Insediata in Friuli Innovazione, il parco scientifico e tecnologico di Udine, Fill In The Blanks è un’azienda di servizi informatici che di recente ha compiuto 15 anni di attività. Nasce fin dall’inizio con l’obiettivo di sviluppare architetture informatiche di ampia resilienza, ovvero capaci di resistere a malfunzionamenti, disfunzioni, crash e rotture per garantire alle aziende clienti l’operatività, con soluzioni di business continuity e disaster recovery. Negli ultimi tre anni, l’azienda si è specializzata sul nuovo paradigma delle tecnologie informatiche applicate ai reparti produttivi delle imprese manufatturiere.
Industria 4.0, i limiti di un settore: la resistenza al cambiamento
L’ambito dell’industria 4.0 è molto vasto e trasversale. Un settore in cui è difficile parlare di una tecnologia predominante, se non invece di un insieme di tecnologie finalizzate all’ottimizzazione e al controllo ad ampio spettro del processo produttivo. Secondo Andrea Bertoni, Founder & CEO di Fill In The Blanks, “il limite di questo mercato, per un’azienda provider di soluzioni come la nostra, va ricercato principalmente in un gap culturale di resistenza al cambiamento”. La battaglia più importante riscontrata sul campo dall’azienda è, infatti, quella di far comprendere a imprenditori e responsabili di produzione che la tecnologia finalizzata all’acquisizione e all’elaborazione dei dati dei processi produttivi è diventata una leva fondamentale per tutte le scelte strategiche delle PMI. “I dati consentono, infatti, di ottimizzare il processo produttivo, in ottica lean e di controllare lo stesso in una ottica di tracciabilità e gestione qualità della produzione. – continua Bertoni – Tutte operazioni sempre più basate sull’acquisizione dei dati dalle macchine, oltre che dagli stati di avanzamento del processo: è in questo senso che l’informatica diventa la leva, il driver agevolante verso un nuovo assetto culturale e strategico per l’impresa”.
Dal gateway all’edge computing
Un’altra criticità riscontrata sul mercato dall’azienda è, invece, puramente tecnologica. “Oggi sul mercato si trovano tantissime soluzioni, come APS e MES, piuttosto che software verticali sulla gestione della qualità o per la tracciabilità dei prodotti, ed altro. – ha spiegato Andrea Bertoni – Queste soluzioni utilizzano principalmente i gateway per l’acquisizione e la trasmissione dei dati. L’introduzione dell’edge computing supera alcune limitazioni di questo approccio”. Grazie a questo modello, l’elaborazione dei dati avviene il più vicino possibile al dispositivo che li ha generati, offrendo maggiori garanzie in termini di sicurezza, resilienza, affidabilità e persistenza del dato.
Un’infrastruttura di edge computing è, infatti, in grado di svolgere tutte le funzioni tipiche delle architetture informatiche canoniche – ovvero dei data center, dei data base, dei backup -, garantendo con sicurezza tutte le operazioni che vanno dall’analytics, alla tracciabilità, fino alla predittività dei malfunzionamenti e della manutenzione. “E oggi è più che mai necessario fare un uso accorto del dato, tutelandolo, consolidandolo, rendendolo disponibile rapidamente a chiunque ne faccia richiesta. – continua il CEO di Fill In The Blanks – Tutto il valore aggiunto della trasformazione 4.0, deriva, infatti, dalla fruibilità costante di questi dati e dalla loro analisi”.
La sperimentazione con IP4FVG: i nuovi serbatoi 4.0 nativi di Gortani
Ed è proprio nell’abito di queste tecnologie che Fill In The Blanks ha avuto l’opportunità di sperimentare sul campo lo sviluppo di un prototipo in collaborazione con Gortani, azienda di carpenteria leggera in acciaio inox, e IP4FVG, il digital innovation hub del Friuli Venezia Giulia, composto da 30 partner e coordinato da Area Science Park, ente pubblico nazionale di ricerca. Nel 2021, infatti, IP4FVG ha promosso la nascita di 4 dimostratori o living lab sul territorio regionale, luoghi in cui le aziende possono scoprire e testare alcune soluzioni 4.0 applicate ai processi di produzione. Inoltre, le aziende ICT italiane che hanno già sviluppato prodotti per l’industria, possono utilizzare i dimostratori di IP4FVG come “vetrine”, partecipando alla call sempre aperta, denominata Soluzioni Digitali.
Nel dimostratore di Amaro (Ud), focalizzato sulle tecnologie IoT e coordinato dal Carnia Industrial Park, si è voluto far convergere le competenze di aziende che si occupano di tecnologie informatiche per gli impianti produttivi, con le esigenze delle imprese manufatturiere insediate nel parco, per farle collaborare su progetti specifici.
È così che Fill In The Blanks ha conosciuto Gortani, azienda leader nella produzione di serbatoi e contenitori per il mondo agricolo e vitivinicolo, con sede ad Amaro.
Gortani ha iniziato da pochi anni un upgrade dei prodotti, aggiungendo sensoristica di base ai propri serbatoi.
L’incrocio è stato immediato: Fill In The Blanks e Gortani hanno deciso di collaborare allo sviluppo di un prodotto nuovo, “nativo 4.0” e perciò non bisognoso di add-on successivi da parte dell’azienda che lo acquista.
L’obiettivo di partenza era realizzare un prototipo di tank in grado di raccogliere più dati possibile – come i cicli e livelli di riempimento, pressione, acidità, etc. – tutte informazioni molto utili alle aziende vitivinicole clienti di Gortani, che avrebbero potuto acquistare prodotti pronti per essere inseriti in un processo di automazione.
Un prodotto 4.0 nativo, quindi, con un doppio vantaggio: il primo è senza dubbio il valore aggiunto di un tale prodotto rispetto ai competitor; il secondo deriva dagli incentivi fiscali “Transizione 4.0” che offrono uno sgravio fiscale del 40% (nel 2022) a chi acquista macchine 4.0 per le proprie aziende.
Tecnologie utilizzate nel Proof of Concept, dal digital twin ai sensori
Il proof of concept che è stato realizzato ha incluso lo sviluppo del digital twin dei due serbatoi, utile per programmare le logiche dell’edge computing, ovvero per immettere i parametri di sicurezza e governare i quelli di misura: il limite massimo e minimo di liquido, il numero dei cicli di carico e scarico, il tempo delle diverse fasi, etc. Al momento sono stati implementati solo alcuni dei sensori, ma nel progetto esecutivo potranno essere molti di più: si può ad esempio monitorare la temperatura o l’acidità del liquido, il funzionamento della pompa, la quantità caricata o scaricata, i tempi di esecuzione. Lo scopo è monitorare tutto il possibile, per fornire un riscontro immediato e in tempo reale sullo stato della cantina e sui flussi di processo che un’azienda vitivinicola deve gestire.
Acquistare un tank 4.0 significa avere un prodotto già nativamente connesso con tutti i protocolli, senza bisogno di ulteriori interventi tecnici: qualsiasi software viene utilizzato dall’azienda vitivinicola per le proprie cantine sarà immediatamente interfacciabile con tutti i tank di questa generazione.
Il POC sviluppato nel living lab di IP4FVG, una volta ultimato, è stato presentato all’ultima fiera MECSPE di Bologna, l’appuntamento dedicato alle innovazioni per l’industria manifatturiera.
Settori di applicazione industriale del POC
La soluzione sviluppata nella sperimentazione di Fill In The Blanks e Gortani è potenzialmente replicabile su tutti i prodotti per lo stoccaggio, e quindi in collaborazione con le imprese che li producono. La soluzione è, allo stesso tempo, utile per tutte le aziende manufatturiere già dotate di macchine con automazione industriale che abbiano compreso l’importanza dei data lake, ovvero della raccolta e gestione della mole di dati prodotti dalle macchine, su cui costruire una strategia per ottimizzare e gestire al meglio la produzione. Fill In The Blanks sta già implementando la soluzione, anche su macchine di produzione di tipo plastico e metalmeccanico.
Un bilancio dell’esperienza: la collaborazione tra aziende e con gli esperti di IP4FVG
La sperimentazione realizzata è stata un’esperienza proficua; secondo Andrea Bertoni, Founder & CEO di Fill In The Blanks: “IP4FVG ha creato intorno a sé un ecosistema estremamente positivo e fertile. È stato un esempio di trasferimento tecnologico portato a concretezza, un modello non più solo teorico, ma reale, – continua Bertoni – in cui si è riusciti a far integrare ciò che alcune aziende sanno produrre con ciò che altre imprese sanno realizzare. Così è stato tra Gortani e Fill In The Blanks.
IP4FVG si è fatta partecipe ed interprete di un’integrazione fattiva tra due aziende e ci ha spinti a consolidare e concretizzare questa collaborazione sviluppando questo proof of concept con una prospettiva strategica di innovare ulteriormente il prodotto, corredarlo di servizi a valore aggiunto e, pertanto, di proseguire con la collaborazione.