Genova, Firenze, Milano, Torino, Bari, Verona. Sono questi, probabilmente, gli esempi più maturi delle prime smart cities italiane e stanno prendendo forma proprio in questi giorni. Così, mentre il Miur ha assegnato il primo bando di ricerca su questo tema, le città pioniere mettono già in campo alcune idee, progetti e realizzazioni.
Genova è stata tra le prime a partire e si è aggiudicata già tre bandi europei (per un totale di 6 milioni di euro), a inizi 2012. Ne nasceranno, nei prossimi cinque anni, sistemi innovativi per il riscaldamento, la qualità energetica dell’edilizia e modelli di pianificazione. Si comincerà con l’efficientamento energetico di un quartiere pilota, il complesso popolare la “Diga” di Begato. Obiettivo, ridurre di quasi un quarto le emissioni cittadine entro il 2020. Sperimenterà inoltre un sistema di gestione efficiente dell’energia negli edifici scolastici (come da bando vinto nell’ambito del progetto europeo Veryschool). È basato su un “navigatore energetico” per gestire e controllare gli impianti di climatizzazione e illuminazione.
È appena partito, a giugno, invece il sistema di infomobilità di Firenze: un’intelligenza artificiale che controlla il traffico in provincia e sulla superstrada Firenze-Pisa-Livorno. Arrivano dati da 150 telecamere, 200 semafori, 130 sensori di traffico, 10 parcheggi e tutti gli autobus dell’area metropolitana, per una rete stradale di 10 mila chilometri. Il sistema rielabora il tutto, fa una media e così determina lo stato corrente della rete stradale; prevede inoltre come sarà la situazione nell’ora successiva e suggerisce soluzioni. Sarà utilizzabile dalla polizia municipale e dai responsabili della mobilità urbana. Entro l’estate, i dati saranno pubblicati su Internet e su pannelli stradali.
Milano ha messo logistica, energia e infomobilità tra i temi caldi del modello smart city che intende perseguire e l’Expo 2015 sarà il laboratorio di prova. Per esempio, un sistema per distribuire medicinali alle farmacie tramite veicoli elettrici e la diffusione di display e applicazioni mobili che mostrino dati sul traffico in tempo reale (e, in una seconda fase, sui parcheggi).
Simile l’impostazione di Torino, che intende puntare su un sistema di smistamento merci tramite mezzi elettrici, ma anche su concetti come smart building e smart education. Al momento il Comune di Torino sta tuttavia raccogliendo le idee dopo aver perso nei bandi europei poi assegnati a Genova.
Ridurre i consumi energetici degli edifici è nelle priorità di Bari, che partirà con un nuovo quartiere modello, da 10 mila abitanti, nella zona di Japigia. Verrà realizzato con pannelli solari e reti elettriche integrate (smart grid). Progetti “green” sono allo studio anche per il porto e l’aeroporto. Obiettivo, ridurre le emissioni cittadine di gas serra del 36 per cento entro il 2020. Verona sembra puntare invece soprattutto sul controllo intelligente del traffico e delle merci, con un progetto che affiancherà le tecnologie Rfid al sistema Ztl. Il tutto servirà a verificare in modo più puntuale le autorizzazioni all’accesso, a gestire il transito delle merci pericolose, a rilevare le infrazioni.
A sostenere l’entusiasmo per questi argomenti c’è una pioggia di milioni in arrivo per le migliori città smart. Oltre ai bandi del Miur, in ballo ce n’è infatti anche uno europeo da 12 miliardi di euro, previsto per l’estate (nell’ambito del Set-Plan per le tecnologie energetiche). Secondo Ovum, il mercato delle tecnologie IT per le smart cities varrà 35 miliardi di dollari nel 2012.