Industrial IoT

Operation Management in ambito IIoT: come superare gli ostacoli nello sviluppo dei progetti

Quando si parla di progetti nell’ambito dell’Industrial Internet of Things, il rischio è quello di trovarsi di fronte a vere e proprie “opere incompiute”, che non riescono a scalare dal PoC alla messa in produzione. Ma quali sono gli ostacoli e come si superano? Il ruolo di Axulus di Industrie Reply

Pubblicato il 04 Mag 2021

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Nonostante l’Industrial IoT sia considerato da molti analisti come uno dei segmenti in più forte crescita nel mondo manifatturiero e nonostante anche i dati più recenti dell’Osservatorio Internet Of Things del Politecnico di Milano sottolineino come le imprese che hanno un forte commitment in questo ambito sono in grado di estendere la propria offerta con servizi a valore aggiunto e, in alcuni casi, di rivoluzionare il proprio modello di business,  ancora oggi molti dei progetti avviati in questo ambito fanno fatica a decollare e a uscire dalla fase del PoC (Proof of Concept).

I benefici, sulla carta, sono chiari a tutti: collegare le operational technologies ai sistemi IT aiuta a semplificare le attività, ridurre i tempi di fermo, migliorare la produttività, generare nuovi flussi di reddito e alimentare l’innovazione.
Ma nel passare dalla definizione teorica dei benefici alla loro realizzazione concreta, il passo è tutt’altro che breve.
Interessante a questo proposito un rapporto pubblicato qualche mese fa da Beecham Research e pragmaticamente intitolato: “Why IIoT Projects Fail”, che raccoglie evidenze da moltissimi studi sviluppati dalle principali società di analisi e dai più importanti player tecnologici sul tema specifico.
Secondo lo studio, oltre la metà dei progetti di Industrial Internet of Things viene definita se non del tutto fallimentare per lo meno non riuscita dai suoi promotori, che fanno fatica a portarli avanti, scalando dai PoC alla messa in produzione definitiva, col rischio di non riuscire a portarli a compimento.
Cerchiamo dunque di capire quali sono gli ostacoli che frenano lo sviluppo di importanti percorsi di innovazione nelle imprese del manifatturiero.

Quali ostacoli nello sviluppo di progetti IIoT

1 – Mancanza di allineamento sugli obiettivi

Un primo elemento di criticità che emerge dal report di Beecham Research riguarda la definizione degli obiettivi per i quali il progetto viene sviluppato: se non viene condotta in modo corretto, come troppo spesso accade, è difficile comprendere l’effettivo ritorno sull’investimento effettuato.
Per altro, l’arco temporale sul quale molti progetti sono concepiti è in genere talmente lungo che spesso le imprese sono portate a credere che il loro non sia riuscito, semplicemente perché non riescono ad avere evidenza dei benefici effettivi che ne derivano.
Dal report emerge anche come oltre la metà delle imprese faccia fatica a stabilire un business case chiaro per i propri investimenti. Un vulnus non da poco che, se associato ad altri elementi, come l’incapacità a trarre reale significato e beneficio dai dati raccolti, non può che tradursi in un blocco del progetto stesso.
La mancanza di visione sul business case rende difficile anche la definizione del costo del progetto nella sua interezza e dei tempi necessari alla sua realizzazione.

2 – Incapacità di cogliere la portata completa e la tempistica di un progetto

Alle criticità sopra esposte, se ne aggiunge un’altra assolutamente rilevante: quando si parla di progetti IIoT, entra in gioco un complesso mix di interconnessioni, collaborazioni tra uffici e ruoli funzionali, collaborazioni interne ed esterne all’azienda. La gestione di questo mix di relazioni e interrelazioni è un elemento di criticità che può mettere seriamente a rischio aspetti chiave del progetto quali il rispetto dei tempi e dei costi.

3 – Complessità

Sicuramente il terzo, importante ostacolo che frena il successo di progetti IIoT è rappresentato dalla complessità. Si parla di progetti che di fatto richiedono un ventaglio piuttosto esteso di competenze in domini anche molto diversi tra loro, dall’hardware IoT al software embedded, dalla connettività wireless al cloud, dai protocolli IoT alla sicurezza, giusto per citarne alcuni.
E non basta possedere tutte queste competenze di dominio: bisogna anche integrarle dove serve, mettere in connessione i dispositivi, abilitare tramite API lo scambio di dati, garantire che le comunicazioni avvengano in ambienti sicuri. E quando dal PoC si passa in produzione, o ancora quando si desidera aggiornare, migliorare o modificare le funzionalità di una soluzione, tutte le modifiche devono essere riportate a cascata su tutti i firmware e tutti i dispositivi.

4 – Comunicazione

Altri studi evidenziano come una delle cause che mettono in crisi lo sviluppo di progetti IIoT sia da ricercarsi nella mancanza di allineamento e comunicazione tra i diversi team e le diverse aree funzionali coinvolte nel progetto, che faticano ad avere una visione d’insieme sulle fasi di sviluppo e sui progressi in corso.

A queste considerazioni, si aggiunge, infine, un altro studio, condotto da Libelium e riportato sempre nel report di Beecham, nel quale si sottolinea come per molte aziende sia davvero complesso definire quali parametri misurare per raggiungere gli obiettivi del progetto e di conseguenza scegliere i sensori più adatti allo scopo.
Ulteriori complessità si incontrano, poi, nella scelta del provider per la connettività, nella possibilità di raccogliere dati aggiuntivi per eventuali estensioni del progetto o ancora nella definizione della flessibilità del budget per eventuali miglioramenti in corso d’opera.

La situazione in Italia

Se i dati internazionali mostrano un quadro sicuramente complesso, ulteriori conferme arrivano anche dagli osservatori italiani. Nella sua ultima edizione, l’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano sottolineava come se il 54% delle grandi imprese che fanno parte del suo panel di analisi ha avviato progetti in ambito IIoT nell’ultimo triennio, questa percentuale scende drammaticamente al 13% quando si parla di piccole e medie imprese, proprio in ragione di tutti gli ostacoli sopra descritti.

Una soluzione per rimuovere gli ostacoli: Axulus

È dunque in questo scenario che si inserisce una soluzione come Axulus, sviluppata da Industrie Reply, l’azienda del Gruppo Reply che si occupa dello sviluppo di piattaforme e soluzioni per il mondo industriale.
Axulus viene descritta da Industrie Reply qualcosa di più di una soluzione di Project Management. Industrie Reply la definisce uno strumento di Industrial IoT Operation Management, dunque una soluzione pensata per supportare i team impegnati in un progetto a gestirne tutte le fasi. È una soluzione in Cloud che accompagna tutti i soggetti coinvolti nelle diverse fasi di sviluppo, supportandoli nella gestione e ancor di più nella risoluzione di tutti i problemi che si possono presentare.
Axulus, infatti, funge da repository di tutti gli elementi che compongono la soluzione e il progetto: strumenti, documentazione, funzioni e competenze coinvolte. Non è un caso che Industrie Reply lo definisca un “acceleratore per i progetti IoT”: Axulus rende disponibile una procedura guidata, che aiuta gli utenti fin dalle primissime fasi e li accompagna fino alla messa in produzione. Si parte infatti dalla definizione dell’obiettivo e dalla definizione del caso d’uso, vale a dire proprio dai due aspetti che, come accennavamo all’inizio, rappresentano i primi ostacoli alla buona riuscita del progetto stesso.
Solo dopo aver chiarito questo primo punto si procede con l’identificazione di tutte le figure e le funzioni da coinvolgere, mentre la definizione dello stack tecnologico rappresenta l’ulteriore, successivo passaggio nel quale si mette a punto una vera e propria “ricetta”, che prende in esame tutte le componenti, dalla sensoristica agli asset, dal data model all’Edge and Communication, dai sistemi operativi alla data visualization fino alla User Interface.
L’aspetto più interessante di Axulus è che la soluzione rende disponibili una serie di modelli, che possono essere implementati tramite workflow digitali negli ambienti di produzione industriale.
È possibile attingere alla libreria di modelli esistenti, o crearne di nuovi, in base alla propria specifica necessità, ma, ancor di più, è possibile riutilizzare elementi già in uso in una soluzione e introdurli in un altro scenario, con un risparmio significativo in termini di tempi e costi.

È solo alla fine del percorso di disegno della soluzione che Axulus si trasforma in uno strumento di Project Management, monitorando tutte le fasi esecutive del progetto fino alla sua conclusione e alla reportistica finale.

Di Axulus e delle sue funzionalità abbiamo scritto in questo articolo.

L’immagine di apertura è ripresa dal sito di Reply

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