I maggiori operatori telefonici nazionali – PosteMobile, Telecom Italia, 3 Italia, Vodafone e Wind – hanno firmato settimana scorsa un accordo per la realizzazione di una piattaforma comune per lo sviluppo delle infrastrutture necessarie per il lancio su scala nazionale dei pagamenti tramite cellulare con tecnologia NFC.
L’accordo segue a distanza di alcuni mesi e in altri casi addirittura di anni accordi similari avvenuti in altri Paesi (UK, Svezia, Danimarca, Francia, Germania, Spagna, USA, Corea e Giappone). Se all’estero l’accordo è generalmente stato precedente alla fase progettuale e di sperimentazione, in Italia questo arriva invece dopo lo sviluppo di diversi progetti, come quelli presentati recentemente da Vodafone e H3G con Bnl a SIA Expo e quelli di Telecom con Banca Intesa all’NFC & Mobile Money Summit in corso a Milano.
La tavola rotonda che ha seguito la premiazione dell’Italian Award for NFC Mobile Payment & Service è stata un’occasione per raccogliere i commenti di alcune delle parti interessate.
«Le condizioni affinché si crei un ecosistema capace di abilitare servizi di Mobile Payment in primis e quindi di altro stampo si stanno lentamente creando – ha spiegato Giovanni Miragliotta degli Osservatori della School of Management del Politecnico di Milano -. I sistemi di pagamento abilitati dalle carte sono ampiamente utilizzati in ambito europeo (un po’ meno in Italia) e la diffusione e l’utilizzo di dispositivi mobili è prassi ampiamente consolidata. Esistono insomma le condizioni ideali affinché i servizi NFC vengano sviluppati ed utilizzati dagli utenti, ma è importante garantire standard comuni che permettano un utilizzo universale e condiviso cross-operatore».
Lo scopo di questa piattaforma, basata sugli standard promossi dalla GSMA, è appunto quello di facilitare l’integrazione delle soluzioni dei diversi sistemi bancari con la piattaforma su cui si baseranno le SIM degli operatori, che gestiranno tutti i protocolli di sicurezza per la gestione dei pagamenti. La piattaforma sarà aperta e tutti gli attori del settore (banche, produttori di POS, istituti di carte di credito e così via) potranno interfacciarsi con essa per offrire soluzioni di micro-pagamento ai propri clienti. Non sono noti al momento i costi per l’accesso alla piattaforma.
«Ci stiamo muovendo per creare un elemento mancante nell’ecosistema, il mercato ha bisogno di un abilitatore tecnologico unico e condiviso che funga da substrato per sviluppare tutte le applicazioni utili per i consumatori: Mobile Payment, Ticketing, Mobile Wallet e così via – ha spiegato Attilio Somma, Responsabile Terminali e Sviluppo Ecosistemi di Telecom Italia -. Ad agosto il 20% degli smartphone in circolazione era abilitato per l’NFC, e questo senza avere ancora disponibilità di servizi: è un chiaro simbolo dell’opportunità rappresentata da questo mercato. Una volta che noi operatori avremo sviluppato l’infrastruttura necessaria, starà ai partner della scena finanziaria occuparsi di gestire le transazioni»
Bruno Degiovanni, Head of Product Sales di Mastercard, si dichiara fiducioso: «Da alcuni anni abbiamo introdotto le carte contactless con ottimi risultati, collaborando con le principali banche e con diverse aziende come McDonald’s, myChef, Auchan e Trenitalia per abilitare i pagamenti NFC nei punti vendita. Non appena il sistema sarà maturo per utilizzare le Sim NFC degli smartphone come abilitatori dei pagamenti, noi ci faremo trovare preparati».