Mobile Startup

Satispay, dal “wallet prepagato” tutto italiano un’app per pagamenti a bassi margini. «Poi toccherà ai wearable»

La startup, che ha tra gli investitori i fondatori di Google Wallet, è arrivata a fine settembre a mille punti vendita aderenti, tra cui TotalErg, Grom e PAM, e 25mila download dell’App. «La promessa ai finanziatori è di arrivare a un milione di utilizzatori entro il 2016, e infatti la strategia di internazionalizzazione è in forte accelerazione in Europa», spiega il CEO Alberto Dalmasso

Pubblicato il 26 Ott 2015

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Alberto Dalmasso, CEO e Co-Fondatore della società

A posteriori molte delle idee più originali sembrano semplicissime, peccato che fino a un certo punto non siano venute in mente a nessuno: è di questo tipo anche quella alla base di Satispay, startup italiana che ha ideato un innovativo “wallet prepagato” digitale basato su un’App gratuita e sul codice IBAN del proprio conto bancario. Nata nel 2013, ma operativa solo da quest’anno, Satispay ha sollevato molto interesse anche a livello internazionale, ottenendo in poco tempo 8,5 milioni di euro di finanziamenti: tra gli investitori spiccano i fondatori di Google Wallet, Jonathan Weiner e Ray Iglesias.

«Si tratta di un nuovo circuito di pagamento completamente svincolato da quelli tradizionali delle carte di credito e delle banche – ha spiegato Alberto Dalmasso, CEO e co-fondatore della società, in una recente intervista al sito Pagamenti Digitali –. Il nostro progetto nasce con l’obiettivo di permettere, entro qualche anno, di poter pagare tutto con il cellulare, in totale sicurezza e con commissioni nulle o ridotte al minimo».

L’app Satispay, scaricabile su un qualsiasi smartphone a sistema operativo iOS, Android e Windows, permette di effettuare acquisti, ricariche o trasferire denaro, semplicemente selezionando il destinatario dalla rubrica dei contatti del dispositivo. Sarà sufficiente aver precedentemente caricato la somma sul proprio account Satispay prelevandola dal proprio conto corrente bancario.

L’app si basa su un meccanismo che permette all’utente di decidere l’importo settimanale da prelevare dal proprio conto bancario per alimentare il credito Satispay. Ogni settimana il servizio reintegrerà automaticamente la cifra prestabilita (nel caso in cui il cliente abbia fatto acquisti oltre il budget) oppure predisporrà il bonifico dell’eccedenza, nel caso in cui il cliente sia in attivo sui pagamenti.

«Ci stiamo concentrando sulla creazione del circuito, con l’obiettivo di arrivare in Italia a 1500 punti vendita aderenti entro fine anno. A fine settembre erano già 750 gli esercenti attivi e 250 quelli in attivazione. La media, in questi ultimi mesi, è di 15 nuove adesioni quotidiane al circuito. Tra queste ci sono nomi di spicco come il gruppo Pam, le gelaterie Grom e molte stazioni di servizio TotalErg. Sul fronte degli utenti, abbiamo superato i 25.000 download dell’app e a settembre la media è stata di un centinaio di download al giorno».

La promessa di Satispay ai suoi finanziatori, continua Dalmasso, è di arrivare a un milione di utilizzatori entro la fine del 2016, tanto che la strategia di internazionalizzazione è in forte accelerazione in Europa.

La società opera come un istituto di credito, sfruttando la licenza di uno degli investitori, ICCREA Banca, per ridurre il numero degli operatori coinvolti nella transazione e abbatterne così i costi (ridotti dell’80% rispetto ai canali di pagamento tradizionali). «Siamo riusciti a contenere a un solo centesimo di euro il costo di ogni transazione, che per le banche si aggira invece sui 35 centesimi».

Una politica di prezzo aggressiva

La politica di prezzo di Satispay è particolarmente aggressiva. I punti vendita che aderiscono al circuito non pagano nulla sulle transazioni di valore inferiore ai 10 euro, mentre sulle altre c’è una commissione fissa di 20 cent, qualsiasi sia l’importo. Non sono previste inoltre commissioni di adesione, né canoni mensili per il servizio.

Anche la tecnologia, però, gioca un ruolo fondamentale nella strategia di Satispay. La totale apertura del sistema, che può essere utilizzato da chiunque disponga di un conto corrente bancario con IBAN italiano, unita all’intuitività dell’app, che permette di predisporre un trasferimento di denaro semplicemente selezionando il destinatario dalla rubrica dei contatti dello smartphone, hanno già permesso a molti cittadini di Milano, Roma, Firenze, Como e Cuneo di sperimentare il nuovo sistema di pagamento.

E per il futuro, precisa Dalmasso, la startup italiana sta guardando con attenzione all’universo dei dispositivi wearable e agli smartwatch, «ovviamente senza trascurare la sicurezza, quindi legando le operazioni all’utilizzo di un codice o alle impronte digitali».

Quanto agli sviluppi immediati, entro pochi giorni verrà rilasciata una nuova app per il pagamento degli acquisti online. «Non siamo d’accordo con chi dice che questo ci mette in concorrenza diretta con un colosso come PayPal – conclude Dalmasso –. Il nostro obiettivo principale con questa app è andare a servire una nicchia di mercato, quella delle transazioni a bassissima marginalità – tipico esempio le ricariche telefoniche – che finora era impossibile da servire. Nessuno, infatti, sarebbe disposto a pagare una commissione che, in media, si attesta intorno al 3%, per acquistare online credito per il proprio telefonino».

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