Analisi e ricerche

Mobility, per le aziende italiane più sviluppo App che gestione Device

Meno di un’impresa su due ha una strategia Enterprise o l’avrà entro un anno, ma i benefici percepiti sono notevoli: la customer satisfaction cresce del 30%, la produttività dei dipendenti del 27%. Lo dice un’indagine di Vanson Bourne su 650 responsabili IT europei, di cui 75 italiani

Pubblicato il 12 Feb 2014

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La Mobile Economy può ormai contare su numeri da fenomeno di massa, e praticamente le aziende di tutti i settori sono chiamate – se non l’hanno già fatto – a definire e implementare una strategia di Enterprise Mobility. Ma con quali tempi e quali modalità questo sta avvenendo nei vari Paesi, e in particolare in Italia? E’ una domanda a cui si propone di rispondere lo studio “TechInsights Report: Enterprise Mobility – It’s All About the Apps”, commissionato da CA Technologies e realizzato dalla società di ricerca Vanson Bourne sulla base di un’indagine su 1300 risponsabili IT di aziende con fatturato minimo di 100 milioni di dollari, di cui 650 europei e 75 italiani.

«Lo studio si è basato su una definizione di Enterprise Mobility che comprende la gestione dei device come asset fisici, lo sviluppo e gestione delle App (sia per i clienti che per i dipendenti), e la gestione degli accessi mobile a dati e applicazioni aziendali attraverso un layer di sicurezza», spiega Luca Rossetti, Senior Business Technology Architect di CA.

Il primo aspetto approfondito riguarda naturalmente l’effettiva adozione di una strategia di Enterprise Mobility complessiva e centralizzata, e qui le aziende italiane risultano in leggero ritardo: il 45% ha una strategia (21%) o l’avrà entro un anno (24%), contro il 50% della media europea, mentre un’impresa italiana su cinque non l’avrà mai (la media EMEA è del 13%).

Passando alle aree progettuali, il 76% complessivo delle imprese italiane indica come prioritario lo sviluppo di App, sia rivolte verso i clienti (38%), sia verso i dipendenti (38%): è il dato più alto in Europa (la media è del 66%). In secondo piano quindi le politiche rivolte verso l’interno – BYOD e gestione dei device – che sono prioritarie solo per un’impresa italiana su quattro, contro il 34% di media europea.

Le motivazioni: controllo degli accessi e domanda dei clienti

Le principali motivazioni che spingono a definire una strategia di Enterprise Mobility in Italia sono la necessità di regolamentare gli accessi dei dipendenti ai sistemi aziendali da mobile (40%), la domanda dei clienti (33%), e l’esigenza di mettere in sicurezza dati e applicazioni critiche (29%). Da notare che a livello europeo la domanda da parte dei clienti è al primo posto (40%), e in generale hanno percentuali più alte tutti i driver legati alla customer experience.

Per quanto riguarda la propensione agli investimenti, la percentuale di budget IT dedicato alla mobility in Italia crescerà dal 10% al 15% nei prossimi tre anni (quindi del 50%, ma in Europa si registrano percentuali molto più alte, come il 100% della Svizzera e il 91% dei Paesi scandinavi), mentre il budget non IT (percezione dei manager IT sugli investimenti degli altri dipartimenti) dedicato alla mobility vedrà un incremento dal 9% al 12%.

In Italia bassa la percezione delle complessità tecnologiche

Gli investimenti nell’Enterprise Mobility sono quindi previsti in forte crescita, ma quali sono i fattori che li frenano? Al primo posto le aziende europee mettono le preoccupazioni per sicurezza e privacy (39%), ma in Italia questa voce è nettamente sopravanzata dalla carenza di risorse (budget), citata da un’impresa su due contro il 30% di media europea. In generale nel nostro Paese le carenze (di supporto dagli altri dipartimenti, di competenze e skill Mobile) sono molto più sentite rispetto agli altri Paesi europei, mentre c’è una percezione molto più bassa delle complessità tecnologiche, come la necessità di sviluppare, testare e gestire le App su diverse piattaforme, e l’integrazione delle App con i sistemi esistenti.

Luca Rossetti, Senior Business Technology Architect di CA

Infine i benefici, che la ricerca distingue in qualitativi e quantitativi. «Nel primo caso parliamo di vantaggi attesi o già riscontrati, e possiamo notare che in Europa prevalgono quelli che riguardano il cliente – aumento del loro numero e della loro soddisfazione – mentre in Italia quelli che riguardano i dipendenti: aumento della produttività e della “retention” – sottolinea Rossetti -. Nel secondo caso è stato chiesto il miglioramento in percentuale, e le aziende italiane segnalano un incremento del 30% della customer satisfaction (il più alto d’Europa), del 27% della produttività dei dipendenti, del 25% della fidelizzazione del personale, e del 23% del numero di clienti».

Benefici davvero rilevanti, quindi, ma definire e attuare una strategia di Mobility a livello aziendale, conclude Rossetti, non è per niente facile: «CA propone una strategia in cinque passi: adottare un approccio Enterprise, definire un team trasversale, applicare la metodologia di sviluppo DevOps, investire in soluzioni di sicurezza specifiche per il Mobile, e creare una struttura di gestione continuativa della strategia Mobile con le giuste competenze. Inoltre la nostra offerta comprende soluzioni per la gestione di tutti e tre gli ambiti – device, Apps e contenuti Mobile -, oltre a soluzioni trasversali per la sicurezza e l’Identity & Access Management».

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