L’Open World 2019 di San Francisco di Oracle è stato caratterizzato da numerosi annunci, che sostanzialmente confermano la strada intrapresa da alcuni anni a questa parte. Oracle ha deciso infatti di sposare l’approccio cloud e multicloud, senza per questo rinunciare a presidiare il mondo dell’on premise, dove peraltro continuano a girare la maggioranza delle applicazioni critiche dei suoi clienti. Lo dimostrano, in particolare, due importanti partnership che sono state annunciate in California, vale a dire quelle siglate con Microsoft (che in realtà era già stata ufficializzata lo scorso giugno) e VMware. Che vanno esattamente nella direzione di favorire l’integrazione tra le soluzioni prodotte da diversi vendor, che magari coesistono ma faticano a dialogare tra di loro. Come ha raccontato Alessandro Ippolito, Technology Country Leader di Oracle Italia, “si tratta di annunci che rispondono alla esigenza di seguire la trasformazione digitale dei clienti. Venendo alla partnership con Microsoft, la connessione con i nostri Data center assicurerà tempi di latenza bassissimi, minori di quelle che possono essere ottenute attualmente con soluzioni ad hoc. Non solo: il servizio diventerà trasparente: ci sarà un livello di supporto unico in caso di problematiche, assicurando così al cliente la gestione delle criticità. Tutto questo è facile da comprendere, rimuove un importante ostacolo alla realizzazione di investimenti importanti nel cloud”.
Rafforzato l’impegno sulla sicurezza
Nella stessa direzione va anche l’accordo stabilito con VMware, che dovrebbe facilitare la migrazione dei carichi di lavoro di VMware vSphere all’infrastruttura Oracle Gen 2 Cloud. Per il momento, invece, non sono in vista partnership simili con gli altri protagonisti del cloud pubblico. A San Francisco Oracle ha poi riservato estrema attenzione a quello che oggi costituisce il suo fiore all’occhiello delle sue applicazioni cloud, vale a dire la suite Oracle Enterprise Resource Planning (ERP) Cloud e Enterprise Performance Management (EPM) Cloud. In quest’ottica sono stati annunciati una serie di aggiornamenti che dovrebbero permettere alle organizzazioni di migliorare la produttività, ridurre i costi e migliorare la propria capacità di controllo. A collante di tutta l’azione di Oracle resta la sicurezza: a questo scopo è stato annunciato l’ampliamento del proprio portafoglio di soluzioni di sicurezza con nuovi servizi cloud progettati per proteggere automaticamente i carichi di lavoro e i dati dal rischio di configurazioni errate e dalle minacce informatiche. I tre nuovi servizi cloud, Oracle Data Safe, Oracle Cloud Guard e Oracle Maximum Security Zones, sono concepiti appositamente per gestire centralmente la configurazione e il profilo della sicurezza, così come l’applicazione automatica delle pratiche di sicurezza.
Ferrari e Autostrade tra i casi di successo
Ippolito ha poi confermato come l’Autonomous Database, soluzione su cui Oracle ha puntato con decisione negli ultimi anni, sta cominciando a ingranare, con circa 500 installazioni a livello globale nello scorso trimestre, destinate a diventare 1000 in quello attuale. Sia lato applicativo che sull’Autonomous database nel management italiano di Oracle c’è soddisfazione per i casi di successo italiani – tra cui spiccano i nomi di Ferrari, Illy e Autostrade per l’Italia – che sono stati ampliamente illustrati all’Open World 2019. A San Francisco è stato poi svelato un imminente piano (a scadenza 2020) che porterà alla realizzazione di 20 data center a livello globale, così da coprire al meglio tutte le diverse aree geografiche.