L’IoT è certamente un fattore di innovazione soprattutto per l’impatto sulla progettazione e conseguentemente per le implicazioni e le opportunità legate ai tools di progettazione. E questa è forse la rivoluzione forse più rilevante dell’IoT e va a incidere proprio sul concetto di progettazione che è chiamato a fare un vero e proprio salto di qualità: da progettazione di prodotti “autonomi” a progettazione di prodotti costituiti da ecosistemi interconnessi.
Stefano Rinaldi
da questa considerazione nascono i concetti che stanno alla base del nuovo piano industriale PTC: da una parte “L’IoT M2M non è più un nice-to-have, ma è mandatory”, dall’altra “con l’IoT cambia il rapporto verso i prodotti, la progettazione deve saper considerare e gestire anche tutto il ciclo di vita”. Queste due convinzione si saldano con il dato di fatto che l’Internet of Things è una realtà di mercato concreta costituita (a seconda delle stime delle varie società di ricerca) da oltre 60 miliardi di dollari di valore prodotti da diversi attori come IoT solution company, Isv, Edge provider, device cloud provider, system integrator e mondo telco che insistono tutti sul mercato M2M. Una opportunità che per essere colta impone di affrontare in modo nuovo il mercato sia nell’articolazione dei prodotti e dei servizi sia nel go-to-market verso i clienti. Stefano Rinaldi, general manager di PTC Italia ricorda le acquisizioni di PTC con ThingWorx a livello di piattaforma, con Axeda come connectivity platform, con Codllight per la predictive analysis e con Vuforia per la realtà aumentata, azioni che le permettono di disporre di un portfolio completo in grado di rispondere a tutte le istanze di sviluppo e di integrazione tra il mondo della progettazione e la gestione del ciclo di vita dei prodotti in una prospettiva di prodotti costituita da oggetti interconnessi.
“Per tanti anni si è vissuta una sorta di dicotomia tra mondo digitale mondo reale – osserva Rinaldi – Per tanto tempo si è cercato, con successo, di digitalizzare il mondo fisico arrivando a ottenere straordinari risultati in termini di efficienza per quanto riguarda ad esempio tutto il ciclo di progettazione”. L’IoT ha cambiato completamente questa prospettiva e permette di trovare una sintesi nuova tra il digitale e il mondo fisico. “Se pensiamo – prosegue Rinaldi – che alcuni prodotti hanno cicli di vita di anni o decine di anni, diventa fondamentale tenere in considerazione già in fase di progettazione tutto il tema IoT che permette di gestire innanzitutto tutto il suo ciclo di vita: ad esempio considerando tutta la sensoristica correlata alla gestione del prodotto stesso, per i controlli di qualità o per la manutenzione predittiva, ma anche la sensoristica che permette la interazione del prodotto con altri componenti di un ciclo di produzione più ampio” o la elaborazione di dati che permettono di gestire con più efficacia la produzione o che permettono di metterla in diretta relazione ad esempio con il marketing e con le vendite.
Smart Agriculture
Un esempio molto concreto è rappresentato, nell’ambito della Smart Agriculture, dal più tradizionale dei mezzi di lavoro nel mondo dell’agricoltura, vale a dire il trattore. “Questo mezzo – osserva Rinaldi – si è evoluto da semplice veicolo meccanico per la trazione a un sistema evoluto di componenti digitali. Si è di fatto arricchito di intelligenza” che lo collega alla sensoristica di campo, ai sistemi di rilevazione meteo, alle applicazioni di Smart Agrifood che determinano le azioni degli apparati collegati al trattore stesso per la semina, l’irrigazione, la fertilizzazione. Il trattore sta diventando a tutti gli effetti un sistema collegato o collegabile al cloud e attraverso il cloud a soluzioni di Big Data. Tutto questo non solo cambia radicalmente il mondo dell’agricoltura introducendo nuovi parametri di efficienza, ma esprime anche un modo di lavorare completamente nuovo che deve essere tenuto assolutamente in considerazione in fase di progettazione. In altre parole così come l’IoT è pervasivo a livello ambientale così lo deve essere in tutte le fasi della progettazione e per raggiungere questo obiettivo è necessario disporre di strumenti che permettono di integrare in fase nativa tutto ciò che poi attiene alla gestione della sensoristica e alla connettività IoT.
Per consentire ai propri clienti di gestire al meglio questa opportunità PTC ha attuato una importante riorganizzazione che prevede la suddivisione in due grandi realtà: il Solution Platform Group focalizzato sui business core come Cad, Plm, Alm, Slm e il Technology Platform Group dedicato alle tecnologie che abilitano l’Intenet delle cose, ai Big Data, al machine learning e alla realtà aumentata. “Questa organizzazione – prosegue Rinaldi – ha lo scopo di servire due mercato diversi per sfruttare al meglio possibile le opportunità di sviluppo collegate all’adozione di Iot. Dal punto di vista dell’azione commerciale poi il cambiamento prevede un passaggio da una strategia che prevedeva una copertura su base territoriale a una che è invece basata sulla specializzazione settoriale con esperti in Cad, Plm, Slm che sviluppano sempre più sinergie con il mondo IoT. Tutto questo si traduce anche in una strategia di go-to-market specifica che per quanto riguarda il mondo della Technology Platform Group prevede forme di collaborazione con partner, sviluppatori, integratori, solution provider.
Smart Connected Products
Dal punto di vista dei mercati il Technology Platform Group ha naturalmente un focus specifico su tutto quanto attiene al mondo degli smart connected products e dal punto di vista dei mercati di destinazione Rinaldi sottolinea che oltre al naturale punto di riferimento dello Smart Manufacturing PTC cone l nuova soluzioni e la nuova organizzazione guarda con sempre maggiore intereserre al mondo del retail, alle soluzioni per la Smart Agriculture, alle conncted car e alle Smart City. Per questi settori e per la fortissima domanda di integrazione che esprimono è fondamentale avere un approccio basato su un ecosistema di partner che ha come denominatore come l’expertise e la capacità di integrazione a livello di Iot.
PTC Windchill 11
Fabrizio Ferro, director presales di PTC Italia, sottolinea l’importanza del lancio del nuovo Windchill 11 che permette la gestione intelligente del ciclo di vita dei prodotti. Con oltre 1,5 milioni di utenti nel mondo questa nuova release arriva per rispondere alle esigenze di gestione già in fase di progettazione, di flussi di dati provenienti dai prodotti intelligenti che vanno a comporre i sistemi IoT. PTC Windchill 11 si basa anche sulla piattaforma Thingworx per la integrazione di dati da prodotti fisici, da risorse che si connettono al web e dai sistemi aziendali. “Il concetto fondamentale – osserva Ferro – è che i prodotti un tempo venivano gestiti in maniera completamente indipendente mentre con la gestione delle opportunità dell’IoT tutti i prodotti sono in realtà un vero e proprio sistema di connessioni e di interdipendenze” che PTC Windchill 11 permette di gestire anche con la possibilità di integrare nella stessa progettazione anche le componenti informative, tipiche dell’Internet of Things, legate alla successiva gestione del ciclo di vita del prodotto stesso.
Come logica di prodotto Windchill 11 porta una sorta di “democratizzazione” della progettazione e con le App basate sui ruoli permette un accesso facile alle informazioni; consente inoltre la gestione di una ricerca veloce e per filtri e grazie agli standard Oslc