Viene davvero da chiedersi cosa potrebbe succedere in Italia se i linguaggi di programmazione fossero inseriti come materia di studio sin dalle scuole primarie. Ieri sera al Samsung District di Milano l’idea forse più accattivante, tra tutte quelle proposte sotto forma di mobile app Android (sviluppate da giovani dai più disparati background formativi), era proprio l’opportunità di sfruttare le logiche della app economy per incanalare energie e trasformare spunti creativi in potenziali attività imprenditoriali.
Il che non significa diventare a tutti i costi “startupper” o sviluppatori di professione, ma entrare nell’ottica di studiare un contesto competitivo, accettare gli input che arrivano da concorrenti e utenti, verificare le proprie intuizioni e condividerle con il mercato, compiendo quel passo in più, decisivo per provare a intraprendere la via del successo personale. Dal turismo alla ristorazione, passando per la sharing economy e l’intrattenimento, questo approccio presuppone il ripensamento di modelli di business consolidati che potrebbero diventare più efficienti attraverso piccole, grandi rivoluzioni.
Una tappa importante di un lungo percorso
C’era tutto questo ieri nella presentazione dei 16 progetti scaturiti dalla seconda edizione della Samsung App Academy, il corso di 150 ore organizzato dalla filiale italiana del colosso dell’elettronica di consumo, dal MIP (la business school del Politecnico di Milano) e dal DEIB, Dipartimento di Elettronica Informazione e Bioingegneria dello stesso ateneo. Un corso gratuito (diretto da Filippo Renga) e indirizzato a giovani disoccupati di età compresa tra i 26 e i 35 anni privi di competenze tecniche specifiche.
I giovani hanno potuto presentare i progetti tramite il modello dell’Elevator Pitch, che prevede una descrizione dell’app di soli 3 minuti al pubblico.
«Vogliamo che questo corso, inserito nell’ambito del programma internazionale Tech Institute, sia prima di tutto un centro di propagazione della cultura digitale», ha commentato Mario Levratto, direttore Marketing e Relazioni esterne di Samsung Electronics Italia. «La strada è ancora lunga ma abbiamo segnato un passo importante, soprattutto nell’ottica di andare incontro a un’economia in cui mobile app e Internet of Things saranno sempre più rilevanti».
Dopo una selezione tra 250 domande di iscrizione, 30 ragazzi (tra cui ragionieri, studenti universitari di materie umanistiche, laureati in Giurisprudenza o Scienze della comunicazione) sono stati ammessi alle lezioni di Luciano Baresi, docente del DEIB, che ha fornito loro «un’infarinatura su un settore rispetto al quale c’è grande bisogno di professionalità. Questo corso è solo l’inizio – ha detto Baresi -. Le cose da imparare sono ancora tante. Ma anche per me è stata una sfida molto stimolante, essendomi trovato per la prima volta di fronte a persone estranee all’ambito ingegneristico. Più che un’occasione per insegnare è stata un’opportunità di confronto».
Mangiare bene, ovunque
E dal confronto sono nate applicazioni come Eat Well, in grado di proporre ricette rapide in base a esigenze specifiche (diete vegetariane, celiachia, etc) con abbinamenti sempre nuovi. Sfruttando un modello freemium, in futuro Eat Well dovrebbe suggerire ricette anche in base alle offerte presenti sui volantini dei supermercati. Sempre sul piano dell’alimentazione, segnaliamo anche Safe2Eat, ideale per chi ha allergie e intolleranze alimentari, e vuole scegliere i ristoranti in base a menu specifici privi di allergeni, e Quick!, che utilizza la praticità dei codici QR per permettere a clienti e camerieri dei locali di effettuare le ordinazioni in forma elettronica: un sistema perfetto per risparmiare tempo in pausa pranzo.
Turismo su misura
Cicero intende aiutare il turista appena arrivato in una città a scoprirne, in base alla conoscenza del luogo, location rinomate o vere e proprie chicche. Come? Attraverso l’implementazione con Facebook e la creazione di una massa critica di utenti in grado di diventare vere e proprie guide turistiche virtuali tra shopping, cultura e natura. Una volta creato un itinerario ad hoc, l’app si premura di acquistare tutti i biglietti necessari a vivere l’esperienza. Rumble è pensata per far incontrare domanda e offerta turistica in base alle attività da fare su specifici territori o strutture ricettive. Hike Diary permette invece di preparare e vivere escursioni in montagna al meglio, separando la parte preliminare, gestibile tramite informazioni di natura logistica, dall’esperienza vera e propria, attraverso la raccolta di foto e appunti che poi possono essere racchiusi in un diario e condivisi con altri utenti sulla piattaforma.
Per decidere e per organizzarsi
C’è poi Coinflipper, che rispetto a soluzioni simili già esistenti, simula il lancio della moneta virtuale (utile quando si è in due o in gruppo e bisogna prendere decisioni scomode affidandole alla sorte) anche online, coinvolgendo persone non fisicamente presenti e innescando un effetto virale con giochi a premi e contenuti extra che potrebbe aumentare i download. EasyTask ha l’ambizione di sostituire – o meglio integrare – tutte le app disponibili per gestire i propri impegni in agenda: permette di accedere con un unico account e implementa un sistema avanzato di notifiche e personalizzazioni.
Rilanciare cinema e teatri
L’idea di sfruttare la grande passione degli italiani per i social network, e bilanciare invece la loro scarsa propensione ad andare al cinema ha dato vita a Mooviet, con cui è possibile proporre a un gruppo di utenti in una determinata città la proiezione a richiesta di un film presso un multisala aderente al programma. Nel momento in cui si raggiunge il quorum, i biglietti sono automaticamente acquistati in forma elettronica e grazie al crowdsourcing con un sensibile sconto.
Per i gestori di teatri e auditorium e per i loro spettatori, c’è invece Posto a sedere, che permette di digitalizzare le mappe cartacee delle sale per trovare facilmente i posti a sedere e proporre libretti di sala aumentati. Ipotizzata con un meccanismo freemium, Posto a sedere consente a chi si abbona al servizio di usufruire di un sistema di analisi dei dati per ottimizzare le performance economiche di proiezioni e spettacoli.
Fare una startup è solo una delle opportunità
Sono ancora tante le app prodotte dal corso, da Scribo, pensata per aiutare i bambini affetti da disgrafia, a CARe, dedicata al noleggio auto P2P, passando per Past Present Photo, che correla immagini di edifici scattate attraverso il proprio smartphone con fotografie d’epoca. MyClient è una piattaforma di CRM tascabile, mentre Moodplayer un riproduttore di playlist personalizzabili in base all’umore e alla situazione in cui si trova l’utente. The Fall, infine, è l’unico gioco tra i 16 progetti. Creato da Francesco La Marca e Roberto Labianca, che hanno già dato vita a un vero e proprio team di lavoro esterno al corso, prevede già ulteriori sviluppi e acquisti in-app.
Il debutto di queste applicazioni Android sugli online store dipende naturalmente anche dai prossimi passi che i neo sviluppatori saranno in grado di muovere presso incubatori e finanziatori. Ma le chance di crescere sono pure su altri fronti: la prima edizione della Samsung App Accademy ha già aperto le porte di Samsung e di alcuni partner tecnologici ai nove ragazzi più meritevoli, che hanno svolto stage lavorando gomito a gomito con professionisti dell’R&D.
Altri hanno intrapreso strade diverse mettendo a frutto le conoscenze acquisite: Francesco Motta, laureato in giurisprudenza, lavora come Web Developer, Giulio Savarese sta sviluppando una startup legata al mondo food, Davide Gibin è Data Manager per l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) a Parma. «Ma non bisogna sottovalutare l’importanza del networking – ha commentato Andrea Sianesi, presidente del MIP -. Il corso avviato con Samsung è coerente con la mission della business school, che è inserita all’interno di un’università tecnica. E il grande vantaggio che avranno in futuro questi allievi è anche l’essere parte di una comunità di business di alto livello».