Servono 50 miliardi l’anno perché le città italiane diventino più “intelligenti”

Una ricerca realizzata da Ambrosetti e Fondazione EnergyLab analizza come potrebbe cambiare il nostro Paese attraverso la diffusione di centri urbani “smart”. Le nuove tecnologie giocheranno un ruolo fondamentale. Le smart city porteranno ritorni economici interessanti ma richiederanno grandi investimenti fino al 2030

Pubblicato il 11 Ott 2012

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Per trasformare l’Italia in un Paese “più smart” bisogna investire circa 50 miliardi di euro all’anno (che si riducono a sei miliardi se l’intervento si rivolge solo alle 10 principali città), da qui al 2030. Per ritorni economici fino a 10 punti di PIL all’anno.

Questa è una delle conclusioni emerse dal Forum Ambrosetti al quale hanno partecipato, tra gli altri relatori, David Gann e Joan Busquets, rispettivamente Docente di Gestione dell’Innovazione e della Tecnologia dell’Imperial College Business School di Londra e Docente di Practice of Urban Planning and Design alla Harvard University.

Lo studio presentato ha fatto il punto sui progetti di città intelligenti nel nostro Paese, valutando il livello di maturità dei modelli urbani e la loro capacità di garantire qualità della vita e crescita personale e sociale di persone e imprese secondo un modello sostenibile.

Sono state analizzate le best practice e le azioni necessarie per trasformare le città italiane in smart city, tenendo conto dell’attuale livello raggiunto nei principali centri urbani. Visto che il tema negli ultimi tempi è molto trattato a livello teorico, lo studio ha voluto analizzare concretamente gli investimenti necessari e i possibili ritorni dal punto di vista del Prodotto Interno Lordo. Questo naturalmente senza contare i benefici che le città ne trarrebbero dal punto di vista di immagine e competitività internazionale, innovazione e vivibilità.

Per ottenere questi risultati sarà necessario adottare nuove tecnologie finalizzate al recupero di efficienza e produttività e alla riduzione dei costi. L’evoluzione dev’essere però sistematica e organizzata e strutturata tenendo conto delle caratteristiche delle diverse città italiane. La strategia dovrà essere di lungo periodo e dovrà gettare le basi per il cambiamento prima di apportare le modifiche tecnologiche ai centri urbani.

Secondo lo studio gli investimenti per le smart city, pur essendo ingenti, sono necessari e impellenti. Il non realizzarli a causa della carenza di fondi potrebbe costare molto di più in prospettiva al sistema Italia, in quanto il cambiamento si avvicina ed è alle porte.

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