Studi e ricerche

Mobile nelle PMI: luci e ombre. Business User entusiasti dei tablet

Nelle piccole e medie aziende italiane buon interesse per i Device e il BYOD, meno per le App. Gran parte degli utenti finali ha già adottato i tablet, che si affiancano ai notebook senza sostituirli. Tutti i responsi di due indagini dell’Osservatorio Mobile Device e Business App del Politecnico di Milano

Pubblicato il 26 Giu 2013

mobile-users-business-130626122049

Gran parte delle piccole e medie imprese italiane è ancora piuttosto lontana dal cogliere le opportunità d’innovazione legate alle piattaforme Mobile, sia in termini di dispositivi che di App. Questo il responso dell’Osservatorio Mobile Device & Business App appena presentato dalla School of Management del Politecnico di Milano, nato da un’indagine su 321 PMI italiane tra 10 e 250 dipendenti condotta in collaborazione con Doxa. Un responso quindi ben diverso dall’altra indagine dello stesso Osservatorio sulle grandi imprese italiane, di cui abbiamo parlato la scorsa settimana.

Il 97% ha un budget IT sotto i 60mila euro annui

Dall’analisi emerge un contesto generale in cui l’innovazione digitale non rappresenta ancora un elemento cardine della strategia delle PMI. Quasi il 64% non ha una Direzione IT interna: molte si affidano completamente a Software House esterne. Inoltre il budget ICT per il 2013 è inferiore a 60.000 euro nella quasi totalità delle PMI (97%) – nell’86% è inferiore a 15.000 € – e, rispetto al 2012, si è ridotto nell’87% dei casi.

In questo contesto, anche la Mobility in particolare non risulta una priorità, sia per l’ulteriore riduzione dei budget IT legata alla crisi economica, sia per la limitata capacità di cogliere le opportunità della Mobility per il proprio business. Nel 2013 solo per il 30% delle PMI la Mobility ha una priorità alta (6%) o medio-alta (24%). Per il 2014 queste percentuali salgono leggermente, rispettivamente al 7% e al 30%.

Un elemento positivo è il buon interesse che emerge per i dispositivi mobili, soprattutto per supportare il personale di vendita. I tablet di piccole dimensioni (7”) sono già stati introdotti da quasi una PMI su 3 (e un altro 21% sta per adottarli), quelli grandi (9”/10”) da quasi una PMI su 4 (e in via d’adozione in un altro 15%), e anche gli ultrabook sono già presenti in una PMI su 4, e un altro 10% li vuole utilizzare in futuro. Molto meno diffuse le altre tipologie di dispositivi (smartphone grandi, tablet ‘rugged’, notebook convertibili) perché la contrazione dei budget IT impone alle PMI italiane di selezionare i dispositivi.

Tablet al personale di vendita più che agli executive

Tra le PMI che hanno adottato i tablet, il 63% li ha affidati al personale di Vendita, il 30% a Executive & C-Level, e il 25% ai Manutentori. Quanto ai Sistemi Operativi dei tablet, mentre molte delle grandi imprese hanno scelto di limitarsi a uno o al massimo due OS, solo il 33% delle PMI ha deciso una precisa strategia, scegliendone uno solo.

Il BYOD (Bring Your Own Device) invece è stato accolto dalle PMI più favorevolmente che nelle grandi aziende, probabilmente perché omogeneo con i modelli organizzativi e di business molto flessibili di queste realtà: oltre la metà delle PMI italiane (56%) permette ai dipendenti l’uso dei propri dispositivi personali per scopi lavorativi, e un altro 4% lo permetterà nel prossimo futuro.

Nella maggior parte delle PMI inoltre (circa il 70%) sono presenti policy che regolano l’uso dei dispositivi personali in ambito aziendale, spesso ispirate alla semplice ‘tolleranza’ (49% dei casi), anche se alcune realtà si spingono a incentivarne l’uso (16%). Tra le motivazioni c’è la percezione di maggior familiarità di utilizzo da parte dell’utente (23% delle PMI), la volontà di ridurre i costi a carico dell’impresa (21%) e la mancanza di device aziendali con funzionalità equivalenti (17%). Nel restante 30% delle PMI sono invece state introdotte policy che vietano l’utilizzo dei dispositivi personali per attività lavorative, principalmente per tutelare la sicurezza di dati e applicazioni e garantire maggior riservatezza sulle informazioni aziendali.

App, solo il 31% ne ha o le avrà a breve

Nonostante il buon interesse dimostrato per i Mobile Device, solo il 25% ha già introdotto Mobile Business App a supporto dei processi di business, il 6% lo farà a breve termine e il 21% ne sta valutando l’introduzione a medio/lungo termine. Ben il 47%, invece, dichiara di non avere interesse per le App. Nelle PMI che hanno già introdotto App (o lo faranno a breve), le più diffuse sono le soluzioni a supporto della Forza Vendita (17% del totale delle PMI italiane), seguite da quelle a supporto delle attività sul campo, principalmente di Manutentori (11%), mentre la modalità di sviluppo preferita è quella interna (11% delle PMI totali): percentuali minori si rivolgono a piccole Software House, Sviluppatori Indipendenti, grandi Software House, Web Agency e System Integrator.

Infine gli Enterprise Application Store: nelle PMI come era logico aspettarsi sono poco diffusi (solo il 14% ne ha uno), ma nella gran parte dei casi dove sono presenti hanno funzionalità sia di App sia di Device Management, sono installati “in house”, e gestiscono solo una parte delle App introdotte. Negli altri casi, laddove non c’è un EAS ma sono state introdotte Business App, queste vengono installate manualmente sui dispositivi (34% dei casi, pari al 5% delle PMI italiane), o distribuite tramite accordi con gli App Store Consumer, piattaforme di Device Management o, in rarissime occasioni, Repository Web.

Business user: viva la mobility

E’ interessante infine riportare anche alcuni responsi di una terza indagine dell’Osservatorio Mobile Device & Business App, che ha interpellato anche gli utenti finali di dispositivi e App mobili, e precisamente 1098 Quadri, Dirigenti, Manager, Imprenditori, Liberi Professionisti, Responsabili di Funzione e Divisione delle principali aziende italiane. Il quadro che emerge è molto positivo, con il 79% che usa uno smartphone, il 58% un tablet da 9-10 pollici e il 26% un tablet da 7”. I tablet sono quindi già molto diffusi in ambito lavorativo, con il 66% degli utenti che si dichiara soddisfatto o molto soddisfatto, il 38% che li usa per più di metà delle attività di lavoro, e il 12% per quasi tutte, ma in generale senza un effetto di sostituzione rispetto al computer portatile.

I tablet sono infatti i preferiti per fruire di contenuti audio/video (61%), prendere appunti durante i meeting (63%) o accedere a Internet (54%) o ad altre informazioni strutturate (30%), mentre notebook (e ultrabook, laddove utilizzati) sono ancora molto radicati per lavorare su documenti, fogli di calcolo e programmi specifici (88%), accedere alla Intranet e ai Sistemi Informativi aziendali (74%) ed effettuare videoconferenze (60%).

Quanto al BYOD, gli utenti business sono naturalmente favorevoli. Il 58% usa infatti un dispositivo personale per attività lavorative (di cui il 34% con l’approvazione dell’azienda, e il restante 24% senza farlo sapere all’azienda), mentre un ulteriore 13% vorrebbe farlo ma l’organizzazione non glielo consente. Chi usa il Device personale per lavoro lo fa soprattutto per accedere all’e-mail aziendale (97%); circa il 50% può accedere anche alla Intranet aziendale, e meno del 30% al Sistema Informativo aziendale o ad App specifiche. Solo il 34% inoltre riceve un contributo per l’acquisto del device o per coprire i costi di connettività.

Infine il tema Enterprise App Store. Il 12% degli utenti di Mobile Business App ha già a disposizione un EAS e un altro 8% lo avrà a breve. La maggior parte (52%) gradirebbe averne uno nella propria impresa, spesso perché usa App di Personal Productivity che ha scaricato autonomamente dagli Store Consumer e vorrebbe avere un repository aziendale in cui trovare App approvate (e magari sviluppate ad hoc) dalla propria organizzazione. Un altro 21% non è interessato ad avere a disposizione un EAS, ma in gran parte si tratta di utenti che usano sui Mobile Device principalmente solo l’e-mail, e non possono quindi ancora cogliere l’opportunità (e i benefici) di un uso spinto in ambito business di questi terminali.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale Digital360Awards e CIOsumm.it

Tutti
Update
Keynote
Round table
Video
Digital360Awards e CIOsumm.it, i momenti salienti
Approfondimenti
La sinergia tra CIO e CISO trasforma la cybersecurity in un obiettivo di business strategico
Approfondimenti 
Etica dell’innovazione tecnologica per i CIO: prima chiedersi perché. Poi definire cosa e come
Eventi
Digital360 Awards e CIOsumm.IT, ecco i progetti vincitori
Tavola rotonda
Evoluzione del CIO: da centro di costo a motore strategico del business
Tavola rotonda
Business Process Augmentation: dall’RPA alla GenAI… il dato e tratto
Approfondimenti
Sistemi digitali potenziati: l’intelligenza dei chatbot è nelle mani dei CIO
Tavola rotonda
Intelligenza collaborativa e AI: sfide e opportunità per i CIO nell’era dello Human to Machine (H2M) 
Approfondimenti
Open Source: collaborazione e innovazione nel caos apparente del software libero 
Metodologie
BANI: che cos’è e come l’AI può aiutare i CIO a gestire la felicità (e l’infelicità) dei talenti
Prospettive
AI in un mondo complesso. Tra ordine e disordine, le aziende iniziano a capire la giusta via
Approfondimenti
Intelligenza Umana vs Intelligenza Artificiale insieme. Non invece
Eventi
Digital360 Awards e CIOsumm.IT, al via l’evento conclusivo
Video
Digital360Awards e CIOsumm.it, i momenti salienti
Approfondimenti
La sinergia tra CIO e CISO trasforma la cybersecurity in un obiettivo di business strategico
Approfondimenti 
Etica dell’innovazione tecnologica per i CIO: prima chiedersi perché. Poi definire cosa e come
Eventi
Digital360 Awards e CIOsumm.IT, ecco i progetti vincitori
Tavola rotonda
Evoluzione del CIO: da centro di costo a motore strategico del business
Tavola rotonda
Business Process Augmentation: dall’RPA alla GenAI… il dato e tratto
Approfondimenti
Sistemi digitali potenziati: l’intelligenza dei chatbot è nelle mani dei CIO
Tavola rotonda
Intelligenza collaborativa e AI: sfide e opportunità per i CIO nell’era dello Human to Machine (H2M) 
Approfondimenti
Open Source: collaborazione e innovazione nel caos apparente del software libero 
Metodologie
BANI: che cos’è e come l’AI può aiutare i CIO a gestire la felicità (e l’infelicità) dei talenti
Prospettive
AI in un mondo complesso. Tra ordine e disordine, le aziende iniziano a capire la giusta via
Approfondimenti
Intelligenza Umana vs Intelligenza Artificiale insieme. Non invece
Eventi
Digital360 Awards e CIOsumm.IT, al via l’evento conclusivo

Articoli correlati

Articolo 1 di 3