Scenari

Dalla datification la spinta a una sempre maggiore adozione dell’IoT

Un’analisi di Forbes traccia cinque direttrici lungo le quali dovrebbero svilupparsi le progettualità IoT nei prossimi mesi. In un mondo data-driven, l’IoT dà carburante ai progetti di datification

Pubblicato il 03 Gen 2022

best practice: concept Iot

C’è un termine – per quanto ostico possa risultare in italiano – con il quale è il momento di prendere maggiore confidenza.
E ha molto a che vedere con l’Internet of Things, con l’IoT.
Datification. Datificazione.
Non è certamente un termine nuovo, anzi. Da almeno un decennio appartiene all’ampio contesto della data science.
È tuttavia arrivato il momento di inserirlo e contestualizzarlo nello scenario che stiamo vivendo. Uno scenario sempre più data-driven, nel quale oltre alla digitalizzazione è importante che si inseriscano anche processi di datificazione.
La Treccani definisce la Datification come il “Processo tecnologico che trasforma vari aspetti della vita sociale o della vita individuale in dati che vengono successivamente trasformati in informazioni dotate di nuove forme di valore anche economico”.
E la datificazione è proprio il pilastro sul quale poggia l’Internet of Things: raccogliere dati e trasformarli in informazioni.
Nei giorni scorsi, Forbes ha pubblicato un’analisi interessante sulle prospettive di sviluppo dell’IoT nel corso dei prossimi mesi, proprio alla luce di questo crescente bisogno di datificazione, identificando cinque ambiti che rappresentano di fatto altrettante linee di sviluppo del settore nei prossimi mesi.

Datification e IoT nella sanità

Di fatto, nell’analisi di Forbes emerge come, complice l’emergenza pandemica, il mondo della sanità sia probabilmente uno dei settori nei quali l’Internet of Things abbia trovato maggiore applicazione.
Si tratta di una adozione molto ampia, che abbraccia utilizzi e finalità diversi: dagli strumenti per il monitoraggio del distanziamento sociale ai dispositivi indossabili per il controllo e il monitoraggio degli stili di vita, fino alle applicazioni di telemedicina, teleconsulto e telemonitoraggio dei pazienti fragili o cronici, per arrivare ai dispositivi medici specializzati per il controllo della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca, alle pompe per insulina, ai defibrillatori e finanche alle sedie a rotelle: tutti dispositivi connessi che raccolgono i dati che aiutano i medici a comprendere meglio le condizioni e lo stile di vita dei pazienti.
Proprio nel corso dell’emergenza pandemica, i dispositivi IoT utilizzati in ambito sanitario hanno consentito ai professionisti del settore di raccogliere dati sulle condizioni dei pazienti, limitando i rischi connessi al contatto ravvicinato con persone potenzialmente infettive.
Un ambito di applicazione che ha mostrato le sue potenzialità positive sia per ampliare il numero di pazienti seguiti con attività di prevenzione, diagnosi e cura, sia per offrire nuove possibilità di accesso ai servizi di assistenza per pazienti con difficoltà motorie o che vivono lontani dai presidi sanitari.

Non solo IoT security, ma IoT per la sicurezza

C’è un secondo ambito sul quale Forbes ha puntato il riflettore ed è quello della sicurezza.
Si tratta di un punto di attenzione ambivalente.
Da un lato è innegabile che tanto più cresce il numero di dispositivi connessi, tanto più ampia diventa la superficie di attacco disponibile per chi voglia sferrare attacchi cyber. Per di più, spesso si tratta di dispositivi non adeguatamente protetti, che forniscono punti di accesso ideali alle reti o ai dispositivi personali.
D’altro canto, ed è questa la nota interessante dell’analisi di Forbes, gli stessi dispositivi fungono da utili sentinelle per chi si occupa di sicurezza. Raccogliendo dati sul traffico, sull’utilizzo della rete e sui comportamenti degli utenti e di altri dispositivi connessi, i dispositivi IoT forniscono essi stessi il “carburante” che va ad alimentare gli algoritmi utilizzati per prevedere e prevenire gli attacchi informatici. Tutto questo in perfetto allineamento con la logica di datificazione di cui abbiamo accennato all’inizio.

Cresce l’IoT Edge

Nei prossimi mesi, sempre per restare sull’analisi di Forbes, ci sarà un ulteriore impulso a tutto quanto ruota intorno al mondo IoT Edge. Ne abbiamo scritto molto in questi mesi: edge computing e IoT rappresentano un connubio ideale. Disporre di dispositivi con capacità di analisi integrate, nei quali l’elaborazione dei dati viene eseguita il più vicino possibile alla fonte dei dati stessi non solo velocizza i tempi di analisi, ma alleggerisce anche i flussi di dati verso il cloud. Inoltre, aspetto quest’ultimo da non trascurare, nel caso in cui un dispositivo IoT raccolga dati personali, gli utenti hanno la tranquillità di sapere che le informazioni in esso contenute restano in loro possesso e custodia.
Secondo Forbes, nel 2022, grazie anche alla crescente adozione di ambienti cloud ibridi, l’edge computing avrà un peso sempre maggiore nell’ambito delle soluzioni IoT, soprattutto in quegli scenari d’uso nei quali è necessario fornire informazioni in modo tempestivo e sicuro.

Focus sull’Industrial IoT

Non può mancare una riflessione sul futuro dell’Internet of Things nel mondo industriale, vale a dire dell’Industrial IoT (IIoT). Lo abbiamo sottolineato più volte da queste pagine: l’IoT ha enormi implicazioni nel modo in cui le imprese producono beni e servizi, si relazionano con i loro clienti lungo tutto il ciclo di vita del prodotto, seguono le attività di supporto. produciamo beni, forniamo servizi, vendiamo ai clienti e seguiamo il supporto.
In questo caso, a fare la differenza nei prossimi mesi sarà il concetto stesso di IoT as-a-service, che consentirà anche alle aziende più piccole di beneficiare delle opportunità offerte dalle smart factory e dalla crescente automazione, non solo guadagnando in efficienza, ma acquisendo una comprensione basata sui dati delle loro operation e dei loro processi.

Imprese più resilienti grazie all’IoT

La quinta leva sulla quale accende il riflettore Forbes potrebbe sembrare insolita, pur essendo forsde il termine maggiormente usato negli ultimi due anni: resilienza.
È comunque innegabile che dopo le “disruption” degli ultimi due anni, la resilienza sia in cime alle priorità di qualunque impresa. E l’Internet of Things è una delle leve che aiutano a dar vita a organizzazioni più solide e resistenti. Oltre agli ambiti di applicazione cui abbiamo già fatto cenno, l’IoT supporta la creazione di supply chain resilienti, ad esempio monitorando lo spostamento di merci, prodotti e materie prime tra un’azienda, i suoi fornitori e i suoi clienti, anticipando le criticità che potrebbero causare ritardi e suggerendo piani di contingenza.
Gli strumenti di monitoraggio che tengono traccia dei movimenti del personale all’interno delle strutture e monitorano l’efficienza della forza lavoro, anche in termini di competenze e capacità di risposta agli eventi.
E dato il perdurare delle situazioni di incertezza, non v’è dubbio che le soluzioni IoT progettate per aiutare a prevedere e reagire alle interruzioni continueranno ad attirare l’attenzione delle imprese di molti, se non tutti, i settori.

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