Smart Agrifood: Nasce il Tavolo di Lavoro Lattiero-Caseario 4.0

Nasce grazie all’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano una iniziativa volta ad approfondire le opportunità di sviluppo digitale nei settori della zootecnica, dell’allevamento e della trasformazione lattiero-casearia

Pubblicato il 12 Mag 2017

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Sono rilevanti i motivi che ci hanno spinto ad avviare un Tavolo di Lavoro Lattiero-Caseario 4.0, che ha l’obiettivo di valutare gli impatti – principalmente economici – che l’introduzione delle più recenti innovazioni digitali può portare all’intera filiera e alle aziende che la compongono. Un progetto che si svilupperà nell’ambito dell’Osservatorio Smart AgriFood (attivato da un anno dalla School of Management del Politecnico di Milano e dal centro RISE dell’Università di Brescia) e nato anche grazie alla notevole spinta del Polo Digitale di Cremona, che è stato in grado di coinvolgere imprese, allevatori, consorzi e istituzioni fortemente interessati a questo tema. Una premessa in questo senso è d’obbligo: rispetto ai molteplici temi trattati dall’Osservatorio, abbiamo pensato ad un tavolo ad hoc in quanto stiamo parlando di un comparto che presenta specificità uniche e caratteristiche.

Studiare e monitorare la trasformazione digitale di settore

Passando quindi ai motivi dell’avvio, serve considerare in primo luogo che l’impatto delle tecnologie digitali pervade l’intera filiera lattiero-casearia: dalla produzione in campo degli alimenti per gli animali (o anche in mangimificio) fino alla distribuzione, passando per tutte le fasi della trasformazione, inclusa la stalla. Ovviamente queste tecnologie influenzano la competitività del comparto, che è particolarmente predisposto ad innovare. È stato infatti tra i “first mover” del mondo dell’agricoltura: ci piace ricordare che i wearable device più diffusi in Italia sono ancora quelli associati alle vacche da latte e numerosi sono i tentativi di rendere intelligenti le etichette dei formaggi.
Le innovazioni all’orizzonte che abbiamo identificato nelle nostre analisi sono numerose e interessanti. Ad esempio, i big data analytics impattano tutti gli stadi della filiera e guideranno sempre più anche la distribuzione del valore dalla stalla alla trasformazione. Ne sono un chiaro esempio i problemi di proprietà intellettuale che si stanno presentando tra gli allevatori e l’associazione nazionale che li rappresenta, ma che fanno gola anche all’industria di trasformazione e possono anche essere un chiaro valore aggiunto nella distribuzione.
La digitalizzazione può anche contribuire in modo sostanziale a ridurre l’onere burocratico che attanaglia il settore, trasformando questi vincoli in opportunità riconosciute dal mercato; due esempi in questa direzione sono rappresentati dalla riduzione della circolazione della carta legale che è necessario far defluire nella filiera per i disciplinari dei formaggi DOP, e dall’utilizzo di reti Internet of Things per la certificazione del rispetto ambientale della gestione dei reflui e delle produzioni in campo.

Sostenibilità, innovazione e opportunità per il Made in Italy

In secondo luogo, il settore è estremamente rilevante per alcuni territori e garantisce sostenibilità: mantiene infatti notevole intelligenza produttiva in luoghi lontani dall’industrializzazione e dalle grandi capitali digitali, ma che sono certamente dinamici dal punto di vista imprenditoriale e caratterizzati da una notevole cultura del lavoro. Il patrimonio lattiero-caseario italiano è uno dei pilastri dell’Alimentare Made in Italy che offre garanzie di tipicità e sostenibilità territoriale, nonostante molti tentativi avviati da grandi imprese che cercano di appropriarsene. Riteniamo che associare le tecnologie digitali ad un settore così tradizionale possa generare un notevole differenziale competitivo che difficilmente può essere recuperato dai Paesi emergenti: la differenziazione del prodotto e del processo produttivo può garantire una qualità ambientale e alimentare distintiva. In quest’ottica, le opportunità aperte dalle agevolazioni relative a Industria 4.0 – e alla correlata Agricoltura 4.0 – consentono di investire con maggiore facilità su iniziative che digitalizzano l’intera filiera. Con l’attenzione a non farsi abbagliare dalle mode, ma valutando il tutto attraverso attente analisi di costi e benefici, come cercherà di fare l’Osservatorio.

Infine, pensiamo sia importante ricordarlo, il settore ci appassiona molto. Chi scrive, pensa che l’allevamento e la correlata trasformazione sia il mestiere più bello al mondo.

*Filippo Maria Renga, Damiano Frosi, Maria Pavesi – Osservatorio Smart AgriFood

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