Cos’è la realtà aumentata
Che cos’è la realtà aumentata o Augmented Reality (AR)? A che cosa serve? La risposta più semplice è spiegare come funziona. Immaginate di inquadrare con un tablet o uno smartphone un oggetto qualunque, potendo visualizzare sul display qualsiasi tipo di informazione aggiuntiva: testi, immagini, filmati dal vero o in animazione.
Un principio della realtà aumentata, infatti, è quello dell’overlay. Un esempio? La fotocamera legge l’oggetto nell’inquadratura, il sistema lo riconosce e attiva un nuovo livello di comunicazione che si va a sovrapporre e a integrare perfettamente alla realtà, potenziando la quantità di dati di dettaglio in relazione a quell’oggetto.
La realtà aumentata esordisce nell’entertaiment ma, in realtà, il focus è un infotaiment che coniuga la quantità e la qualità delle informazioni da utilizzare in un contesto di utilizzo preciso con la facilità interattiva di una qualsiasi superficie capacitiva associata all’uso di una fotocamera e un sistema di gestione dedicato. Ecco di seguito qualche esempio che aiuta a capire contesti e orizzonti dello sviluppo.
Augmented reality, anzi smart reality
Oggi l’AR può sembrare il passo successivo alla smart mobility e alllo smart working. Di fatto l’augmented reality è una forma di visual content management 2.0 che consente ad aziende e organizzazioni di aggiungere nuovi livelli informativi, in tempo reale e ad alto tasso di interazione usando device mobili di qualsiasi tipo, tecnologie indossabili incluse.
Le prime sperimentazioni è vero che sono nate nell’entertaiment, sfruttando quell’effetto wow capace di catturare l’attenzione attraverso la sorpresa e la magia virtuale. Precursori dello sviluppo alcune società come Metaio (recentemente acquistata da Apple) e Blippar.
Esempi di Realtà Aumentata
Tra i brand della distribuzione che sono stati dei precursori a utilizzare l’Augmented Reality Lego e Tesco. I prodromi addirittura molto prima della diffusione di smartphone e tablet: cinque anni fa, infatti, venivano utilizzate installazioni interattive o i pc domestici dotati di fotocamera.
- Ad esempio, per evitare che i clienti più curiosi aprissero le confezioni e per far capire meglio l’utilizzo del gioco contenuto, Lego usa la realtà aumentata come forma di smart packaging: in un corner dedicato, inquadrando una confezione dal monitor si può vedere partire una sorta di trailer con i personaggi in animazione coinvolti in una gag.
- Tesco, invece, aveva iniziato a utilizzare la realtà aumentata su un flyer di promozioni. Da casa l’utente al pc poteva così inquadrare il marker che corrispondeva all’oggetto e questo gli compariva tra le mani. Visualizzare un televisore in 3D come se fosse davvero in negozio davanti all’oggetto reale era un modo per aggiungere alla digital experience una serie di infomazioni aggiuntive importanti (volume del dispositivo e quindi il suo ingombro, le tipologie di ingressi per gli accessori e via dicendo).
- A ruota lo smart packaging di snack e bevande: inquadrando con lo smartphone la confezione il cliente in attesa alla cassa poteva giocare in Ar attraverso una gamification diversificata a seconda della gag. Heinz consentiva di visualizzare ricette da sfogliare utilizzando la nota salsa, Starbuck’s a Natale abilitava sulle sue note cup delle piccole clip a tema con renne, babbi natali e pupazzi di neve in animazione.
Formazione, informazione e teleassistenza con la realtà aumentata
L’industria ha inziato a usare la realtà aumentata e per motivi diversi. N
el settore automobilistico, ad esempio, alcuni brand usano questa tecnologia sia per la teleassistenza che per le attività di presentazione negli show room dei nuovi modelli.
Nelle officine meccaniche il controllo delle parti del motore o dell’impianto elettrico per tutte le attività di monitoraggio e manutenzione può essere risolto grazie all’Augmented Reality che offre informazioni dettagliate in overlay rispetto a ogni singola parte su cui si devono effettuare controlli o interventi.
Queste informazionI possono essere fisse e apparire come cartelli pop up a fianco delle componenti di cui si necessita ulteriore spiegazione, oppure come videotutorial che, attraverso un filmato in overlay, mostra un tecnico che esegue in modo corretto le procedure di intervento sul macchinario.
Lo stesso vale per le attività di manutenzione ad impianti come caldaie, sistemi idraulici, sistemi elettrici o a gas e via dicendo. A supporto della workforce automation un tablet o uno smartphone aiuta i tecnici nel loro lavoro, spiegando al personale nuovo le corrette procedure o aiutando come un help desk virtuale l’operatore in caso di anomalie molto particolari e al di fuori dei lavori di routine.
Realtà aumentata nell’era delle smart city
La realtà aumentata può essere utilizzata dalle realtà museali e dalle pubbliche amministrazioni per comunicare con i cittadini informazioni importanti. Come strumento efficace e tecnologico di realtà virtuale, con la AR infatti, è possibile coniugare ingaggio e divertimento attraverso nuovi percorsi emozionali.
Idealmente parlando, la tecnologia si inserisce nel percorso della Internet of Things, aiutando le smart city a comunicare con i cittadini attraverso una serie di oggetti che diventano parlanti.
Il principio è quello di creare una serie di touch point che fungano da innesco per attivare la situazione in realtà aumentata. Sarà così possibile visitare una città sapendo cosa si sta guardando e perchè, cercare un ufficio pubblico o un laboratorio all’interno di uno stabile complesso come un’ospedale o l’anagrafe, capire come compilare un modulo senza sbagliare i campi.
In un museo il viaggio del visitatore, attravero l’uso di uno smartphone o di un tablet o, semplicemente, attraverso una soluzione di digital signage, diventa un’esperienza immersiva che trasforma esposizione statiche in panorami immaginifichi. L’utente si vede introdotto in uno scenario di contesto in cui, ad esempio, gli animali si materializzano in 3D con tutta la loro vitalità, interagendo attraverso gag tematiche.
A usarla in ambienti pubblici qualche anno fa il National Geographic’s: stazioni e mall commerciali diventavano teatro di uno show intrigante, con dinosauri che camminavano in mezzo alle persone, orsi polari con i cuccioli che passeggiavano mansueti tra le gambe della gente.
Informazione 2.0 Sempre a portata di mano grazie alla realtà aumentata
La multicanalità attraverso l’uso della realtà aumentata trova così un percorso di sviluppo interessante e ad alto valore aggiunto perchè la qualità e la quantità di dati progettati a supporto dell’interazione, arricchiscono l’experience calandola in un contesto ideale: quando serve e a chi serve davvero.
Qualche anno fa HP aveva usato la realtà aumentata per spiegare come inserire le cartucce d’inchiostro nelle stampanti: da telefonino o da tablet, inquadrando la stampante e la cartuccia, iniziava un’animazione che, passo dopo passo, spiegava quale sportellino aprire, come rimuovere la cartuccia esausta, come togliere la protezione alla cartuccia nuova e come andare a inserirla nel vano con la manovra corretta.
Sempre qualche anno fa, Intel aveva fatto un lancio di prodotto usando la realtà aumentata per la presentazione ufficiale. Sul palco il dimostratore teneva in mano un portatile e dietro, dal megaschermo alle sue spalle, il pubblico poteva vedere le informazioni che, in animazione 3D, spiegavano le funzionalità del processore all’interno di questo computer mostrando anche il lato nascosto del sistema.
La questione fondamentale, infatti, non sono tante le dimensioni in scala dei display (megaschermo, tablet, installazione, smartphone) a fare la differenza, quanto lo sviluppo di un progetto di comunicazione integrato che, sfruttando la realtà aumentata, potenzia la comunicazione riuscendo a semplificare e a rendere più completa e ingaggiante l’interazione, innalzando il livello di attenzione.
Oggi le tecnologie sono molto evolute. Esistono addirittura soluzioni che, sullo stile di Power Point, consentono di personalizzare dei template e, tramite funzionalità drug and drop, di implementare i contributi informativi rispetto all’oggetto che si vuole raccontare in AR. Così la realtà aumentata diventa davvero a portata di mano, ma anche a portata di azienda…