Sfida 4.0, la digital Factory di EY scommette su cloud, machine learning e Ai

Il primo bilancio a un anno dall’apertura della struttura, che si propone di aiutare le Pmi nello sviluppo e nell’integrazione di tecnologie 4.0: più di mille gli addetti ai lavori che hanno partecipato. Intanto l’hub si attrezza con nuove tecnologie d’avanguardia. Ivan Losio: “Progetto in evoluzione che unisce impresa, formazione e lavoro”

Pubblicato il 27 Mar 2019

EY-sfida-4.0

Un Hub dell’innovazione e delle tecnologie 4.0 a disposizione delle imprese, soprattutto le Pmi, che vogliono una guida per intraprendere il proprio percorso di innovazione e di trasformazione digitale. E’ nato con questo obiettivo, un anno fa, “Sfida 4.0”, la digital factory di EY, e da allora hanno visitato la struttura più di mille addetti ai lavori da oltre 200 piccole e medie

imprese, provenienti soprattutto dalla Lombardia. A questo vanno ad aggiungersi le iniziative rivolte agli studenti, con percorsi formativi, workshop ed eventi. “Sei Sfida 4.0 nasce con l’obiettivo di aiutare le piccole e medie imprese nei loro processi di sviluppo e di integrazione delle tecnologie 4.0 – spiega Ivan Losio (nella foto a destra), Partner di EY Si tratta di un progetto in continua evoluzione che unisce ricerca e impresa, formazione e lavoro”. 

Tracciando un  bilancio del primo anno di attività di Sfida 4.0, sono state più di cinquanta visite guidate dell’hub, oltre 15 i workshop su tematiche legate al tema del digitale e dell’innovazione (fintech, agevolazioni 4.0, privacy nell’era digitale, Big Data e tecnologie), più di 20 le giornate di training esperienziali dedicate ad aziende, ma anche ad associazioni, istituti scolastici, e startup. Tra gli eventi spicca l’Open Innovation Weekend, a cui hanno partecipato 15 startup italiane, molte delle quali espositrici all’ultimo Ces di Las Vegas.

Il programma è ora di mettere in campo per il 2019 nuovi percorsi di formazione esperienziali ed applicativi per tutte le funzioni aziendali, dagli operativi ai manager. Inoltre, per non perdere il passo con l’innovazione, sono state introdotte nuove tecnologie e nuove soluzioni. 

Tra queste emerge la nuova interconnessione del macchinario Metal Work per l’assemblaggio dell’attacco rapido, una delle linee che compongono l’area “Capital Intensive”. Grazie alla connessione in Cloud tramite la piattaforma Bishop, il funzionamento della macchina viene visionato e monitorato sia per i dati di esercizio sia per quelli di processo, e i dati sono disponibili per la visualizzazione ‘’Mobile‘’ con la semplice lettura di un QR Code. “L’interconnessione del banco Metal Work con le altre macchine della Digital Factory permette di avere disponibili anche i dati di processo dell’intero impianto in Cloud. Oltre ad offrire accesso in mobilità, la piattaforma è totalmente aperta all’integrazione con ordini di produzione, processo qualità e procedure di manutenzione, ponendosi come una fabbrica monitorabile e guidabile da mobile”.

Due inoltre gli strumenti software di machine learning introdotti da poco nell’Hub, entrambi prodotti dall’azienda svizzera Squeze brain, per i controlli qualitativi e/o per raccolta dati per la visione artificiale: “Retina” è progettato per rilevare oggetti multi-modello, mentre “Surface” si occupa delle ispezioni per trovare difetti superficiali.

Novità in arrivo anche sul versante chatbot e Intelligenza artificiale: l’attuale dispositivo “predittivo” sulla linea di tornitura – spiega EY in una nota – attivo in ambito manutentivo e applicato nella Digital Factory, è in corso di potenziamento con un sistema di intelligenza artificiale: un’interfaccia Chat-bot in grado di condurre una conversazione che simula il comportamento umano, allertando e indicando al responsabile della manutenzione il verificarsi di un trend di deriva e indirizzando verso la causa e la possibile soluzione”.

Nasce infine Obeya, che in giapponese vuol dire “grande stanza”: un nuovo laboratorio che ha l’obiettivo di migliorare l’efficienza dei team di progetto, favorendo la condivisione di progetti strategici e operativi, in logica “Agile”. Nell’Obeya ad ogni tipologia di progetto ricorrente viene associato uno standard work condiviso che semplifica il flusso tra le varie fasi di sviluppo del prodotto o servizio.

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