Smart City: Firenze e Milano prime in Italia. La classifica di ICity Rank 2022

Il capoluogo toscano e lombardo in testa al ranking di digitalizzazione. Al terzo posto a pari merito Bergamo, Bologna, Cremona, Modena, Roma Capitale e Trento. Aumenta il livello medio di digitalizzazione delle città, si accorciano le distanze tra Nord e Sud. I dati di ICity Rank 2022 diffusi da FPA

Pubblicato il 02 Dic 2022

ICity Rank 2022

La classifica dei Comuni più digitali d’Italia nel 2022 vede confermarsi in vetta Firenze, seguita al secondo posto da Milano, e al terzo da un gruppo di città a pari merito: Bergamo, Bologna, Cremona, Modena, Roma Capitale e Trento. Sono queste le posizioni di testa di ICity Rank 2022, l’undicesima edizione della ricerca annuale realizzata da FPA, società del gruppo Digital360.

Presentata in occasione di FORUM PA Città, ICity Rank 2022 stila la graduatoria dei 108 Comuni Capoluogo sulla base dell’indice di trasformazione digitale, ottenuto come media aritmetica di otto indici settoriali, che sintetizzano 35 indicatori basati su 150 variabili: servizi online, canali social, piattaforme abilitanti, open data, apertura, WiFi pubblico, app municipali e IoT.

La particolare accelerazione verificatasi nel 2022 fa sì che il numero delle Smart City sia aumentato, il livello medio delle città “in transizione” sia salito e si sia ridotto quello dei capoluoghi pesantemente in ritardo. Grazie all’importante disponibilità di risorse del PNRR, il 2023 si prospetta come un anno di ulteriore crescita in cui altre realtà potranno completare il primo stadio del processo di digitalizzazione.

Contestualmente si sta aprendo una fase nuova (che alcune realtà stanno già sperimentando) centrata sulla crescita dell’utilizzo effettivo degli strumenti implementati, la loro integrazione e interazione con i processi amministrativi, e il coinvolgimento dei cittadini.

ICity Rank 2022

ICity Rank 2022: 26 città digitali, 75 in fase intermedia, 7 fanalino di coda

Scorrendo la graduatoria, alla nona posizione troviamo l’ex aequo di Cagliari Genova, all’11esima Parma e Torino, alla 13esima Brescia e Venezia, alla 15esima Palermo, Prato, Reggio-Emilia, Rimini e Verona, alla 20esima Bari, Cesena e Pisa, alla 23esima Padova, alla 24esima LecceSiena e Vicenza. Tutte queste, insieme ai comuni sul podio, compongono il gruppo delle 26 città “digitali”, capaci di utilizzare in modo diffuso, organico e continuativo le nuove tecnologie.

Altre 75 sono invece in una fase intermedia nel percorso di crescita digitale e 7 in fondo classifica, a livello critico con indice inferiore a 30 (RietiAvellinoBeneventoFoggiaAgrigentoEnna e all’ultimo posto Isernia). Tra i comuni digitali, ben 10 sono capoluoghi metropolitani (su 14 complessivi), quasi tutti del Centro/Nord, a testimonianza del permanere di un certo ritardo del Mezzogiorno e delle realtà più piccole nonostante si evidenzi una tendenza al riequilibrio.

Il rapporto completo è scaricabile A QUESTO LINK.

L’accelerazione digitale riduce i differenziali per localizzazione geografica e dimensione demografica

A livello generale, si assiste a una decisa accelerazione nel livello medio di digitalizzazione e a un riequilibrio che ha portato ad accorciare le distanze dal vertice anche da parte di diverse realtà tra le città del Sud e i centri più piccoli. Soprattutto si moltiplicano le eccezioni a testimonianza della possibilità, nella gran parte degli ambiti, di superare le condizioni di ritardo.

Tra i casi di crescita più significativi, Messina, che nel corso del 2022 è migliorata di ben 34 posizioni (dalla 62^ alla 28^), L’Aquila, Cuneo, Imperia Trapani, che guadagnano 16 punti. Cagliari, Palermo e Bari si confermano al vertice tra le città del Mezzogiorno. Dopo Lecce, anche MessinaNapoli e Pescara sono ormai vicine all’ingresso tra le città digitali.

La crescita è stata ottenuta grazie a tre fattori fondamentali: le esperienze pilota delle città più innovative, che hanno sperimentato per prime nuove soluzioni contribuendo a definire una sorta di “modello di riferimento”; l’azione di supporto, sistematizzazione e coordinamento delle agenzie nazionali, che hanno progressivamente codificato il modello di riferimento e fornito, direttamente e indirettamente, gli strumenti per la sua diffusione; la graduale diffusione tra gli amministratori, i dirigenti e i funzionari delle città della consapevolezza dell’importanza e delle potenzialità delle trasformazioni digitali, che ha favorito il crescente impegno delle città nella loro implementazione.

“Nel 2022 abbiamo assistito ad una forte accelerazione digitale delle città italiane, da un lato grazie al consolidamento delle piattaforme abilitanti come Spid, PagoPA, AppIO, dall’altro al supporto finanziario e operativo centrale – commenta Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA – Molte città si sono avvicinate al modello che per anni è stato di poche realtà innovative e oggi la grande maggioranza dei capoluoghi è a buon punto nel percorso di digitalizzazione. Si può considerare conclusa con successo una prima fase, ma se ne apre una nuova, in cui è necessario stimolare la fruizione effettiva dei servizi online dei cittadini, rendere i social e le app strumenti di partecipazione alle decisioni, utilizzare le tecnologie per creare strumenti integrati di monitoraggio”.

Si apre una nuova fase per l’evoluzione digitale dei comuni italiani

Se si analizza l’ultimo decennio di risultati di ICity Rank si evidenzia una progressiva crescita digitale media delle città, sia dal punto di vista “funzionale”, con la messa online di sempre più servizi e la creazione di piattaforme di identità, pagamento, interazione che ne hanno facilitato l’utilizzo, che da quello della “comunicazione”, con la diffusione di social media, app, open data, reti WiFi pubbliche e gratuite.

La copertura di servizi online è passata dal 41% nel 2019 all’82% nel 2022 (con ben 75 amministrazioni che hanno attivato on line almeno 8 servizi sui 10 monitorati). La quota di questi stessi servizi accessibili tramite SPID è salita dal 39% del 2020 al 71% del 2022 e il flusso di transazioni tramite PagoPA nei comuni capoluogo è raddoppiato rispetto allo scorso anno.

L’accelerazione della crescita negli ambiti inerenti la dimensione “comunicazione” è stata meno sensibile, ma comunque presente. Il “grado di coperturadelle APP in un anno è salito dal 57% al 66%; l’indice sintetico di attivazione dei social è passato dall’86% all’88%; le amministrazioni che pubblicano Opendata sono passate da 64 a 69; quelle con reti WiFi pubbliche da 104 a 105.

“Oggi risulta sempre più chiaro il ruolo delle città come veri e propri laboratori di sperimentazione e di attuazione delle strategie per la trasformazione digitale – dice Raffaello Balocco, CEO di Digital360 – Se l’anno passato è stato importante per la crescita digitale dei Comuni italiani, il 2023 lo sarà ancora di più per lo stimolo che verrà dal PNRR ai processi avviati. Per affrontare la nuova fase di evoluzione, sarà importante la capacità di traino delle città più innovative, il supporto e coordinamento delle agenzie nazionali e lo scambio di esperienze tra le amministrazioni e le imprese”.

Le nuove sfide del 2023 per la maturità digitale dei comuni

La presentazione di ICity Rank 2022, è stata anche l’occasione per guardare al futuro prossimo. Uno dei principali risultati attesi grazie ai fondi PNRR sul digitale è la maggiore omogeneizzazione della maturità digitale sul territorio: trattandosi per lo più di misure standard, costruite principalmente a vantaggio di chi aveva accumulato maggiore ritardo. Le nuove sfide che si prospettano:

  • non basta “mettere on line i servizi”, ora si tratta di stimolarne l’effettiva fruizione da parte dei cittadini ed esplorare gli effetti di retroazione sulla innovazione dei processi amministrativi sottostanti;
  • non basta “attivare i canali social, le app o gli open data”, ora si tratta di fare di questi strumenti vere occasioni per la crescita della consapevolezza e della partecipazione democratica alle decisioni;
  • non basta “introdurre innovazioni tecnologiche nei servizi”, ora si tratta di comporre i vari segmenti creando strumenti avanzati che consentano l’integrazione e l’interscambio delle informazioni di conoscenza e monitoraggio delle città.

Per affrontare la nuova fase sarà fondamentale la capacità di riprodurre i fattori che hanno reso possibile il successo della precedente:

  • la capacità e volontà di sperimentazione di nuove soluzioni da parte delle realtà più innovative;
  • il ruolo di supporto e coordinamento delle agenzie nazionali;
  • la diffusione della consapevolezza delle opportunità e l’interscambio di esperienze tra le
    amministrazioni e le imprese.

Attraverso il progetto ICity Club 2023 FPA si propone di essere al fianco delle città in questa nuova sfida.

L’andamento della digitalizzazione negli otto indici settoriali

IoT e tecnologie di rete

Questo ambito si riferisce al sistema dei servizi funzionali urbani: in particolare illuminazione pubblica, rete semaforica e sistemi di raccolta dei rifiuti, infomobilità, gestione del verde. In vetta alla classifica troviamo a pari merito Bologna, Bolzano, Cuneo, Firenze, Mantova, Trento e Vicenza. Tra le città del Mezzogiorno è presente solo Pescara, che occupa l’ottava posizione della top ten.

La crescita della diffusione dell’utilizzo di innovazioni tecnologiche nel servizio di raccolta dei rifiuti è stata notevole: nell’ultimo triennio il numero di capoluoghi dove è stata rilevata è cresciuto da 40 a 71. Anche il numero di città dove sono presenti punti luce smart è significativamente cresciuto (da 35 a 46) nell’ultimo anno ma resta inferiore alla metà dei casi.

Servizi online

Il 2022 è stato un anno di grande espansione nella disponibilità di accesso ai servizi in rete. Il numero di capoluoghi che, direttamente o indirettamente, ne hanno resi disponibili almeno 8 sui 10 monitorati nell’ultimo triennio è salito a 75 e l’indice di copertura è passato dal 67% all’82%. Attività produttive, anagrafe, servizi scolastici ed edilizia sono i settori dove i servizi omline sono ormai presenti in quasi tutte le amministrazioni.

Le protagoniste sono le città intermedie del Centronord: Cremona guida la classifica, seguita da BergamoRovigoTrentoLodi Verona. New entry Cesena Siena al settimo posto. Per quanto riguarda i capoluoghi metropolitani, solo Milano e Bologna entrano nella top 10.

App municipali

Seppure in misura inferiore rispetto ai servizi, anche le applicazioni per dispositivi mobili proseguono la loro progressiva diffusione nei Comuni Capoluogo. Il numero di amministrazioni con meno di tre tipologie presenti si è fortemente ridotto e l’indice di copertura è salito dal 57% al 66%.

L’emergere di realtà meridionali è confermato dalla presenza di Bari e Napoli nella top 10. Più precisamente, Bari è al primo posto del ranking (a pari merito con Cremona, Modena, Prato, Trento), Napoli al sesto. Tra i capoluoghi metropolitani del Centronord è presente solo Firenze, in sesta posizione. Gli altri capoluoghi in top ten (Padova, Parma, Reggio Emilia) sono città intermedie settentrionali.

Piattaforme abilitanti

Si tratta dell’utilizzo delle piattaforme digitali nazionali abilitanti, che favoriscono l’accesso agli strumenti resi disponibili online dalle amministrazioni. In testa alla graduatoria di questo indice si trovano tre città di dimensione medio piccola: medaglia d’oro per Cremona, seguono Cesena e Lodi. L’unica città del Mezzogiorno presente è Campobasso, in ottava posizione. Solo tre capoluoghi metropolitani (Milano, Genova e Firenze) si collocano nella top ten, rispettivamente in quarta, quinta e decima posizione.

Il processo per la generalizzazione dell’utilizzo di SPID come identificativo per l’accesso ai servizi on line si è ulteriormente accelerato nell’ultimo anno. Tutti i capoluoghi lo utilizzano per almeno un servizio e quelli che lo utilizzano per almeno
8 dei 10 servizi monitorati sono saliti da 28 a 58. L’indice che ne sintetizza la diffusione è salito in due anni dal 39% al 71%.

Dalla primavera 2021 tutti e 108 i comuni capoluogo hanno attivato pagamenti attraverso la piattaforma PagoPA. Le transazioni complessive all’inizio di ottobre 2022 hanno raggiunto quota 36,4 milioni (più di 2 per abitante) con un flusso di
15,8 milioni nell’ultimo anno (sostanzialmente raddoppiato rispetto a quello dell’anno precedente).

Social PA

Tra i capoluoghi più social troviamo i centri metropolitani (a partire da BolognaVeneziaFirenze, Torino e Napoli), che dominano la graduatoria occupando nove delle prime dieci posizioni (anche con Roma, Cagliari, Genova e Milano). Si conferma l’eccezione di Pordenone, che sale quest’anno in sesta posizione. Facebook e YouTube sono presenti nella quasi
totalità dei capoluoghi; Twitter, Instagram e Messenger nei tre quarti e Linkedin e Telegram circa nella metà.

Dal punto di vista delle presenze, la diffusione dei social media sembra aver raggiunto un livello di sostanziale stabilità con un grado di copertura che si è attestato poco al di sotto del 90%. Considerando invece gli utilizzi effettivi (produzioni di contenuti e frequenze di aggiornamento) si riscontrano invece dinamiche diverse tra i diversi media. Mentre nel caso di Facebook quasi tutte le amministrazioni lo utilizzano con continuità, nel caso di Twitter sono frequenti i casi di profili “fantasma” (esistenti ma inattivi da oltre un anno).

Open data

La dinamica di diffusione della pubblicazione di Open data è molto più contenuta rispetto ad altre variabili. Attualmente, infatti, sono ancora oltre un terzo del totale le amministrazioni capoluogo che non ne pubblicano. In vetta alla classifica Torino, Arezzo e Milano, mentre l’unica città del Mezzogiorno è Lecce, all’ottavo posto nella top ten.

Apertura

Tra gli indicatori monitorati in questo ambito, figura la presenza del Responsabile per la Transizione Digitale: il numero di amministrazioni capoluogo che hanno comunicato il RTD nell’ultimo anno salgono da 87 a 97. Bari guida la top ten dell’indice, seguita da Arezzo e L’Aquila. Bari e Messina (7^) sono gli unici due capoluoghi metropolitani tra i primi dieci Comuni del ranking.

WiFi Pubblico

Dopo la crescita degli ultimi anni sono solo due i capoluoghi italiani per i quali non è stata individuata l’esistenza di una rete WiFi pubblica. Firenze e Bergamo si confermano ai vertici, seguiti da Genova e Venezia. Tra le top ten prevalgono i capoluoghi metropolitani, compreso Cagliari (5^), unico meridionale. Riescono ad inserirsi Trento, Verona, e Cremona (ultima nella top 10 insieme a Bologna).

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