Nonostante lo scenario economico, la Business Mobility continua a salire nelle priorità strategiche delle imprese italiane, che sempre più introducono i Mobile Device (notebook, ultrabook, ma soprattutto smartphone e tablet) per supportare le attività di diversi tipi di dipendenti (in particolare C-Level e personale di Vendita), sviluppano Mobile App e adottano piattaforme di Enterprise Application Store. Intanto cresce in parallelo anche l’attenzione per la Mobile Security e per il BYOD (Bring Your Own Device), anche se in quest’ultimo caso spesso non vengono definite specifiche policy.
Queste le risultanze principali dell’edizione 2013 dell’Osservatorio Mobile Device e Business App, presentata oggi e basata su tre principali indagini, rispettivamente sulle grandi aziende (con interviste a oltre 200 CIO delle principali imprese italiane), sulle PMI (condotta in collaborazione con Doxa su 421 Piccole e Medie Imprese italiane), e sugli utenti business, basata sui pareri di oltre 1.000 Manager e Professional italiani. Data la ricchezza dei contenuti dell’Osservatorio, in quest’articolo ci soffermeremo sulle grandi imprese, mentre la prossima settimana approfondiremo i responsi delle ricerche su PMI e utenti business.
Solo un CIO su 10 non vuole i tablet
Nonostante la congiuntura economica e le conseguenti forti revisioni nei budget degli ultimi anni, nel 50% delle grandi aziende italiane i progetti Mobile Business hanno, già dal 2013, una priorità alta o medio-alta, mentre l’anno prossimo la Mobility assurgerà ad assoluta top priority per ben il 66% dei CIO.
Il 68% ha già introdotto gli smartphone e il 57% i tablet, seguiti a lunga distanza da ultrabook e ‘phablet’ (smartphone con display superiore a 5 pollici), presenti rispettivamente nel 23% e nel 22% dei casi. Soffermandoci sui tablet, solo un CIO su dieci non ha intenzione di introdurli, il 13% lo farà nel breve periodo e un altro 20% sta valutandone l’introduzione nel medio/lungo periodo, mentre tra quelli che li hanno già adottati, il 62% si dichiara pienamente soddisfatto. I tablet grandi (con schermi da 9”/10”), prevalgono nettamente su quelli piccoli (con schermi da 7”/8”), sopravanzati anche dai phablet.
In merito alle diverse figure professionali, due Executive & C-Level su tre (64%) utilizzano già un tablet, e un altro 12% lo riceverà a breve. Tra il personale di Vendita il 41% ha un tablet, in crescita rispetto al 29% dello scorso anno, e un altro 41% lo utilizzerà in futuro (16% a breve e 25% a medio/lungo): la velocità d’adozione per questa figura professionale risulta, negli ultimi tre anni, molto alta. Per i Manutentori aumenta, nonostante resti limitato, il numero di aziende che hanno introdotto i tablet (17% contro 13% del 2012), ma anche la percentuale dei CIO non interessati (50% contro 42% del 2012). Infine i Trasportatori, tra i quali si trovano solo alcuni casi isolati d’adozione.
L’effetto ‘sostituzione’ del tablet rispetto ad altri device mobili riguarda solo i netbook/notebook. Per quanto riguarda Executive & C-Level, raramente i tablet vanno a sostituire gli smartphone (9%) mentre quasi in un quarto dei casi sostituiscono i notebook (23%). Tra il personale di Vendita, i tablet stanno sostituendo soprattutto notebook e netbook (34%), mentre per i Manutentori, circa un CIO su 5 pensa di sostituire i notebook/netbook con i Tablet, e oltre un CIO su 3 li affiancherà ad altri strumenti oggi già in uso.
Sistemi operativi: il 31% ne ha uno solo, il 43% due
Un importante elemento da decidere è poi il Sistema Operativo Mobile, tra l’esigenza di razionalizzare e quella di non legarsi troppo a una sola piattaforma. La sfida tra i Mobile OS (iOS di Apple, Android di Google, BB10 di BlackBerry, Windows di Microsoft) rimane accesa: il 31% dei CIO rispondenti ha infatti deciso un solo Sistema Operativo di riferimento, mentre il 43% ne ha individuati due. Quando il SO è uno solo, iOS continua a essere il più diffuso, anche perché è stato il primo disponibile sul mercato; quando sono due, accanto a iOS troviamo Android.
Abbiamo parlato tante volte dell’importanza della Mobile Security soprattutto in ambito business, e un altro segnale positivo che proviene dall’Osservatorio è che la percentuale di CIO che ancora non ha considerato queste tematiche si riduce dal 27% del 2012 al 15% di quest’anno. Questi casi, oltretutto, sono spesso relativi a situazioni in cui i Device Mobili (e le Mobile App) non supportano processi strategici, e non richiedono quindi una forte integrazione con i Sistemi aziendali. Da notare in quest’ambito che cominciano a diffondersi soluzioni di virtualizzazione, da poco disponibili anche in versione ‘mobile’, che creano un ambiente virtuale appunto su un dispositivo mobile, dividendo logicamente l’ambiente personale da quello lavorativo.
Altro tema estremamente attuale è il ‘Bring Your Own Device’ (BYOD): è più che raddoppiata rispetto al 2012 la percentuale di CIO che consente ai dipendenti di utilizzare il proprio Mobile Device personale a scopo lavorativo, dal 20% al 45%. D’altra parte nel 63% dei casi non sono state definite policy univoche per regolamentare il BYOD, e spessissimo la scelta e/o l’uso di dispositivi personali è riservato solo a Executive e C-Level. Nella maggioranza dei casi comuque (58% per gli Executive, 88% per le altre figure professionali) vale la logica del dispositivo aziendale, scelto e acquistato direttamente dall’azienda e fornito all’utente. I principali motivi di resistenza al BYOD sono la carenza di strumenti per gestire le problematiche di sicurezza (59%), l’eccessiva complessità di gestione (52%), e la convinzione che il BYOD non porti benefici per gli utenti (30%).
Mobile App, solo il 4% non le considera
Il secondo pilastro delle strategie di Mobility aziendali è costituito dalle Mobile Business App, e in effetti solo il 4% delle grandi imprese analizzate non le ha introdotte e non ha intenzione di farlo in futuro, mentre il 35% lo ha già fatto (limitandole però a una ristretta porzione dei dipendenti), e il 61% conta di introdurle in futuro.
Tra quelle che hanno già introdotto Mobile App, la maggior parte (67%) ne ha implementate meno di 5, e il 90% meno di 10. Inoltre il 22% le ha sviluppate internamente, principalmente per sfruttare le competenze interne e introdurre alti livelli di personalizzazione, gli altri si sono rivolti a System Integrator o Software House. Le tipologie di App più diffuse sono Sales Force Automation (59% dei casi) e Field Force Automation (41%).
Enterprise App Store in ascesa, per gestire i dispositivi e le App
Terzo pilastro della strategia Mobile delle Grandi Imprese è l’Enterprise Application Store (EAS). La Ricerca 2013 conferma una dinamica crescente di adozione degli EAS, già presenti nel 58% delle aziende che hanno già introdotto delle App. Nella quasi totalità (93%) i CIO hanno scelto un Private Enterprise Application Store (prevalentemente implementato in house: 65%); rari i casi di gestione delle App attraverso i Consumer Application Store, grazie ad accordi specifici con i grandi attori di riferimento, o gli Application Store di qualche Provider.
Tra chi ha adottato un Private Enterprise Application Store, più di 7 CIO su 10 vi hanno integrato piattaforme sia di Application sia di Device Management. Un altro 14% si è limitato all’Application Management. Il restante 13% rende disponibili le Mobile App attraverso un repository Web che permette agli utenti di scaricare e installare le App sul dispositivo, ma non consente alla Direzione IT di controllare in modo puntuale l’aggiornamento e l’effettiva installazione delle App sui device.
Infine l’Osservatorio ha analizzato anche come l’EAS si colloca rispetto agli altri Sistemi Informativi aziendali. Il 35% delle aziende ha reso accessibile tramite Mobile Device tutte le funzionalità già sulla Intranet, il 30% solo alcune funzionalità e un ulteriore 14% conta di farlo in futuro. Le funzioni più disponibili sono quelle a supporto della Comunicazione e dell’Operatività (rispettivamente nel 72% e 59% dei casi). “In futuro – si legge nel rapporto – ci si aspetta che l’EAS evolva diventando un distributore delle funzionalità sulla Intranet tramite App personalizzabili da ciascun dipendente in base alle proprie esigenze”.