C’è un po’ di amarezza, ma ancor di più di preoccupazione nelle parole di Fabrizio Scovenna, Presidente di Anie Automazione, nel corso della presentazione dei Forum che anche il prossimo anno l’Associazione promuoverà in collaborazione con Messe Frankfurt.
“Il manifatturiero deve essere considerato una piattaforma sulla quale basare una azione di sviluppo economico solida. Il valore aggiunto generato da questo comparto è superiore a quanto deriva al Paese da Turismo, Commercio e Agricoltura. Soprattutto il Manifatturiero è in grado di interpretare i cambiamenti e diffondere l’innovazione, come ben dimostra tutto quanto si è mosso in questi anni sulla scia del modello Industria 4.0”, dichiara.
Qualche apprensione dal testo del Def
La preoccupazione deriva dalla constatazione che nel Def, il Documento di Economia e Finanza, vi è una minore attenzione a tutto quanto si muove intorno all’Impresa 4.0, “anche se – lascia aperto uno spiraglio – ancora dobbiamo vedere cosa effettivamente ci sarà il 31 dicembre, quando il testo sarà definitivo”.
Scovenna apre comunque il cahier de doléance, giusto per puntualizzare ciò che per lui e per Anie è importante e sui cui si vuole mantenere accesa l’attenzione.
“Avremmo voluto che proseguisse la cabina di regia, così come impostata nel Piano Calenda, ma in questo momento nel testo non se ne fa menzione. Sarebbe importante, perché serve a dare una visione sistemica al tema”.
Un secondo punto sul quale Scovenna pone l’accento è la riduzione dei fondi disponibili. “Sarebbe importante consolidare l’investimento in macchinari: non possiamo dimenticare che la vetustà del parco macchine italiano è endemica. Lo scorso anno si è registrato un incremento del 35% nel numero di macchine vendute, secondo quanto rileva Federmacchine. Per questo chiediamo la riconferma di Nuova Sabatini, Super e Iper ammortamenti, al momento sensibilmente ridotti in termini percentuali. Similmente, bisogna proseguire anche sulla strada del credito formativo”.
Il divario nella digital transformation del Manufacturing
Nella sua disamina, Scovenna sottolinea come le opportunità di modernizzazione e di trasformazione siano finora state colte più dalle aziende del Nord Italia e in prevalenza dalle realtà di più grandi dimensioni.
“Tra le Pmi resta ancora una buona percentuale di imprese che non ha ancora mosso i primi passi e non sembra avere voglia di farlo. Bisogna allargare la base e dotare queste imprese di risorse per avviare la loro trasformazione”.
La richiesta di Anie al Governo è dunque quella di proseguire sulla strada già avviata, di prevedere anche il credito di imposta per la formazione 4.0 e di dare qualche risposta certa sulla sorte dei competence center, dei quali sembra essersi persa traccia.
Focus sui digital innovation manager
Un ulteriore spunto di riflessione per Anie spetta alla creazione in azienda della figura del digital innovation manager.
“In questo caso c’è un parziale finanziamento nel Def, anche se non tutte le aziende probabilmente se lo possono permettere. Perché non pensare in una logica di rete di imprese?”.
In sintesi: per Anie e Scovenna, “devono essere potenziati gli investimenti in tecnologie e infrastrutture abilitanti per l’Impresa 4.0, che a loro volta è un tema abilitante per l’intero Sistema Paese, mantenendo chiaro il focus su elementi chiave come la sicurezza delle infrastrutture, l’antisismicità, il dissesto idrico-geologico”.