Mobile Payment, pronti al decollo

Sperimentazioni, casi di successo e sfide per il futuro nel nostro Paese

Pubblicato il 01 Mag 2010

In principio sono stati i servizi a valore aggiunto, poi la
navigazione web, ad attrarre gli italiani verso le
funzionalità più avanzate del telefonino, il personal medium
più diffuso nel nostro Paese; solo da poco tempo a farsi
strada tra le abitudini degli utenti di telefonia mobile sono
arrivati i nuovi sistemi di pagamento che sfruttano il
cellulare come piattaforma abilitante. I servizi di Mobile
Payment, già pienamente operativi in altri Paesi, iniziano a
registrare i primi consensi da parte dei consumatori italiani,
incuriositi dalle iniziative introdotte ma ancora molto
diffidenti nell’affidare le proprie transazioni monetarie
al cellulare. Dall’ultima ricerca dell’Osservatorio
NFC & Mobile Payment della School of Management del
Politecnico di Milano, infatti, la percentuale di italiani che
utilizzano il telefonino come mezzo di pagamento risulta
bassissima, addirittura inconsistente a fini statistici, mentre
circa il 40% del campione si dichiara attratto dalla proposta
di un servizio di pagamento con telefonino che sia rapido,
sicuro, facile da usare.

Nella maggior parte dei casi l’ostacolo principale
all’utilizzo dei sistemi di Mobile Payment è
rappresentato dall’incomprensione delle modalità di
funzionamento dei sistemi e dalla mancata conoscenza
dell’offerta di servizi attualmente disponibile, il che
genera confusione tra gli utenti rispetto ai nuovi strumenti di
pagamento tramite cellulare e le classiche modalità di
acquisto tramite carte di credito o di debito. Molto spesso,
infatti, sotto il nome di Mobile Payments vengono accomunati
servizi differenti per modalità di utilizzo e piattaforme
tecnologiche di base. La definizione condivisa di Mobile
Payment comprende tutti i pagamenti in cui il ruolo chiave è
giocato da un device mobile come il telefono cellulare. A
questa ampia accezione, però, bisogna ricondurre diversi
sistemi di pagamento, che si distinguono per tecnologia
sottostante ai processi di scambio delle informazioni e per
modalità di attivazione delle transazioni.

La tipologia più diffusa è quella dei Mobile Remote Payments,
intesi come servizi che consentono di effettuare un pagamento a
distanza tramite rete cellulare (GSM, GPRS, UMTS, HSDPA, ecc.),
che prevedono quindi l’invio della richiesta di acquisto
tramite SMS o tramite connessione al web. Rientrano in questa
categoria, ad esempio, il pagamento dei ticket per la sosta nei
parcheggi attivato in alcuni comuni, la sperimentazione di
acquisto dei titoli di viaggio introdotta da Trenitalia o la
ricarica di una smart card per il video on demand su Tv
digitale terrestre, come prevedono le piattaforme di Sky e
Mediaset Premium. Le leve per la diffusione di questa tipologia
di pagamento sono risultate essere, da una parte,
l’utilizzo degli SMS come piattaforma per la transazione,
una tecnologia conosciuta e reputata affidabile,
dall’altra, lo sviluppo di applicazioni dedicate
all’acquisto sul cellulare. Diverse aziende, tra cui
Medusa Film e Yoox, infatti, hanno messo a disposizione degli
utenti delle interfacce di navigazione appositamente
predisposte per il mobile commerce, riscontrando un feedback
positivo in termini di fruizione. Un’altra tipologia,
pressoché ancora in fase sperimentale, è quella dei Mobile
Proximity Payment, i servizi in cui il pagamento viene
effettuato in prossimità, cioè in cui vi è una vicinanza
fisica tra acquirente e prodotto o servizio acquistato, ad
esempio, per il pagamento del biglietto su un mezzo di
trasporto. In questo caso è il contesto spaziale della
transazione a caratterizzare la tipologia di acquisto e, in
genere, ad essere considerata è la prossimità
dell’utente con l’oggetto dell’acquisto.

Più precisamente, e in un’ottica maggiormente
innovativa, la prossimità può coinvolgere il telefono stesso
che, dotato di tecnologie contactless associate a Secure
Element in grado di custodire i dati dell’utente, assume
la funzione di una carta di credito. Questo tipo di servizi
rappresenta la declinazione di maggiore potenzialità
nell’ambito dei Mobile Payment, consentendo di associare
alla SIM i dati bancari dell’utente e configurando di
conseguenza il cellulare come un borsellino elettronico. I
servizi contactless, una realtà già consolidata in alcuni
paesi asiatici, stentano a diffondersi in Italia, dato che
necessitano dell’integrazione nell’hardware del
cellulare di una tecnologia ancora poco diffusa, la Near Field
Communication (NFC). Con una maggiore diffusione nel mercato di
questa tecnologia non c’è dubbio che le attenzioni dei
player si riverseranno sui metodi di pagamento contactless,
presentando questi un’immediatezza nell’utilizzo
tale da convincere i consumatori ad avvicinarsi ai nuovi
strumenti di pagamento. È proprio nell’ottica di una
più rapida diffusione di dispositivi NFC-compliant che alcune
aziende propongono già oggi diverse tipologie di plug-in che
permettono alla maggioranza dei telefoni cellulari di acquisire
funzionalità contactless.

Una delle soluzioni più gettonate è l’impiego dei
cosiddetti “sticker NFC”: applicati sul retro del
telefono cellulare, si connettono tramite Bluetooth
all’hardware di base e aggiungono funzionalità NFC al
device. Tra le aziende che propongono questo tipo di soluzione
è doveroso citare Twinlinx, azienda fondata nel 2006
dall’ex CEO di Inside Contactless, che con il suo My- Max
sticker promette di rendere l’80% dei telefoni che nel
2012 sarà dotato di Bluetooth compatibile anche con la
tecnologia NFC (si veda la figura in basso). Soluzioni simili
sono state proposte da Oberthur (FlyBuy sticker, certificato da
MasterCard) e Inside Contactless (PicoPass sticker, utilizzati
in diversi progetti pilota). Bladox Waver è invece un sistema
contactless connesso direttamente alla SIM card che interagisce
con la quasi totalità dei cellulari in commercio attraverso
SIM Toolkit. Infine, Wireless Dynamics ha da qualche mese
annunciato l’uscita sul mercato di un plug-in per iPhone
(iCarte) che aggiunge un’antenna RFId ed un Secure
Element al celebre cellulare di casa Apple. Tutte le soluzioni
descritte possono senza dubbio accelerare la diffusione dei
servizi di mobile proximity payment, per i quali
l’interesse crescente è dimostrato anche dai progetti
pilota condotti nel nostro Paese: oltre al servizio che sta
attualmente sperimentando il Credito Valtellinese in alcune
provincie del Nord Italia, che associa una carta prepagata al
chip NFC integrato nel cellulare per effettuare micro pagamenti
fino a 15 euro, possiamo segnalare le iniziative di ATM a
Milano e la sperimentazione condotta sulle Dolomiti
nell'ambito del Progetto StoLPaN. I presupposti per una
rapida diffusione dei sistemi di pagamento tramite il cellulare
sembrano quindi essere già presenti nel nostro Paese.

Tali presupposti, però, necessitano di essere supportati da
azioni specifiche che coinvolgano tutti i player del mercato. I
driver del cambiamento possono essere ricondotti essenzialmente
ad un adeguamento della normativa nel settore del commercio
mobile, ad un atteggiamento proattivo degli operatori, che
dovrebbero essere motivati ad innovare e non semplicemente
subire l’innovazione, e ad un miglioramento nella fiducia
dei consumatori verso le nuove forme di pagamento. Un grande
passo in avanti realizzato di recente è riconducibile al
recepimento in Italia di una normativa europea comune riguardo
i servizi di pagamento elettronici, che ha definito ruoli e
responsabilità degli attori coinvolti nelle transazioni
finanziarie, abilitando anche soggetti non bancari ad erogare
servizi di pagamento (Direttiva Comunitaria PSD – Payment
Services Directive 2007/64/CE). Questa novità apre per gli
operatori del mercato numerose opportunità per
l’incremento dell’offerta di servizi di Mobile
Payment, ponendo le basi per lo sviluppo del settore. Queste
precondizioni, unite all’auspicabile continua evoluzione
della tecnologia, sono la chiave per il coinvolgimento dei
consumatori finali, coinvolgimento che non può prescindere da
livelli ottimali di usabilità e sicurezza nell’accesso
alle nuove funzionalità transattive dei telefoni cellulari.

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