Abbiamo avuto un primo assaggio della smart city all’italiana, nei 38 progetti che hanno vinto il bando del MIUR (Ministero dell’istruzione, Università e Ricerca), qualche settimana fa.
Il MIUR ne farà altri nelle prossime settimane, mentre questo riguarda le Regioni del Sud Italia: i temi sono la mobilità e la logistica, la salute, l’istruzione, il governo digitale con il cloud computing, la sostenibilità ambientale ed energetica, il turismo e la cultura.
Il bando- “Smart cities & communities”- sarebbe rivolto alle Regioni dell`Obiettivo Convergenza, ma sono stati ammessi anche soggetti con sedi operative nelle Regioni Extraconvergenza (Sardegna, Abruzzo, Molise, Basilicata). A disposizione ci sono 200 milioni di euro di fondi pubblici, che finanzieranno parzialmente i progetti, con una modalità piuttosto articolata.
I vincitori sono infatti divisi in due blocchi. Il MIUR finanzierà il primo blocco di 32 progetti, le Regioni di riferimento il secondo di 6. In più, «adesso fonderemo i progetti simili, del primo blocco, ricavandone otto gruppi, per ottimizzare i costi», spiega Fabrizio Corbis, responsabile del coordinamento e lo sviluppo della ricerca MIUR. Senza raggruppamento, infatti, il totale dei progetti approvati dal MIUR costerebbe 792 milioni di euro.
Dall’idea all’implementazione
La fase successiva sarà la sperimentazione dei progetti raggruppati, nelle regioni di riferimento, coinvolgendo le aziende proponenti e le pubbliche amministrazioni interessate. Poi il MIUR trasformerà i progetti in funzioni all’interno di una cloud e le erogherà, a tutte le pubbliche amministrazioni italiane, attraverso datacenter statali (il Ministero allo Sviluppo economico sta per emanare il bando per costruirli, con 121 milioni di euro).
Alcuni esempi di progetti
Per esempio- vedendo tra i progetti vincitori del primo bando- ci troviamo progetti di telemedicina e teleassistenza per il controllo remoto di malati cronici, utilizzando anche nano-bio-tecnologie e dispositivi fotonici in fibra ottica.
Oppure smart grid: un’infrastruttura software in grado di integrare e gestire dati provenienti dalle reti interconnesse di elettricità, acqua e gas (acquisiti tramite specifici dispositivi). Per gestire anche una produzione distribuita dell’energia, da fonti rinnovabili e non.
Per la sicurezza del territorio, si parla di sistemi interoperabili per monitorare le situazioni di rischio e fare una valutazione dei danni dopo un terremoto. Altri progetti mirano a rinnovare l’istruzione tramite tablet-eReader con software non proprietario e nuovi format didattici erogati via cloud (software as a service).
Altri due bandi in vista, da 400 e 700 milioni di euro
È solo l’inizio. Il MIUR prevede di emanare a giorni un secondo bando di ricerca, per 400 milioni di euro. Mira a potenziare i distretti tecnologici esistenti creando sette cluster nazionali che aggreghino competenze pubblico-private (imprese, università e altre istituzioni di ricerca) in vari territori su predeterminate tematiche (energia, agro alimentare, aerospazio, chimica verde). E poi sarà la volta di un terzo bando, analogo al primo, ma rivolto al Centro Nord e con 700 milioni di euro di dotazione. È previsto prima della pausa estiva.
Anche i temi saranno un po’ diversi: domotica, giustizia, servizi per gli anziani, sicurezza del territorio. L’idea è sviluppare progetti complementari tra loro, con i vari bandi, perché poi tanto saranno disponibili per tutti all’interno della cloud pubblica.
Fa storia a sé un bando analogo- “Social Innovation”- con 40 milioni di euro assegnati in contemporanea con il primo bando. Era riservato ai giovani di età inferiore a 30 anni residenti in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia: riguarda lo sviluppo di idee tecnologicamente innovative per la gestione di problematiche importanti nel territorio. Quindi un concetto simile alla smart city. In ogni caso, si tratta di risorse comunitarie Fesr 2007-2013 (Fondo europeo di sviluppo regionale).