Approfondimenti

Sistemi di micro-pagamento mobili a confronto

Le esperienze di Corea del Sud e Giappone, Paesi all’avanguardia dove questi sistemi, basati sull’impiego di cellulari e smartphone per acquisti di valore inferiore a 10 euro, sono già utilizzati da decine di milioni di clienti 

Pubblicato il 01 Apr 2008

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L’universo dei “pagamenti mobili” è
abbastanza vasto. Un pagamento mobile è un processo
che coinvolge due parti, le quali si scambiano un dato valore
finanziario relativo a un bene o a un servizio, utilizzando un
terminale mobile
: un telefono cellulare, uno
smartphone, un PDA o, a tendere, anche apparecchi elettronici
intelligenti, ad esempio un computer di bordo per la
navigazione veicolare, una televisione ecc. Il pagamento mobile
è dunque una pratica abbastanza consolidata: da quando
esistono piattaforme di pagamento via Sms esiste infatti la
possibilità di effettuare un pagamento mobile. Con il tempo la
definizione è andata tuttavia restringendosi, includendo il
requisito dell’immediatezza (la transazione deve
concludersi in tempo reale) e della rapidità (entro i 10
secondi), che hanno generato un terzo requisito: la
prossimità. La forma di pagamento mobile che oggi
interessa di più è quella di prossimità
, che a sua
volta viene ulteriormente distinta in “micro" o
“macro-pagamenti” a seconda del valore del
pagamento (inferiore o superiore a 10 euro), distinzione
importante dato il differente livello di sicurezza richiesto.
Sostanzialmente due sono le tecnologie sviluppate a supporto di
questo tipo di transazione wireless: infrarossi prima, Near
Field Communication (NFC) poi.

Infrarosso ed NFC, due vie alternative

Nel settore dei micro-pagamenti mobili di prossimità
Corea del Sud e Giappone sono considerati Paesi
all’avanguardia, con servizi avviati già a partire,
rispettivamente, nel 2002 e 2004, e oggi impiegati da decine di
milioni di clienti. Lo sviluppo dei sistemi di micropagamento
mobile di prossimità ha seguito strade diverse nei due

Paesi. In Corea a promuoverne l’adozione sono state
le istituzioni finanziarie, che intendevano allargare la gamma
dei servizi offerti ai propri clienti; in Giappone gli
operatori di telefonia mobile preoccupati dalla stagnazione
dell’ARPU. Anche tecnologicamente i due Paesi hanno
adottato soluzioni diverse. In Corea si è partiti con
l’infrarosso, per poi passare a una soluzione NFC; in
Giappone con FeliCa, un particolare microprocessore sviluppato
da Sony, che svolge le stesse funzioni del NFC, ma che non
rientra nella certificazione ISO 14443 (che definisce il
NFC).

I risultati sono stati pure diversi. In Corea per
mancanza di interoperabilità fra gli erogatori di servizi i
micropagamenti di prossimità non hanno attecchito rapidamente;
in Giappone, al contrario, dal momento del loro lancio nel
luglio 2004 ad opera di Ntt DoCoMo, principale operatore
nazionale, hanno continuato a crescere senza conoscere
flessione. In verità i primi servizi lanciati in Corea erano
di Sk Telecom e Ktf, i due principali operatori del Paese, che
introdussero programmi di post-payment wireless verso fine
2002. Per diverse ragioni, sia tecnologiche sia di modello di
business, perché in Corea il sistema dei servizi potesse
attecchire fu tuttavia necessario aspettare la fine del 2003,
quando Lg Telecom, il terzo operatore coreano, introdusse
BankOn, il primo servizio di mobile banking basato su IC chip.
In Giappone invece prima del 2004 i pagamenti mobili avvenivano
solo via Internet accedendo con il browser del cellulare ai
siti dei merchant. Il lancio del “portafoglio
elettronico”, in giapponese letteralmente chiamato
“portafoglio mobile” (la parola
“mobile” equivale semanticamente alla nostra
“cellulare”), fu possibile grazie
all’introduzione del chip FeliCa, che abilita il
terminale mobile a svolgere numerose funzioni contenendo le
informazioni necessarie per l’identificazione del
cliente, gli estremi dei conti bancari, la relativa posizione
creditizia e molte altre fra cui ad esempio gli abbonamenti ai
servizi di trasporto.

Come si evince dalla pur sommaria descrizione dei due
modelli adottati in Corea e Giappone, per lo sviluppo dei
micropagamenti mobili di prossimità non esiste una soluzione
unica. In Corea la collaborazione fra operatori di telefonia
mobile e istituzioni bancarie è stata determinante. In
Giappone invece, insieme agli operatori di telefonia mobile,
hanno giocato un ruolo cruciale operatori non finanziari come
le società di trasporto pubblico, le catene di distribuzione
retail e altri operatori commerciali impegnati a rendere
capillare la rete degli esercizi che potessero accettare
micro-pagamenti mobili di prossimità. Un’altra
caratteristica che rende unici i servizi basati su soluzioni
FeliCa è l’identificazione: con lo stesso cellulare che
oggi si usa in Giappone per pagare il biglietto delle ferrovie
pubbliche è infatti possibile effettuare il chek-in
all’aeroporto e l’imbarco, senza più bisogno di
biglietto elettronico o di carta d’imbarco.

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