L’Industry 4.0 è una prospettiva reale per tante imprese che stanno concretamente passando dalla fase della valutazione e dell’analisi della digitalizzazione della propria impresa a quella della valutazione dell’impatto vero e proprio in termini di costi diretti e indiretti e di impegni legati alla riorganizzazione del lavoro sia verso l’intero sia verso le imprese partner.
E si tratta di un passaggio che non riguarda solo l’acquisto di nuovi macchinari, di sensoristica IoT , ma anche di soluzioni di Big Data e Analytics per dare intelligenza alle linee produttive di analisi per permettere la integrazione con la filiera produttiva e con i partner e più in generale di un ripensamento complessivo di tutta la produzione della struttura stessa degli stabilimenti nella direzione di forme di bulding automation.
Agendadigitale.eu ha posto la domanda a una serie di operatori per capire quali strategie stanno prendendo forma, con quali obiettivi e con quali costi. L’inchiesta parte dalla constatazione che la realtà delle imprese italiane che hanno adottato progetti di automazione sono piuttosto datate e hanno soluioni che molto spesso stanno compiendo il ventesimo anno di età. Dunque il passaggio all’Industry 4.0 è un upgrade “pesante” che non si può fermare alla sola introduzione di soluzioni di robotica.
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Le opinioni raccolte spaziano da Riva1920 a Tecnofar, da Amazon a Neronote a Garda Informatica. Il quadro che esce è quello di una Industry 4.0 e di una smart manufacturing che è vissuta come indispensabile, ma che ha bisogno di un disegno strategico e di una visione dell’impresa per i prossimi anni nel quale collocare lo sviluppo dell’organizzazone, della formazione, dello stesso go-to-market
Dall’inchiesta di Agendadigitale.eu si evidenzia l’opinione di rappresentanti di imprese che stanno portando nei loro stabilimenti l’Industry 4.0 come Maurizio Riva, presidente di Riva1920: «digitalizzare e avere macchine a tecnologia avanzata è un percorso senza il quale non si va da nessuna parte»; come Piero dell’Oca, numero uno di Tecnofar: «o ci si attrezza con le nuove tecnologie, o si perde competitività»; come Amazon, che in Italia ha lo stabilimento di logistica più avanzato d’Europa; ma anche come la startup Neronote che opera nel settore fashion e come la softwarehouse Garda Informatica, che si è specializzata nell’offerta di soluzioni di digitalizzazione avanzata per realtà produttive più piccole e per settori diversi dal manifatturiero come commercio e servizi.
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