Digital transformation e sostenibilità.
Sono questi i temi chiave sui quali Schneider Electric ha scelto di giocare il proprio futuro, convinta che si tratti ormai di priorità – anzi di urgenze – universali.
E sono proprio questi i temi che la società ha deciso di rendere protagonisti del proprio Innovation Summit World Tour, quest’anno organizzato in tappe dedicate alle diverse region nelle quali è presente e sviluppato, per ovvi motivi, in forma totalmente digitale.
Schneider e la sostenibilità: un obiettivo perseguibile
Non a caso, Jean Pascal Tricoire, Chairman e CEO della società, ha evidenziato, nel keynote inaugurale della manifestazione, come sia difficile, in questo momento, focalizzarsi su qualche cosa di diverso dal COVID. “Tuttavia, se la vita, le organizzazioni, le imprese, riescono ad andare avanti è perché sono stati digitalizzati molti processi. La trasformazione digitale e dunque la digitalizzazione sono ciò che ci aiuta a raggiungere maggiori efficienze, in tempi più rapidi e a costi minori e con una significativa riduzione dell’impatto energetico”. E proprio alla luce di queste considerazioni la digital transformation deve essere affrontata come un’opportunità per compiere passi significativi verso una maggiore sostenibilità delle operation e una maggiore resilienza di fronte a momenti complessi qual è quello che stiamo vivendo.
È un richiamo forte quello fatto da Tricoire, che ricorda come siamo probabilmente l’ultima generazione che ancora può incidere positivamente sul tema della sostenibilità ambientale: siamo già andati molto oltre e rimandare ulteriormente rischierebbe di rendere impossibile un cambio di rotta significativo.
Convergenza tra tre grandi temi: digitale, elettrificazione ed energie rinnovabili
Ci sono tuttavia segnali importanti dei quali tenere conto.
E uno di questi segnali è la sempre più marcata convergenza tra tre grandi temi: digitale, elettrificazione ed energie rinnovabili. Da questa convergenza si può mettere in moto un volano virtuoso verso la sostenibilità e l’efficienza.
Bisogna cambiare il nostro modo di progettare e costruire cose, bisogna cambiare il modo in cui si collabora e si innova.
Per Tricoire ecosistemi e co-innovation sono il fulcro di questo cambiamento: nessuno può fare tutto da solo e non esiste una sola risposta. Per realizzare la sostenibilità bisogna far leva su tecnologie, applicazioni, partner e clienti, tutti orientati verso il medesimo obiettivo comune.
C’è una riflessione importante che emerge dalle parole di Tricoire e degli altri executive che hanno preso la parola nel corso della giornata inaugurale: se l’emergenza COVID ci ha portato a fare così tanti cambiamenti in così poco tempo, significa che è possibile dare un passo diverso al cammino verso la sostenibilità e l’efficienza.
Schneider Electric e la via verso il Go Electric
In questo scenario, Schneider Electric si propone come partner per le imprese che intraprendono questo percorso.
“Schneider e la sostenibilità: è una strada percorribile già da oggi – ha ricordato ancora Tricoire -. Dobbiamo porci l’obiettivo non solo di poter contare una energia più economica e più verde, ma anche di portare nuove efficienze nei processi, per ridurre quanto possibile l’impatto delle attività umane sulle risorse naturali. E questo a qualunque livello, che si tratti di un datacenter, di un edificio, di un impianto industriale o di una città”.
Convinta di poter dimezzare le emissioni di CO2 entro i prossimi 20 anni, riducendo di 1,5 gradi il surriscaldamento globale, Schneider è convinta che due siano le leve su cui puntare: la digitalizzazione, come già accennato, e l’elettrificazione.
Il “Go Electric” è di fatto il mantra della società, convinta che l’elettricità sia l’energia più efficiente e il miglior vettore per la decarbonizzazione. In combinazione con la digitalizzazione, potrebbe davvero aprire la strada a una nuova efficienza.
Schneider Electric e il mondo industriale: remotizzazione, resilienza, efficienza e sostenibilità
Un focus importante è stato dedicato al mondo industriale. È uno dei settori nei quali si registrano i maggiori cambiamenti e non sono solo determinati dall’emergenza COVID: resilienza, efficienza, sostenibilità, riduzione dei costi sono esigenze primarie per questo comparto.
E non è un caso che Schneider abbia indicato quattro priorità che dovrebbero facilitare il mondo industriale a raggiungere questi obiettivi.
- La remotizzazione
La capacità di operare da remoto è un risultato evidente della trasformazione digitale.
La connessione e il monitoraggio remoti offrono alle organizzazioni la possibilità di mantenere la propria operatività, senza compromettere la sicurezza dei propri dipendenti. - La resilienza
Abbiamo visto in questi mesi quanto sia importante garantire la resilienza in caso di crisi. Dalla remotizzazione deriva la possibilità di mantenere un monitoraggio costante sulle infrastrutture e dunque implementare quelle funzioni di automazione e analisi che consentono di risolvere o anticipare i problemi senza che sia necessaria la presenza umana. - L’efficienza
Una maggiore efficienza porta con sé la riduzione dei costi, accelerando i tempi di risposta. I sistemi di monitoraggio e controllo, l’automazione, la remotizzazione consentono di avere una maggiore visibilità sulle operation, di ridurre i tempi di inattività e un miglioramento della produttività. - Sostenibilità e ottimizzazione
Il viaggio verso la sostenibilità inizia con la digitalizzazione. Monitorando, analizzando, raccogliendo dati, le imprese possono cominciare a valutare la propria efficienza e le possibili ottimizzazioni, anche confrontandosi con best practice sviluppate in tutto il mondo.
E da queste priorità emerge chiaramente come l’integrazione tra energia e automazione, la necessità di disporre di dati in tempo reale, il controllo e il monitoraggio sull’intero ciclo, la gestione dei consumi di energia e risorse siano la chiave per consentire alle imprese di ridurre se non eliminare del tutto discontinuità ed inefficienze.
Datacenter ed Edge datacenter per il New Normal
E per quanto riguarda i datacenter?
Su questo tema abbiamo avuto modo di confrontarci con Steven Carlini, Vice President of Innovation and Data Center di Schneider Electric, che così ci ha descritto lo scenario: “In questo momento dobbiamo fare i conti con tre fattori critici ai quali dobbiamo saper rispondere in modo coerente con i bisogni e coerente anche con gli obiettivi di sostenibilità che ci siamo prefissi”.
In primo luogo, il cosiddetto “New Normal” porta con sé la necessità di aggiornare ciò che già c’era al fine di renderlo più resiliente: “Dobbiamo essere in grado di proteggere tutto, fino all’ultimo miglio. E siamo tutti ben consapevoli che proprio sull’ultimo miglio si incontrano le maggiori difficoltà”.
La seconda criticità riguarda ancora la resilienza: “È vero che c’è stata una accelerazione verso il cloud, grazie anche alle spinte verso la digital transformation e noi abbiamo aiutato sia i cosiddetti tech giants sia le corporation in questo percorso. Ma poiché nessuno porta in cloud il 100% dei propri carichi, diventa ancor più necessario rendere il tutto più resiliente possibile”.
Infine, il terzo tema è legato all’Edge. “Retail, banking, compagnie aeree: ci sono applicazioni, ad esempio le applicazioni video, che hanno bisogno di tenere il dato il più vicino possibile al punto in cui viene generato. E per questo serve l’Edge”.
“Le nostre risposte sono chiare. Già prima della crisi abbiamo iniziato a proporre una generazione di soluzioni di gestione dei data center prima della crisi. Il DCIM (Data Center Infrastructure Management) di nuova generazione sfrutta il cloud e l’intelligenza artificiale per fornire analisi predittive, benchmark delle prestazioni, avvisi e allarmi automatici. E consente una gestione remota praticamente da qualsiasi dispositivo: telefono, tablet o pc”.
Non solo.
In uno scenario di cloud ibrido, qual è quello nelle oggi le imprese si muovono, non è detto che applicazioni e servizi si trovino sulla stessa rete: qualcosa potrebbe trovarsi in cloud, qualcosa in locale. In questo caso, è fondamentale che vi sia una stretta integrazione e allineamento secondo protocolli, regole e policy definite.
In questo scenario l’edge e il microdatacenter assumono un ruolo chiave, dal momento che, nella visione di Schneider, vanno a complementare i datacenter centralizzati tradizionali. E rappresentano anche una risposta ai temi della sostenibilità e dell’efficienza fin qui esposti.
Gli edge datacenter sono infatti progettato secondo logiche di efficienza energetica ottimali e questo è importante dal momento che le cosiddette tecnologie trasformazionali (IoT, Big Data, AI) stanno facendo crescere il bisogno di edge data center per l’elaborazione dei dati.
L’adozione degli edge datacenter rappresenta per Carlini “un chiaro esempio del buon allineamento del business case al green case”.
Schneider e la sostenibilità: le novità dell’offerta
Il focus sulla sostenibilità si traduce poi in interventi concreti anche sull’offering di Schneider Electric.
Così, proprio in occasione del proprio Innovation Summit, la società ha annunciato significativi miglioramenti nella gestione e nel monitoraggio remoti dei data center e delle implementazioni di edge computing.
Oggi, la soluzione di gestione EcoStruxure IT consente la gestione remota da qualsiasi dispositivo e in qualsiasi momento, consentendo così ai datacenter di restare operativi e disponibili anche in assenza di personale qualificato sul posto.
In una logica predittiva si inserisce anche EcoStruxure IT Expert, che, grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale, consente di valutare lo stato di salute delle batterie e prevederne il fine vita, suggerendo anche azioni per migliorarne la durata.
Infine, la linea APC by Schneider Electric Smart-UPS verrà corredata di scheda di gestione di rete 3 (NMC3) preinstallata per la sicurezza informatica avanzata.
Tutto questo, per rendere monitoraggio e gestione remoti più robusti e sicuri.
L’immagine di apertura è tratta dal blog di Schneider Electric