Oltre la smart city, verso la sostenibilità. È questo lo spirito con il quale è stato sviluppato il rapporto iCity Rate di FPA, presentato in anteprima in questi giorni.
Oltre alla classifica tradizionale sulle città intelligenti, stilata mettendo a confronto 106 Comuni Capoluogo su oltre 100 indicatori statistici e sette dimensioni tematiche (Economy, Living, Environment, People, Mobility, Governance e Legality), in questa edizione l’indagine si è soffermata anche sul posizionamento di ciascun Comune rispetto agli obiettivi della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile.
Così, si è cercato di misurare la distanza rispetto ai traguardi nazionali dell’Agenda 2030 ma anche quanto ciascuna città è in grado di contribuire al raggiungimento dei risultati, portando l’analisi anche sulla tipologia di sviluppo disegnata dalle politiche delle città.
La smart city non basta: si guarda anche ad altri indicatori
Già i primi numeri – il rapporto verrà presentato nella sua forma integrale i prossimi 24 e 25 ottobre in occasione della manifestazione “ICity Lab”, in programma per la prima volta a Base Milano, mostrano dati su cui riflettere: sono 4,6 milioni le persone che in Italia vivono in situazioni di povertà assoluta, mentre 15 ragazzi su 100 smettono di studiare dopo la licenza media, e ancora nel 2016 la qualità dell’aria è stata responsabile di circa 60mila morti premature e 50mila persone vivono in comuni capoluogo con elevato rischio di inondazione.
Sono situazioni che richiedono interventi migliorativi importanti per i quali indispensabile sarà l’apporto da parte delle amministrazioni locali.
Per quanto riguarda la classifica delle città, le anticipazioni ci dicono che Milano resta in testa alla classifica, seguita da Bologna, Venezia e Firenze, mentre Roma si colloca in ventunesima posizione.
A Milano si riconoscono performance per produttività, numero di imprese green, offerta di trasposto pubblico locale. Il tema dei trasporti quando si parla di mobilità sostenibile e Milano è la città con i migliori risultati in termini di offerta di posti-km TPL (Trasporto Pubblico Locale) pro-capite, grazie all’ampia diffusione di servizi quali car e bike sharing.
Men bene funzionano le cose in termini di qualità dell’aria, dove Milano è tra le città nelle quali si sono superate le soglie di PM 10, al contrario delle più virtuose Livorno, Siena, La Spezia, Bolzano, Macerata, Trapani, Sassari.
Matera, Trento, Andria, Foggia e Terni sono best performer quando si parla di riduzione di sprechi nel consumo energetico: qui non si va oltre gli 870 kwh per abitante, al contrario di Cagliari, Sassari e Oristano e Aosta che superano i oltre 1200 kwh per abitante.
Se di guarda a un’altra tematica ambientale, la raccolta differenziata, i Comuni ricicloni mandano in differenziata oltre il 70 per cento dei loro rifiuti urbani: sono Treviso, Pordenone, Mantova, Belluno e Trento. E le maglie nere, Isernia, Messina, Siracusa, Palermo e Enna, non arrivano al 10%.
A Milano la tecnologia diventa elemento di inclusività
Di Milano, la ricerca mette in evidenza come nel modello di città intelligente adottato dal capoluogo lombardo, la tecnologia diventa strumento per uno sviluppo sostenibile e inclusivo. Si parla di sharing economy con obiettivi che toccano l’occupazione, la riqualificazione urbana, l’inclusione sociale e la coesione.
Milano deve comunque lavorare sulla qualità ambientale e della legalità, intesa come sicurezza, lotta alla corruzione, efficienza del sistema di giustizia, livelli di criminalità: qui occupa infatti l’ultima posizione nella graduatoria.