Il valore dei pagamenti digitali in Italia nel 2015 ha sfiorato i 175 miliardi di euro, cioè il 22% dei consumi delle famiglie, crescendo in doppia cifra (+12,2% rispetto al 2014) e più della media europea, che è tra il 7 e l’8%. Questo il responso principale del recente rapporto “I Pagamenti Digitali in Italia”, pubblicato dall’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano in collaborazione con CartaSi, Consorzio CBI, Intesa Sanpaolo, PayPal e TIM.
Anche se lo strumento di pagamento preferito degli italiani resta il contante (430 miliardi di euro), negli ultimi due anni la crescita dei pagamenti elettronici ha superato le attese (+10,2% nel 2014 e appunto +12,2% nel 2015), sintomo probabilmente di un principio di cambiamento culturale nei consumatori italiani e di un effetto trascinamento del decreto ‘obbligo POS’ che ha generato un cambio di atteggiamento anche negli acquirenti, commenta Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano. «Tenendo conto che il nostro Paese ha parecchio terreno da recuperare rispetto agli altri Stati europei, e ipotizzando per i prossimi 3 anni una crescita in linea con il 2015, stimiamo che i pagamenti digitali nel 2018 potrebbero raggiungere i 246 miliardi di euro».
Tornando ai 175 miliardi del 2015, la componente più tradizionale (pagamenti con carta di credito in negozio) rappresenta quasi l’88% ed è cresciuta dell’11% annuo, mentre la parte più innovativa (“new digital payment”) ha superato il 12% del totale, cioè circa 21,5 miliardi, crescendo a un tasso doppio (22% annuo). Con l’espressione “new digital payment” l’Osservatorio definisce i pagamenti attraverso Pc, tablet, Mobile, e in punto vendita attraverso carte contactless o su Mobile POS.
L’Italia, si legge nel rapporto, gode di un’ottima base infrastrutturale per l’accettazione di pagamenti digitali e di una buona diffusione di carte di pagamento tra la popolazione, in linea o superiore ai paesi europei più sviluppati. Tuttavia l’uso delle carte di pagamento in Italia è ancora limitato se confrontato con il resto d’Europa.
In questa situazione che perdura da anni, la crescita del valore dei pagamenti digitali e del numero di transazioni del 2015, essendo più che doppia rispetto alla media dei tre anni precedenti, è da considerarsi molto positivo.
Venendo specificamente al Mobile Commerce, la componente “remote” (cioè non in negozio), sia di acquisto di beni digitali che di prodotti e servizi, vale nel 2015 quasi 2,7 miliardi di euro (+56%), con la componente di beni e servizi che raggiunge il 70% del totale, grazie all’aumento degli esercenti che offrono una soluzione su Mobile e a una maggior predisposizione degli italiani verso gli acquisti da smartphone.
Si stima che l’acquisto di contenuti digitali, spinto dalle applicazioni, possa raggiungere 1,1 miliardi di euro nel 2018, mentre il Mobile Remote Commerce di beni e servizi raggiungerà un valore di 4,2-4,8 miliardi di euro (oltre il 15% dell’intero eCommerce) grazie all’ingresso di nuovi esercenti e alla semplificazione della fase di pagamento garantita dai Mobile Wallet.
«Il Turismo rimane la componente più importante nella crescita del transato di Mobile Commerce di beni e servizi: registra infatti un +56% rispetto al 2014, con quasi 540 milioni di euro di transato, seppur in lieve decrescita nel peso relativo delle componenti a vantaggio della categoria Informatica ed Elettronica, che registra circa 370 milioni di euro di transato», afferma Ivano Asaro, Ricercatore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano. «L’abbigliamento mantiene un ruolo di primo piano (15% del transato) con circa 280 milioni di euro transati nel 2015 (erano poco meno di 170 milioni di euro nel 2014). La categoria ‘Altro’ – trainata dal couponing e dal ticketing di eventi – registra infine 446 milioni di euro di valore, in crescita del 42% rispetto al 2014».
Passando dagli acquisti ai veri e propri pagamenti “a distanza” attraverso gli smartphone (Mobile Remote Payment), dopo alcuni anni di lenta crescita il pagamento di beni e servizi nel 2015 è aumentato del 75% superando 300 milioni di euro, trainato ricariche telefoniche e bollettini (rispettivamente 67% e 19% del totale). Tra le altre componenti, cresce il ruolo del car sharing e dei servizi di mobile parking, oltre ai biglietti per il trasporto pubblico locale (+100% sul 2014). Aggiungendo la parte di Mobile Proximity Payment, composta dalle transazioni attraverso Mobile POS (700 milioni), e Contactless Payment (500 milioni), il totale del Mobile Payment nel 2015 è arrivato quindi a circa 1,5 miliardi.