Il recente Osservatorio Mobile B2C Strategy del Politecnico di Milano, oltre ad analizzare lo stato dell’arte del Mobile Advertising e del Mobile Commerce in Italia ha tra l’altro approfondito anche lo stato di utilizzo nelle aziende degli Asset Mobile, e cioè Mobile Site e Mobile App.
La forte crescita della percentuale di traffico ai siti web proveniente da Smartphone, spiega l’Osservatorio, ha spinto la gran parte delle aziende italiane medio-grandi a rendere tutti i siti “responsive”, ossia ad adeguarli alla visualizzazione da Mobile. Tendenzialmente chi ancora non ha adeguato completamente tutti i propri siti, o tutte le parti del sito, prevede di farlo entro il 2016. Il 90% del campione di 121 aziende analizzate dichiara di possedere già dei siti responsive (in toto o in gran parte).
Oltre all’aumento di traffico, a spingere in questa direzione è stata anche la scelta di Google di favorire i siti “mobile friendly” nel ranking del proprio motore di ricerca.
Per quanto riguarda le Mobile App i ricercatori rilevano sul mercato una consapevolezza decisamente più forte, rispetto a un paio d’anni fa, della difficoltà a trattenere gli utenti in mancanza di servizi a forte valore aggiunto per il consumatore. Per questa ragione, da un lato ci sono aziende che hanno per il momento scelto di rinunciare all’App e che concentrano gli sforzi sul sito. Dall’altro sta in media crescendo il budget destinato al Mobile sul totale degli investimenti nel digitale. Un’ulteriore prova è che le realtà con Asset assolutamente non integrati con i sistemi di back-end, perché hanno funzionalità stand-alone, sono una minoranza (19%).
Manca ancora però un approccio strutturato alla misurazione dei risultati degli Asset. Secondo la Ricerca dell’Osservatorio, il 13% delle aziende analizzate non misura alcun indicatore e il 57% monitora solo metriche di utilizzo degli Asset (accessi, pagine viste, percorso di navigazione, ecc.). Un approccio più strategico alla misurazione porterebbe anche all’uso di strumenti per monitorare i comportamenti in-App e l’invio di notifiche push differenziate in funzione della tipologia di utenti per attivare specifiche azioni.
Solo il 30% delle aziende misura puntualmente anche metriche di business; si tratta di solito di chi ha avviato attività di Mobile Commerce e, quindi, monitora l’impatto del Mobile sulle vendite. Da molte di queste esperienze emerge che l’App è utilizzata tendenzialmente dagli utenti più fedeli, ma soprattutto da quelli con un life time value e/o un valore di spesa medio maggiore.
Infine per completare il discorso sui Mobile Asset, l’Osservatorio dedica una nota a parte all’Sms, i cui volumi sono cresciuti anche nel 2015 a due cifre (+13%) e che, quindi, nonostante la longevità, continua a confermarsi un canale efficace di comunicazione verso i clienti in logica di “call to action” e “drive to store”, ma soprattutto di servizio e customer care.