Le tecnologie Mobile stanno entrando prepotentemente all’interno delle aziende, supportandone i processi di business (core e non) con l’obiettivo di migliorarli, aumentando efficacia, efficienza e, in generale, la competitività delle organizzazioni stesse. E’ possibile vedere questo cambiamento anche all’interno del Mobile World Congress, la principale fiera mondiale dedicata alle nuove tecnologie Mobile che si è tenuta in questi giorni a Barcellona, in passato pressoché focalizzata su tematiche legate ai Carrier telefonici, e oggi dedicata invece ad analizzare i molteplici aspetti della creazione di valore attraverso il Mobile.
In questi anni si sta assistendo a un’esplosione di Mobile Business App, sempre più allineate con le esigenze del business e integrate con i diversi servizi usati dalle aziende, come Cloud, Virtualizzazione, Unified Communication & Collaboration, ecc. Questa grande varietà di App deve essere poi declinata per i diversi sistemi operativi attualmente disponibili nei numerosi dispositivi mobili presenti sul mercato, facendo esplodere esponenzialmente la frammentazione di questo “ecosistema”.
E proprio questa complessità rappresenta, secondo Bill Clark, Global Vice President Mobile Strategy & Solutions di SAP, una delle principali preoccupazioni dei CIO sul Mobile, insieme alle tematiche legate alla sicurezza. Per John Marshall, President e CEO di Airwatch, recentemente acquisita da VMware, questi elementi di preoccupazione devono essere gestiti attraverso un’evoluzione del modello di sicurezza: non solo gestione dei dispositivi mobili, ma anche delle App, dei container, dei dati.
Dello stesso avviso è anche Ojas Rege, Vice President of Strategy di MobileIron, che afferma come la security sia una condizione necessaria (ma – purtroppo – non sufficiente) per avere una buona strategia Mobile. In aggiunta, in questo scenario si colloca anche il paradigma del “Bring Your Own”, diretta conseguenza dalla consumerizzazione dell’IT, che consente ai dipendenti di “portare” all’interno del perimetro aziendale le proprie tecnologie.
Questo paradigma si è evoluto – molto rapidamente – dal semplice “bring your own device” (BYOD), legato ai dispositivi mobili, al “Bring Your Own Everything” (BYOx), che include non solo i terminali ma anche le Applicazioni, i servizi Cloud (in media ogni dispositivo mobile si collega a 6 “nuvole”), le Licenze applicative, gli strumenti, ecc. Secondo un recente studio di SAP, entro il 2017 il 20% delle aziende implementerà strategie di BYOx.
Alex Pachikov, Vice President Partnerships di Evernote, lancia una provocazione: il BYOD è morto, prima ancora di essersi diffuso. Secondo Pachikov, il “Bring Your Own” riguarda principalmente l’esperienza: i dipendenti vogliono ricreare la stessa user experience di qualità all’interno delle proprie attività lavorative, utilizzando dispositivi, applicativi e strumenti che usano e padroneggiano fuori dall’organizzazione.
In questo contesto complesso, come possono le aziende ottenere il meglio dalle tecnologie Mobile? Secondo Nick McQuire, CEO di The Global Enterprise Mobility Alliance, e Waheed Qureshi, CTO Mobile Platform Group di Citrix, la soluzione sta nel definire una strategia che abbia un approccio architetturale alla Mobility, che consenta alle organizzazioni – e soprattutto all’IT – di essere agili (rispondendo in tempi brevi alle esigenze espresse dal business), nel monitorare le performance dei progetti Mobile e nel creare un centro di Mobility Excellence che coinvolga tutti gli stakeholder aziendali.