Ha preso ieri il via a Barcellona l’edizione 2015 del Mobile World Congress, da 20 anni la principale manifestazione sui temi della Mobility a livello internazionale. Quest’anno sono attesi oltre 90.000 visitatori, che raggiungeranno i padiglioni della Fiera per capire le evoluzioni future del mercato mobile e, soprattutto, come queste verranno introdotte.
A livello internazionale, questo mercato conta oramai 7 miliardi di SIM e 3,7 miliardi di utenti unici; se si considerano anche i dispositivi “intelligenti” e connessi si stima di raggiungere, entro il 2020, 50 milioni di connessioni. Un mercato in continua (e soprattutto veloce) evoluzione che richiede sempre più servizi a valore aggiunto.
La conferenza di apertura, com’è oramai tradizione, ha ospitato i CEO di alcuni tra i principali operatori di telefonia mobile mondiali (Deutsche Telekom, Telefonica, Telenor e Vodafone), che hanno esposto il loro punto di vista sullo stato attuale e sulle prospettive del mercato.
Indossando temporaneamente i panni del consumatore, Vittorio Colao, CEO di Vodafone, ha evidenziato come i clienti di questo mercato sono confusi, bombardati da innumerevoli messaggi che non permettono di comprendere a pieno quali sono gli elementi veramente importanti dal loro punto di vista. Al primo posto viene indicata la qualità (in termini di velocità e banda delle connessioni, copertura delle reti, contenuti disponibili), seguita da privacy e sicurezza dei dati e dalla possibilità di scelta tra diversi competitor (eventualente auspicando la possibilità di una “digital life portability” tra fornitori diversi degli stessi servizi). Il tutto con un occhio particolarmente attento alle tariffe di questi servizi di comunicazione, che, secondo una ricerca Eurostat, è l’unico tra i componenti del paniere degli acquisti consumer a essere diminuito del 14% tra il 2005 e il 2014.
Oltre alle evoluzioni dei clienti, nel futuro ci saranno 3 ambiti principali di sviluppo secondo Jon Fredrik Baksaas, Chairman di GSMA e Presidente e CEO di Telenor: Internet of Things, con lo sviluppo di un nuovo mercato, Digital Inclusion, per diffondere servizi di rete a quella fetta della popolazione mondiale (circa 3 miliardi) attualmente non coperta, e Digital Identity. In relazione a quest’ultimo aspetto, attualmente si stima che ogni consumatore abbia, in media, 25 username usati online a cui sono associate 5 password: in questo contesto, secondo Baksaas, le SIM rappresentano una piattaforma che potrebbe giocare un ruolo fondamentale nello sviluppo di un servizio di autenticazione veloce e sicuro (potenzialmente anche di single sign on) che permetta di semplificare l’esperienza d’uso ai consumatori finali e rappresenti, allo stesso tempo, un servizio a valore aggiunto offerto dai carrier.
Ovviamente al centro di queste innovazioni si trovano (e lo saranno per i prossimi anni) i carrier, che, secondo Timotheus Hoettges, CEO di Deutsche Telekom, dovranno essere in grado di declinarle “operativamente” in diverse dimensioni. Dal punto di vista tecnologico, giocheranno un ruolo sempre più importante le software defined networks, le soluzioni di virtualizzazione e la sempre maggiore convergenza delle reti fisse e mobili. Questo, insieme alle evoluzioni in atto nei clienti, imporrà un cambiamento nel modello di business dei carrier, che dovranno investire per aumentare l’efficienza dei propri processi e, al contempo, confrontarsi sempre più con gli attori “over the top” per offrire servizi a valore aggiunto. Chiaramente, secondo Hoettges, è difficile per un carrier competere con i giganti di internet che, essendo “asset light”, possono permettersi di offrire servizi gratuiti.
Proprio in relazione a quest’ultimo aspetto tutti i CEO presenti hanno auspicato interventi normativi volti a definire regole al passo con i tempi. Secondo Cesar Alierta, CEO di Telefonica Group, i carrier sono in una posizione di svantaggio competitivo nei confronti dei player OTT, essendo i primi obbligati normativamente a investire nello sviluppo degli asset fisici (le reti) usati anche dai competitor. Ci si auspica quindi, in futuro, una regolamentazione basata sul principio “stesso servizio, stesse regole”, applicata a qualsiasi operatore di questo ecosistema.