dei comparti produttivi. Individua, in particolare, cinque settori verticali che primeggiano nell’adozione dell’IoT e che hanno ottenuto vantaggi di business tangibili attraverso un approccio focalizzato sui casi d’uso.

Smart workplace

Oltre sette aziende su dieci (il 72%) hanno introdotto dispositivi intelligenti nei luoghi di lavoro. I servizi location based per interni si classificano al secondo posto tra i casi di utilizzo più promettenti per aumentare la produttività del personale, dopo il monitoraggio remoto. Il 20% del campione dichiara come caso chiave la gestione remota del condizionamento e dell’illuminazione degli edifici, una percentuale che diventa oltre il doppio (arrivando al 53%) quando si tocca la domanda relativa alle implementazioni IoT future. Guardando ai risultati tangibili concretizzati oggi, il 78% afferma che l’introduzione dell’IoT nel luogo di lavoro ha migliorato l’efficacia del team IT e il 75% ha registrato un aumento della redditività.

Industrial IoT: monitoraggio e manutenzione

Più di sei intervistati su dieci (il 62%) hanno già implementato l’IoT nel comparto industriale. L’impiego dell’IoT per monitorare e mantenere funzioni industriali essenziali è stato identificato come il caso di utilizzo dal più forte impatto nel settore. L’adozione di telecamere di sorveglianza IP per la sicurezza fisica delle realtà industriali sta ancora muovendo i primi passi ed è stata implementata solo dal 6% degli intervistati. Tuttavia, alla domanda relativa alle implementazioni future, il tema della sorveglianza cresce di cinque volte arrivando al 32%. All’interno del settore, l’83% del campione riporta un aumento dell’efficienza di business e un altro 80% ha ottenuto una visibilità superiore attraverso la propria organizzazione.

 

Smart health: monitoraggio remoto dei pazienti

Al terzo posto in termini di avanzamento della propria implementazione dell’IoT, il 60% degli operatori della sanità di tutto il mondo ha introdotto dispositivi IoT nelle proprie strutture. In questo comparto, il 42% degli executive considera il monitoraggio e la manutenzione come primo utilizzo dell’IoT — più di qualsiasi altro settore. Questo sottolinea l’importanza del monitoraggio dei pazienti reso possibile dall’IoT nella sanità di ultima generazione. Otto organizzazioni su dieci riportano un incremento dell’innovazione e un altro 73% registra risparmi sui costi.

 

Smart retail: il fatturato sale con la tecnologia location based

Solo il 49% dei retailer si avvale di tecnologia IoT, ma l’81% di essi registra un miglioramento della customer experience, fattore che porta facilmente un impatto significativo sulla fidelizzazione del cliente e, di conseguenza, sul fatturato. I servizi location based all’interno del punto vendita che forniscono ai clienti offerte personalizzate e informazioni sui prodotti sono state considerate l’implementazione numero uno dell’IoT a fianco di monitoraggio e manutenzione. Quattro retailer su dieci hanno inserito la sorveglianza fra le prime tre casistiche di utilizzo.

La PA (in ritardo) apprezza i benefici

Si tratta in realtà del settore più lento nell’adozione dell’IoT. Solo il 42% dei comuni ha implementato dispositivi e sensori IoT. Un terzo (35%) dei decision maker IT sostiene che i rispettivi executive capiscono poco o nulla dell’IT, il doppio della media globale, a suggerire che la mancanza di sensibilizzazione e informazione sia l’ostacolo maggiore per la diffusione di massa in questo settore. Sebbene quasi la metà (49%) dei dipartimenti IT della pubblica amministrazione stia lottando contro le “costrizioni” della tecnologia legacy, sette enti pubblici su dieci fra quelli che hanno adottato l’IoT registrano come principali vantaggi risparmi sui costi e una superiore visibilità organizzativa.

Come generare valore dai dati e gestirli in sicurezza

Lo studio ha messo in luce, però, anche una serie di ostacoli che i responsabili IT ritengono impediscano all’IoT di generare un impatto positivo sul business. In particolare, sono stati evidenziati come problemi principali i costi di implementazione (per il 50% globalmente e il 39% nel nostro Paese), la manutenzione (rispettivamente 44% e 40%) e l’integrazione delle tecnologie legacy (per il 43% a livello mondiale e il 21% in Italia). Soprattutto, però, in molti deployment IoT sono state rilevate falle di sicurezza. Lo studio ha scoperto che l’84% delle aziende mondiali e l’81% di quelle nostrane ha sperimentato una violazione di sicurezza relativa all’IoT. Oltre metà degli intervistati ha dichiarato che gli attacchi esterni sono un ostacolo chiave per l’adozione di una strategia IoT. Ciò conferma come una strategia olistica per la sicurezza IoT basata su solidi controlli sugli accessi alla rete e una robusta gestione delle policy possa non solo proteggere le aziende ma anche semplificare l’approccio alla sicurezza per l’IT.

Mentre quasi tutte le aziende (98% nel mondo e 97% in Italia) che hanno adottato l’IoT sostengono di essere in grado di analizzare i dati, quasi tutti gli intervistati (97% a livello globale e italiano) sono convinti che vi siano delle difficoltà per riuscire a creare valore da questi record. Ben oltre un terzo (39% globalmente e 44% in Italia) delle aziende non estrae né analizza dati all’interno delle proprie reti corporate perdendosi gli insight che potrebbero migliorare le decisioni di business.

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