Secondo i dati forniti dalla School of Management del
Politecnico di Milano il mercato italiano delle Mobile App
vale complessivamente 75 milioni di euro, e nel corso del 2011 è
quasi raddoppiato.
Apple fa la parte del leone, nonostante Android abbia
superato il sistema operativo iOS a livello di diffusione di
terminali e l’offerta di App su Google Play sia
oggi molto più simile a quella dell’App Store rispetto ad
un anno fa. Tra i due marketplace, però, si registrano ancora
significative differenze sul livello di utilizzo e sulla
capacità di monetizzazione, a causa principalmente della
mancanza di un sistema di pagamento consolidato nel mondo
Android.
Secondo quanto dichiarato dalla stessa Apple, dal momento del suo
lancio avvenuto nel 2008 fino allo scorso marzo,
dall’App Store sono state scaricate 25 miliardi di
applicazioni, mentre sono 10 miliardi quelle scaricate dal Market
di Google.
Dalla ricerca dell’Osservatorio Mobile Content, Internet
& Apps del Politecnico emerge che gli utenti scaricano
soprattutto Giochi, prima categoria di download sia su Apple sia
su Google con un peso superiore al 50%, seguiti dalle Utility,
App di Infotainment (terzo posto su AppStore) e di Navigazione
(terzo posto Google Play).
Un’ulteriore survey condotta dall’Osservatorio in
collaborazione con Doxa su 910 utilizzatori italiani di App ha
mostrato che il 31% degli utenti ha meno di 5 App
installate sul proprio device, il 34% tra 6 e 20 e il 35% oltre
20. Tali valori, nel caso si considerino i soli utenti
iPhone, cambiano rispettivamente in: 13%, 29%, 58%, evidenziando
come gli utenti della Mela siano i più appassionati. I
proprietari di iPhone sono inoltre i più propensi ad acquistare
App: il 54% degli utenti Android dichiara infatti di
scaricare solo App gratis contro il 27% degli utenti
Apple. Oltre un quarto delle applicazioni scaricate
viene tuttavia utilizzata solo una o al più due volte.
Relativamente al modello di pagamento, su entrambi gli Store è
cresciuta in maniera molto significativa la componente di
Applicazioni free con in-App billing, che prevede di scaricare
un’App gratuita e di ampliare in un secondo momento le sue
funzionalità a pagamento. Le App che utilizzano questo modello
erano a maggio 2012 il 49% di tutte quelle presenti
sull’App Store di Apple, rispetto al 17% di dodici mesi
prima.
I principali trend in atto e gli scenari futuri
Nonostante il grande successo del paradigma dell’App Store
lanciato da Apple, sono diversi i fattori che potrebbero
impattare sulle dinamiche di crescita di questo mercato nei
prossimi anni, e molte cose potrebbero cambiare. In primo luogo
la diffusione dell’HTML5 e delle Web App: ad
oggi tra i siti Web italiani più visitati, sono ancora pochi
quelli che hanno un Mobile site sviluppato in HTML5,
solo il 7% se si considerano la classifica Audiweb e i primi 200
siti web mappati da Alexa.
In secondo luogo, il grado di diffusione e l’efficacia
degli ambienti di programmazione cross-platform, oltre che lo
sviluppo anche nel nostro Paese di nuovi marketplace, quali ad
esempio lo Store di Amazon negli USA o
quello recentemente annunciato da Facebook.
Un altro fattore chiave è invece legato al peso che i sistemi di
pagamento basati sul credito telefonico saranno in grado di
raggiungere, a livello sia di Mobile Site che di Application
Store. In questo ambito un ruolo chiave è svolto da
Mobile Pay, l’iniziativa lanciata da tutti gli
operatori di telefonia mobile italiani che offre, mediante un
unico brand, un nuovo canale di pagamento basato su credito
telefonico per tutti i contenuti digitali (non solo Mobile ma
anche Internet).
Dopo l’avvio nel 2011, il 2012 sarà un importante banco di
prova per questo progetto. Altrettanto importante è la
possibilità di giungere ad accordi con chi gestisce i principali
Application Store per l’utilizzo del conto telefonico come
modalità di pagamento aggiuntiva per il consumatore, a partire
da Google Play.
Un altro fattore di incertezza riguarda il peso dei
diversi sistemi operativi su mercato, con particolare attenzione
al ruolo che Microsoft e Nokia dimostreranno di poter giocare a
fianco di Apple e Google. Importanti saranno anche gli
sviluppi relativi alla regolamentazione del mercato da parte del
legislatore e delle Authority in termini di tutela del
consumatore: si pensi, ad esempio, a nuove regole sulla gestione
della privacy, sulle opportunità di geolocalizzazione
dell’utente o sulla gestione dei big data e/o a
interventi sulla trasparenza e chiarezza nelle comunicazioni ai
consumatori.
Un ultimo punto di attenzione riguarda il ruolo che i tablet
svolgeranno in alternativa a cellulari e smartphone nella
fruizione di Mobile Content e Mobile App nella competizione per
lo “share-of-wallet” e lo “share-of-time”
del consumatore. Tale competizione potrebbe cannibalizzare la
crescita dei ricavi legati al canale Mobile, anche a seguito
della maggior diffusione di offerte “in cloud”, che
consentono di fruire di un medesimo contenuto su più device
(senza necessità di replicare l’acquisto per ogni
terminale posseduto).