Numerazioni premium nel mirino del regolatore

Cosa sta succedendo nel mercato delle numerazioni premium? Da alcune settimane si rincorrono le notizie sulla disabilitazione di default stabilita…

Pubblicato il 01 Giu 2008

Cosa sta succedendo nel mercato delle numerazioni premium? Da
alcune settimane si rincorrono le notizie sulla disabilitazione
di default stabilita dall’Autorità Garante nelle
Comunicazioni per una serie di numerazioni a sovrapprezzo, con
la deliberazione n. 97 del 20 febbraio 2008. Nella ridda di
interpretazioni, quale è la più corretta? Al momento in cui
scriviamo, fine del mese di maggio, abbiamo appena assistito
all’ultimo colpo di scena da parte dell’Autorità:
è del 9 maggio la delibera n. 201, che ha modificato il
paniere delle numerazioni colpite dalla disabilitazione
automatica, escludendo una serie di numeri a sovrapprezzo.

L’Autorità, infatti, ha modificato l’allegato 1
della deliberazione n. 418/07/ CONS, che ricomprendeva nel
paniere praticamente tutte le numerazioni premium, oltre a
quelle satellitari. In realtà, con la 418 del 2007
l’Autorità non aveva ancora preconizzato un intervento
così drastico come la disabilitazione di default, che è stata
invece introdotta a sorpresa nel febbraio di quest’anno.

La 418 del 2007 aveva stabilito qualcosa di ben diverso e cioè
che gli operatori della telefonia fissa, quali Telecom, Teledue
e Infostrada, avrebbero dovuto offrire gratuitamente agli
abbonati che ne avessero fatto richiesta diverse opzioni di
sbarramento selettivo delle chiamate alle numerazioni
“incriminate”, indicate nel citato allegato 1: il
blocco selettivo con PIN o il blocco permanente delle chiamate.
Il termine per informare gli utenti era stato fissato in 120
giorni dalla entrata in vigore della delibera. La 418 del 2007
è apparsa sulla Gazzetta Ufficiale in pieno periodo estivo (16
agosto 2007), con l’intero Paese affetto da narcosi
paralizzante vacanziera, il che è servito agli operatori della
telefonia fissa per lamentare che l’effetto ferragosto
avrebbe reso di fatto impossibile mettere in atto in tempo
utile le procedure necessarie per informare gli abbonati vecchi
e nuovi, delle novità introdotte dall’Autorità. Fatto
sta che Telecom & C. avrebbero dovuto informare i nuovi
abbonati in forma scritta al momento della conclusione del
contratto e i vecchi abbonati con appositi comunicati da
inserirsi nelle prime tre fatture: nulla di tutto ciò è stato
fatto nei quattro mesi successivi alla delibera.

Il 13 dicembre 2007, allo scadere del termine ultimo per dare
esecuzione alla delibera, il Tar del Lazio – su richiesta di
Telecom – ha sospeso il termine stabilito dall’Autorità,
che è stata caldamente invitata a fissarne di nuovi e più
adeguati. A seguito del pronunciamento del Tar, con la delibera
97 del 2008 l’Autorità ha fissato il termine,
ristrettissimo, del 31 marzo 2008 per la definitiva attuazione
degli adempimenti relativi allo sbarramento selettivo di
chiamata previsti dalla 418, rinviando al 30 giugno il termine
per adeguarsi alle indicazioni relative alla c.d.
“bolletta trasparente” e al traffico anomalo.

Ed è a questo punto che l’Autorità ha tirato fuori il
coniglio dal cilindro, introducendo una misura inaspettata e
drastica, dal sapore talebano, quale la disabilitazione di
default dal 30 giugno 2008 di tutte le numerazioni indicate nel
paniere già approvato con la 418 del 2007, cioè quelle stesse
numerazioni per le quali aveva ritenuto sufficiente, pochi mesi
prima, la misura della disabilitazione selettiva a richiesta
dell’utente. In pratica, gli operatori della telefonia
fissa sono stati informati il 7 marzo – data della
pubblicazione della delibera 97 sul sito dell’Agcom
– che avrebbero dovuto informare gli utenti che:

• dal 31 marzo 2008 è disponibile lo sbarramento
selettivo di chiamata, che è possibile scegliere tra le
diverse opzioni di blocco selettivo delle chiamate oppure
rinunciare del tutto allo sbarramento;

• nel caso di mancata manifestazione di volontà entro il
31 maggio 2008, dal 30 giugno 2008 scatterà in automatico la
disabilitazione delle chiamate, fino a nuovo e diverso ordine
del cliente, sulle numerazioni indicate nella deliberazione
418.

Con la bolletta del mese di aprile, Telecom Italia ha informato
gli abbonati della possibilità di avvalersi dei servizi
gratuiti di disabilitazione delle numerazioni a sovraprezzo e
satellitari, senza – però –precisare che avrebbero
dovuto optare per il blocco selettivo delle chiamate o
rinunciarvi entro il 31 maggio 2008, per evitare la
disabilitazione automatica dal 30 giugno 2008. Analoga
informativa, incompleta, è stata fornita sul sito
istituzionale della Telecom. Nulla di fatto, invece, in casa
Teledue e Infostrada.

Questa la situazione fino al 9 maggio, allorché
l’Autorità con la deliberazione n. 201 ha modificato il
paniere di numerazioni comprese nel blocco automatico delle
chiamate, senza però prorogare il termine del 31 maggio, che
risulta, a questo punto, ampiamente trascorso né quello del 30
giugno, ormai incombente. L’Autorità ha escluso dal
blocco automatico di chiamata le numerazioni 892, che offrono
servizi di informazione agli abbonati e 37 numeri 892
utilizzati per servizi di pubblica utilità di informazione e
assistenza clienti e consumatori. Per tali numerazioni, si
legge nella tabella allegata alla delibera, gli operatori
titolari hanno “assicurato” che saranno utilizzati
conformemente alle indicazioni dell’Agcom.

È interessante rilevare che dei 37 numeri
“riabilitati”, ben 28 sono in uso a Telecom Italia.
Inoltre, saranno esclude dalla disabilitazione 10 numerazioni
163 e 164 con tariffa flat (fino ad un massimo di 1 euro, Iva
compresa), utilizzati per il televoto o per raccolta di fondi
per scopi benefici (Telethon e simili). Si tratta di
numerazioni escluse dalla disabilitazione automatica su
richiesta degli operatori o per meglio dire di Telecom, che ha
in uso 9 numeri su 10. Le numerazioni decade 4, invece, saranno
disabilitate dal 30 giugno con esclusione dei numeri gratuiti e
dei numeri che danno accesso a servizi in abbonamento,
supplementari rispetto al contratto principale di fornitura
della linea o del servizio telefonico con l’operatore di
telefonia erogati esclusivamente dal medesimo operatore, quali
per esempio il trasferimento di chiamata. Le misure adottate
dall’Autorità, pur raggiungendo lo scopo di colpire le
numerazioni satellitari e le numerazioni premium che si
collocano al di fuori delle regole sancite dal decreto
Landolfi, di fatto rischiano di tagliare le gambe agli
operatori del settore che utilizzano le numerazioni premium per
servizi di intrattenimento di grande diffusione sociale. Si
pensi che un centro servizi mediamente riceve 600.000 chiamate
all’anno da telefoni fissi, per servizi di pronostici del
lotto e simili. Questo si traduce da un lato in una rilevante
fetta di fatturato, che potrebbe essere definitivamente
vanificato con le ovvie conseguenze anche in termini
occupazionali, e dall’altro in un danno agli utenti che
utilizzano i servizi, che si troveranno privati di un
“passatempo” di grande diffusione e caratterizzato
da un alto tasso di “fidelizzazione”.

Cosa succederà nelle prossime settimane? L’Autorità
correggerà il tiro o interverrà nuovamente il Tar a stoppare
le delibere dell’Agcom? Ve lo diremo… alla
prossima puntata.

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