Scenari

Mobility as a service: come l’IoT può aiutare i cittadini nelle smart city

In un futuro molto vicino l’IoT avrà un impatto sempre più significativo sui servizi pubblici e consentirà di generare nuovi modelli di governance e di revenue, ma soprattutto di creare servizi innovativi e personalizzati da quelli della mobilità, fino a quelli legati all’illuminazione pubblica con l’obiettivo, per gli Enti locali, di migliorare la qualità della vita degli utenti e ottenere di più sprecando di meno

Pubblicato il 08 Mar 2021

smart city

IoT e nuove tecnologie al servizio dei cittadini: la “rinascita” delle città passa anche da qui, dalle Smart city, consentendo alle persone di vivere non solo in centri urbani più innovativi ma anche più sostenibili. Come? Rendendo più efficienti i servizi, a cominciare da quelli della mobilità, fino ad arrivare ai consumi legati all’illuminazione pubblica con l’obiettivo, per gli Enti locali, di migliorare la qualità della vita degli utenti e ottenere di più sprecando di meno.

Ci sono decine e decine di buone pratiche in tutta Italia, ma restano ancora poche se confrontate con le sfide dei nostri tempi e per questo diventa fondamentale per le Pubbliche Amministrazioni locali sfruttare al meglio le risorse economiche del Recovery Fund. Questo significa investire sui territori e credere, come l’emergenza Covid-19 ha ampiamente dimostrato, che la “rivoluzione digitale” ormai non è più rinviabile.

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Verso la Mobility as a Service

Non si parte però da zero. Anzi. Diverse realtà italiane rappresentano infatti dei modelli da replicare. Come, da nord a sud, Trento, Padova, Bologna, Firenze e Napoli che, ad esempio, hanno ripianificato i loro sistemi di mobilità in modo efficiente e sostenibile grazie a piattaforme che, anche grazie a tecnologie come l’Internet of Things, consentono la gestione unificata di mobilità e sosta, con notevoli risparmi di tempo per gli automobilisti e non solo. In questo modo, infatti, è possibile migliorare i controlli su strada, ridurre il congestionamento e le frodi, gestire le richieste in maniera automatizzata, creare database relativi alla mobilità cittadina e soprattutto offrire dei servizi più semplici e accessibili.

Mezzi e persone diventano così sempre più interconnessi, producendo dati che – nel pieno rispetto della privacy – possono essere usati per monitorare e gestire i flussi, ottimizzare gli spostamenti, effettuare richieste, i pagamenti e le verifiche in modo pratico e veloce con il proprio smartphone. Con guadagni anche per i Comuni che, in questo modo, possono reinvestirli sul territorio e nella sicurezza stradale.

Un circolo virtuoso per chi vive la città, per chi l’amministra e per l’economia locale, con un occhio al futuro che ha il nome di Mobility as a Service (MaaS), che consentirà ai Comuni e alle partecipate di offrire agli utenti servizi fondamentali come la pianificazione dei loro spostamenti e l’integrazione della tariffa intermodale.

Ma innovare le città vuol dire anche contribuire a ridurne il consumo di energia applicando logiche di risparmio abbinate appunto all’Internet of Things. Un cambio di passo divenuto ormai necessario, in linea anche con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Attraverso le nuove tecnologie è infatti possibile ridurre l’impatto ambientale, migliorare la qualità, la sicurezza e l’affidabilità dei servizi pubblici, ridurre i costi di manutenzione, identificare le anomalie ed evitare così inutili sprechi. Sempre più enti locali si stanno dimostrando attenti a queste politiche di efficientamento energetico anche in ottica ESG.

Smart city: in Sicilia tre comuni sperimentano un progetto di illuminazione pubblica

Come in Sicilia, dove tre Comuni hanno recentemente avviato un progetto di smart lighting legato alla pubblica illuminazione per ottimizzare i costi e gli sprechi. Questo prevede l’installazione di un parco di componenti fisiche e di applicazioni software all’avanguardia per ricevere, monitorare e gestire da remoto tutte le informazioni con l’obiettivo di consentire alle città di utilizzare l’illuminazione solo dove e quando necessario, riducendo così le emissioni di CO2 e le spese per il consumo elettrico. Il sistema è connesso e integrato con sensori e videocamere che rilevano, monitorano e gestiscono da remoto le informazioni provenienti dall’ecosistema urbano, a beneficio della sicurezza dei cittadini, degli automobilisti e dell’intero territorio. Grazie poi ai risparmi sui consumi energetici, le amministrazioni sono in grado di liberare, anche in questo caso, le risorse economiche per fornire ulteriori servizi sempre più vicini alle esigenze delle persone.

Una Italia che funziona, che sperimenta e soprattutto dimostra come la tecnologia può fare la differenza, con impatti positivi sulla comunità e l’ambiente circostante, passando così dalle Smart city alle Augmented city, ovvero le “città aumentate”, in grado di garantire a tutti i cittadini-utenti il diritto di vivere meglio i centri urbani, aumentandone i servizi anche attraverso l’uso intelligente della tecnologia e di nuovi strumenti finanziari a disposizione degli amministratori, come il partenariato pubblico privato.

Nelle Augmented city possono cooperare piattaforme diverse che, in una logica di “System of Systems”, sfruttano l’intelligenza artificiale e l’IoT come tecnologie in grado di abilitare sinergie tra soggetti differenti. L’Internet of Things rappresenta, quindi, sempre più una sorta di “collante” che permetterà lo scambio di informazioni, aprendo la strada anche a nuovi scenari. Basti pensare ai vantaggi che derivano da previsioni di consumo sempre più attendibili e dall’ottimizzazione in tempo reale delle risorse energetiche, che costituiranno gli elementi di forza di servizi avanzati all’interno di nuovi ecosistemi.

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Conclusioni

In un futuro ormai molto vicino l’IoT avrà, quindi, un impatto sempre più importante e significativo sui servizi pubblici e consentirà di generare nuovi modelli di governance e di revenue, ma soprattutto consentirà di creare dei servizi innovativi e personalizzati basati appunto sull’uso intelligente dei dati. La vera sfida sarà rendere gli “oggetti” parte attiva del complesso sistema urbano fatto di persone, norme, infrastrutture, interazioni, creando così un “tutto” interconnesso (la smart city appunto) che possa essere molto di più della somma delle sue singole parti.

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