La collaborazione fondamentale tra IT e OT e l’evoluzione tecnologica dal paradigma 3.0 al 4.0, lo sviluppo delle competenze e il ruolo dei fornitori di tecnologia e consulenza, gli stimoli del Piano Calenda e la gestione pragmatica di un budget 4.0: sono alcuni dei temi che stanno segnando lo sviluppo dell’Industria 4.0 nel nostro Paese e sono al centro del Research Report Industria 4.0: vision, execution e progettualità nel manifatturiero italiano.
Negli ultimi 12 mesi il fenomeno Industria 4.0 ha conquistato l’attenzione del mondo imprenditoriale, politico e sociale con progetti, investimenti e aspettative, anche e soprattutto sulla scorta del Piano Nazionale Industria 4.0 del Ministro Carlo Calenda, ovvero uno dei più importanti programmi di politica industriale del nostro Paese.
Al di là dell’evidente interesse per questo tema, ci si interroga legittimamente per capire se e quanto le aziende stanno concretamente intraprendendo il percorso verso il paradigma 4.0. Appare diffusa la necessità di capire quali sono oggi le criticità e le opportunità per le aziende che intendono affrontare questo passaggio; così come pure si sente l’urgenza di fissare dei punti fermi per comprendere quali caratteristiche devono crescere nelle imprese in termini di visione strategica e sotto il profilo della capacità di azione.
È questo l’obiettivo della ricerca condotta da Digital360 Research in partnership con IBM (a questo link potete trovare maggiori approfondimenti in merito al Percorso verso l’Industria 4.0 e alla visione di IBM) su un campione di 135 medie e grandi aziende rappresentative del mercato manifatturiero italiano con particolare attenzione ai settori Food, Impiantistica, Automotive, Metallurgia e Pharma. Una ricerca che si è posta in particolare il duplice obiettivo di capire lo stato di evoluzione rispetto al paradigma dell’Industria 4.0, mappando le imprese coinvolte dal punto di vista della capacità di execution (con riferimento sia alle Operational Technology – OT sia all’Information Technology – IT) e dal punto di vista della capacità di visione (sia strategica sia operativa). Accanto a questa analisi la ricerca ha poi voluto indagare i progetti avviati in ambito Industria 4.0, per capire le logiche dei processi decisionali, delle forme di collaborazione, dei modelli organizzativi, degli atteggiamenti prevalenti nella gestione del budget destinato a questa progettualità e del ruolo stesso del Piano Nazionale Industria 4.0 (Piano Calenda).
Industria 4.0 in Italia: Dalle Belle Addormentate agli Attaccanti 4.0
La ricerca ha analizzato contemporaneamente la capacità di Execution, a livello di OT e di IT, e la capacità di Vision verso l’Industria 4.0, sia sotto il profilo tecnologico sia sotto quello strategico. Grazie a questa lettura la ricerca ha permesso di realizzare una matrice di sintesi che ha identificato 5 grandi cluster di imprese con diverse tipologie di approccio e di maturità verso l’Industria 4.0. Emergono cinque profili d’impresa che vanno dalle Belle addormentate agli Attaccanti 4.0 comprendendo profili intermedi come i Teorici, i Praticoni (sia in versione 3.0 sia in chiave 4.0) e come le aziende che hanno avviato processi virtuosi e che sono identificabili come “Imprese In cammino“.
In termini di atteggiamento verso l’Industria 4.0, la ricerca consegna uno scenario caratterizzato da due atteggiamenti agli antipodi, con un quinto delle imprese addormentate e un quinto che invece corre, coniugando al meglio sia la Visione sia la Maturità tecnologica.
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In concreto, il 20% delle imprese intervistate appartiene alla categoria degli Attaccanti 4.0 perché sanno esprimere al meglio le potenzialità del fenomeno Industria 4.0 e dimostrano di coniugare in modo equilibrato visione e capacità esecutiva. Una quota quasi analoga di imprese (21%), all’estremo opposto, sembra non saper reagire a queste opportunità e sembrano avvolte in un “sonno” da Belle addormentate, bloccate tanto dalla mancanza di visione quanto dalla scarsa capacità di azione. Tra questi due “estremi” la ricerca ha identificato negli atteggiamenti verso l’Industria 4.0 tre altre grandi categorie di imprese: i Teorici (29% del campione) gruppo nel quale rientrano coloro che hanno sviluppato una buona visione dei percorsi che conducono all’Industria 4.0, ma che esitano a passare all’azione; i Praticoni (un 15% complessivo tra chi è attivo sul 3.0 e chi già lavora sul 4.0) che al contrario si sono preoccupati di passare all’azione e alla sperimentazione sul campo, ma non hanno sviluppato una chiara roadmap progettuale. Infine, un’attenzione speciale merita la categoria delle imprese In cammino, che dopo essersi interrogate sulla visione Industria 4.0 stanno completando il percorso verso l’Industria 4.0 con un lavoro sulla sperimentazione, sulle tecnologie e sulle competenze.
Dal Manufacturing allo Smart Manufacturing: percorsi di innovazione dal 3.0 al 4.0
Per misurare poi la capacità progettuale per l’Industria 4.0 la ricerca ha analizzato le basi del livello di adozione delle tecnologie 3.0 sia nell’IT sia nell’OT, come un prerequisito per le progettualità 4.0. In particolare all’OT 3.0 fanno riferimento tutte le soluzioni digitali più “tradizionali” per la gestione della produzione e della logistica, come il Computer aided design/Computer aided manufacturing (CAD/CAM) e tutti gli strumenti di analisi ingegneristica, come il Computational fluid dynamics (CFD) e il Finite elements method (FEM). Sempre in questo ambito si considerano poi i sistemi di Product data management (PDM) destinati alla gestione e alla condivisione dei dati tecnici e i sistemi di Product lifecycle management (PLM) che stanno alla base delle logiche di sviluppo e progettazione di tutte le fasi che compongono il ciclo di vita dei prodotti. Parimenti, anche sul lato IT il percorso verso l’Industria 4.0 necessita di contare su una solida diffusione dell’IT di tipo gestionale più “tradizionale”, come ad esempio nell’ERP, nel CRM, nelle applicazioni per la dematerializzazione dei documenti, così come pure nelle soluzioni per l’Information security, la compliance e il risk management.
Dalla ricerca emerge che sul versante OT, i “fondamenti” delle soluzioni tradizionali, sono ampiamente adottate nelle imprese mentre le soluzioni 3.0 più avanzate, ovvero quelle più vicine alla lettura tipica dell’Industria 4.0, fanno fatica ad entrare in azienda.
I4.0: una nuova visione per l’impresa industriale e per il manifatturiero
Focalizzando l’attenzione sulla concretezza dei progetti e delle decisioni legate all’industria 4.0 la ricerca evidenzia che l’awareness creata sul fenomeno ha fatto sentire i suoi effetti e quasi la metà del campione interpellato (46%) ha deciso di attuare progetti I4.0. Nello specifico poi, il 48 per cento di coloro che hanno progetti in corso dichiara di aver dato il via alle iniziative nel corso di questo 2017. Appare però nello stesso tempo preoccupante la mancanza di senso di urgenza che caratterizza le aziende che ancora non hanno iniziato progetti I4.0, convinte che vi sia ancora tempo per valutare questa prospettiva. Si tratta di un atteggiamento culturale che appare radicalmente opposto a quello delle aziende che sono invece partite e che sembrano condividere la convinzione che l’Industria 4.0 è un fattore di cambiamento aziendale che si affianca e si integra con altri progetti di trasformazione digitale o di innovazione.
Industria 4.0 in azienda: un pensiero comune tra IT e OT
La visione strategica del paradigma 4.0 appare chiara ai manager delle imprese intervistate: oltre i due terzi condividono l’importanza assoluta del cambiamento culturale e la necessità di portare anche nelle imprese manifatturiere l’approccio che caratterizza le Internet company. Come pure è diffusa l’attenzione al grande tema della centralità dei dati, sia a livello gestionale sia nell’ambito delle operations. Una consapevolezza e una attenzione che si allargano ai temi della compenetrazione e contaminazione tra IT e OT e all’esigenza di agire con un pensiero comune su queste leve per contribuire al ripensamento dei modelli di business dell’impresa.
L’altro importante elemento di riflessione nell’analisi dei dati raccolti è da individuare nella necessità di stimolare e sostenere una visione dell’Industria 4.0 che non sia limitata solo alla fabbrica e alla “manifattura”, ma che sappia vedere nell’integrazione tra tutte le componenti dell’impresa uno degli elementi fondamentali per vincere le grandi sfide del passaggio “dal prodotto al servizio” o dell’implementazione di architetture di tipo “Manufacturing as a Service“.
Pragmatismo 4.0: le risorse arrivano se arrivano i risultati
La lettura dell’Industria 4.0 in chiave di opportunità per le imprese è confermata anche dall’atteggiamento delle imprese nei confronti di una tematica solitamente delicata come quella del budget. A differenza di quanto si potrebbe pensare, il budget non è infatti percepito come un ostacolo allo sviluppo delle progettualità I4.0. Nelle imprese prevale il senso di concretezza e dalla ricerca emerge che nel momento in cui arrivano i risultati le risorse per gli investimenti non rappresentano un problema. Nel caso poi della percezione relativa al Piano Calenda, le aziende si dicono pronte a “sfruttarlo”, ma anche in questo caso la decisione dipende dai risultati raggiunti. L’atteggiamento pragmatico lo si legge nei numeri della ricerca: nel 31% dei casi le aziende dichiarano che il budget c’è e può crescere a fronte del raggiungimento degli obiettivi. Ma la conferma di questo atteggiamento arriva anche dalla lettura del dato relativo alla “categoria” degli scettici, ovvero coloro che non prevedono nessuna crescita del budget e che la ricerca limita a una quota davvero marginale pari al 2%. Infine nella lettura dello specifico atteggiamento verso il Piano Nazionale Industria 4.0, l’11% del campione è convinto che porterà un incremento degli investimenti, con una “fiducia” che si avvicina al 50% del campione considerando anche la quota di imprese (35%) convinte pragmaticamente che se arrivano risultati dai progetti in corso, il Piano Calenda rappresenterà una leva per attuare e attivare nuovi investimenti.
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