La diffusione di progetti e soluzioni IoT si sta dimostrando un motore straordinario per lo sviluppo delle Smart City in Italia. Se si vuove leggere il futuro delle nostre città si deve guardare in larga misura a quegli investimenti e a quei progetti che hanno il proprio cuore nell’Internet delle Cose. Che si tratti di sensori, di apparati per le utility, di videocamere per la sicurezza, di rilevatori per l’aria o per il rumore o di tag per leggere il traffico delle auto o delle persone, comunque sia la diffusione di oggetti intelligenti sta creando un nuovo e potente flusso di dati che e per le Pubbliche Amministrazioni è giunto il momento di accettare la sfida di lavorare sui dati, di trasformarli in informazioni, in decisioni e in progetti che permettono di passare all’azione.
Sono tante le città che hanno intrapreso questo percorso, che hanno ben compreso il valore dell’Internet of Things e che stanno realizzando progetti in grado di migliorare i servizi ai cittadini e di dare vita a vere e proprie Smart City.
La fotografia di questa realtà ci arriva dalla ricerca ICityRate 2016, l’indagine realizzata da FPA presentata a Bologna in occasione dell’apertura di ICityLab 2016 l’evento realizzato da FPA sulle città intelligenti che prosegue l’esperienza di Smart City Exhibition.
Lo studio ICityRate classifica le città italiane con l’analisi di 106 Comuni capoluogo sulla base di 105 indicatori statistici (in crescita dagli 84 dello scorso anno), con sette dimensioni tematiche: Economy, Living, Environment, People, Mobility, Governance e Legality.
Dalla classifica delle Smart City italiane emerge che Milano è sempre più internazionale anche dal punto di vista della digitalizzazione, Bologna tiene la seconda posizione e si dimostra una eccellenza nella smart governance. Infine, sul podio, troviamo Venezia, una new entry che supera Firenze, adesso in quarta posizione.
Milano sta lavorando intensamente su progetti per la PA 4.0 e guadagna, addirittura, terreno sulle altre città grazie all’eccellenza registrata nelle dimensioni Economy, People e Living. Nella dimensione Economy il capoluogo lombardo si distanzia dalle altre città in maniera decisa: è il luogo con il più alto valore aggiunto pro capite, la maggiore intensità brevettuale, la principale sede di imprese di grandi dimensioni, e ha visto nascere negli ultimi anni il maggior numero di Fablab e operatori nell’ambito del 3D printing . Gli artigiani digitali scelgono Milano, e soprattutto la città sceglie di investire su un modello nuovo di innovazione urbana che sposta l’asse della strategia di sviluppo verso forme nuove di economia collaborativa e social innovation. Un modello che fa di Milano un ambiente ideale per lo sviluppo di progettualità anche nell’ambito dell’Industry 4.0 che può sfruttare le opportunità che possono arrivare grazie al Piano del Governo espressamente dedicato all’Industria 4.0.
Bologna si distingue a sua volta nell’ambito della Governance e conferma il secondo posto nella classifica generale, grazie soprattutto all’eccellenza nella Governance fatta di partecipazione, open data, nuovi strumenti di programmazione, stabilità economica e capacità gestionale. Bologna ottiene ottimi risultati anche a livello di prestazioni nella dimensione Living: nell’ambito delle opportunità di lavoro offerte nel territorio provinciale, nei servizi di cura dell’infanzia.
Al terzo posto di ICityRate troviamo la new entry Venezia, che si distingue per l’ottimo posizionamento nella Mobilità e per un miglioramento significativo nelle dimensioni del capitale umano (People), della Governance e della struttura economica (Economy). Un terzo posto sul quale senza dubbio influisce l’unicità del suo dualismo, con le due anime complementari di Venezia e Mestre che si compensano reciprocamente nelle varie dimensioni oggetto dell’indagine e dove lo sviluppo digitale di Mestre guarda allo sviluppo digitale del Nord Est anche nella prospettiva di progetti che permettono di guardare sia allo scenario PA 4.0 sia all’Industria 4.0 ovvero con un doppio binario tra imprese e istituzioni.
Gianni Dominici, Direttore di FPA e curatore della ricerca sottlinea che quest’anno più che in passato ICityRate ha misurato la capacità delle città di farsi piattaforma abilitante, di guardare a traguardi lunghi facendo scelte e investimenti che puntano sui nuovi driver di sviluppo. E’ cambiato Il paradigma della Smart City con la crescita dell’innovazione digitale verso nuove forme di innovazione sociale, di co-design, di gestione dei beni comuni.
Leggi il servizio completo realizzato da Internet4Things su IoT e Smart City: da ICityRate 2016 esce un’Italia a due velocità
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