142 grandi imprese e 285 PMI, per un totale di 427 aziende, il 41 per cento delle quali attive nel settore manifatturiero e il 23 per cento nel mondo dei servizi. È questo il panel di riferimento sul quale è stata condotta l’analisi dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, giunto quest’anno alla sua nona edizione.
Un osservatorio che rispetto alle prime edizioni non ha più solo l’obiettivi di “misurare” un mercato, ma soprattutto di valutarne gli impatti più profondi, sia come abilitatore della trasformazione digitale sia della trasformazione organizzativa delle imprese e delle organizzazioni.
Ed è interessante notare come, per lo meno nelle grandi organizzazioni, il tema della Cloud Transformation sia entrato a far parte del DNA aziendale, non solo come abilitatore nell’introduzione di tecnologie innovative, ma anche opportunità per incrementare l’agilità in azienda e rispondere alle esigenze di business.
Dal Cloud all’Hybrid Cloud e al Multi Cloud
È chiaro comunque che in questi anni ha cambiato connotazione ed è evoluto insieme con le aziende che lo hanno adottato.
Per questo, l’analisi dell’Osservatorio mette in evidenza come per l’83 per cento delle imprese analizzate (in questo caso il focus è sulle realtà di più grandi dimensioni e meglio strutturate) si stia muovendo verso l’Hybrid Cloud e verso il Multi Cloud, vale a dire verso un ecosistema IT che non si limita a una ibridazione tra cloud e on premise, ma che adotta ormai cloud pubblici di provider diversi, con impatti importanti sui temi della portabilità, dell’interoperabilità e degli standard.
Molto interesse – e non potrebbe essere diversamente – raccoglie anche il tema dell’Intelligent Cloud: il cloud viene considerata la piattaforma elettiva per l’erogazione degli algoritmi di Machine Learning e di Intelligenza Artificiale.
C’è comunque un dato incontrovertibile.
Come sottolinea Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, “il cloud ha ormai raggiunto l’età della ragione. Il Public Cloud sta conoscendo tassi di adozione pervasiva, tanto che l’82 per cento delle aziende di dimensioni medio grandi utilizza almeno un servizio in Public Cloud”.
Non solo.
Il 44 per cento delle imprese di medio grandi dimensioni utilizza il cloud in modo esteso sui servizi di supporto e addirittura il 23 per cento lo utilizza sempre in modalità estesa sui propri processi core.
In ogni caso, e anche questo è importante per comprendere la maturità del tema, non esiste un approccio fideistico: nello sviluppo strategico di nuovi progetti, a fronte di un 25 per cento di aziende che scelgono un approccio “cloud first”, il 56 per cento dei rispondenti adotta un approccio selettivo, scegliendo tra cloud e on premise in base al caso d’uso.
Quanto vale il cloud in Italia?
Ma è il momento dei numeri.
Rispetto allo scorso anno il mercato cloud in Italia vale 2,336 miliardi di euro, con una crescita del 19 per cento rispetto agli 1,969 miliardi dello scorso anno.
AL di là del superamento della soglia psicologica dei 2 miliardi di euro e della crescita a due cifre, ci sono alcune evidenze che vale la pena sottolineare.
La prima è – a conferma di quanto esposto in precedenza – la crescita della componente Public e Hybrid Cloud, che capitalizza un +28 per cento a 1,24 miliardi di euro e dunque rappresenta l’area a maggiore crescita.
Più modesta (+14 per cento) è la crescita del segmento Virtual & Hosted Private Cloud, che vale 593 milioni di euro, mentre la componente Datacenter Automation e Convergenza, con 500 milioni di giro d’affari complessivo, è quella che registra il più modesto tasso di crescita, con un +4% anno su anno.
Al manufacturing un quarto della spesa
Interessante anche l’analisi per settore merceologico.
Il Mondo Manifatturiero, anche grazie alla spinta legata ai progetti Industria 4.0, capitalizza il 25 per cento della spesa, seguito dal settore bancario (20%), dalle Telco e Media (15%).
Se per il Manifatturiero Industry 4.0 è la leva per gli investimenri, nel mondo banking la leva è legata al grande tema del risk management, mentre il settore Teclo & Media stanno investendo nelle architetture serverless e nell’Intelligenza Artificiale. Vale inoltre la pena sottolineare come l’8% di spesa della settore Sanitario, come mostra lo schema in calce, sia foriero di ulteriore crescita, poiché legato al Piano Triennale per la Pubblica Amministrazione.
Lo spostamento verso gli ambienti Multi Cloud
È Stefano Mainetti, responsabile scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation, che porta la riflessione sull’evoluzione del sistema informativo aziendale .
“Parliamo di un percorso di cambiamento fluido, che pone continuamento nuove sfide alle Direzioni It”, sottolinea Mainetti, evidenziando come quell’82 per cento di aziende che stanno investendo nel cloud, indirizzi la propria spesa nel 59 per cento dei casi verso il SaaS, nel 44 per cento verso lo IaaS e nel 32 per cento verso il PaaS.
E se è vero che nel 72 per cento delle imprese sono presenti forme di integrazione infrastrutturale o applicativa tra sistemi interni e risorse public cloud e che già nel 25 per cento dei casi si parla di integrazione infrastrutturale e applicativa tra risorse di public cloud di provider differenti, allora diventa importante definire un modello per l’orchestrazione di ambienti Hybrid e Multi Cloud.
Oggi la sfida di trasformazione è rappresentata dalla capacità di connessione di servizi di diversi cloud provider. Per questo “ci siamo posti l’obiettivo di definire, insieme ai partner che partecipano all’Osservatorio, un modello, un punto di riferimento per la nuova fase della cloud transformation”.
Quali competenze per il nuovo cloud
Spetta a Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Cloud Transformation, toccare un punto cruciale nei percorsi di trasformazione.
Il cloud non ha semplicemente un impatto tecnologico, ma ha un riflesso importante sull’organizzazione aziendale.
Per questo, la prima domanda alla quale Corso ha cercato di dare una risposta è stata: “Cosa deve saper fare chi si occupa di cloud”.
Dalla governance alla gestione operativa, dalla gestione progettuale fino ai soft skill, sono tante le attività richieste nell’ambito della trasformazione cloud.
In molti casi sono attività nuove, per le quali servono professionalità nuove.
Per questo dall’Osservatorio emerge una mappatura puntuale, che mette in evidenza anche le figure professionali che servono alle imprese.
“Si tratta di professionalità nuove, scarsamente presenti nelle aziende, con percentuali di diffusione anche inferiori al 10%”, sottolinea Corso, evidenziando come la mancanza di competenze e risorse qualificate sia un problema presente nel 38% delle grandi organizzazioni e in ben il 47 per cento delle piccole e medie imprese.