Smart factory nell’automotive, Capgemini: “Entro il 2023 profitti a +160 mld $”

Secondo lo studio della multinazionale di consulenza e tecnologia ormai una grande azienda su due nel settore ha investito più di 250 milioni di dollari nelle fabbriche intelligenti. Domenico Cipollone: “Cresce più che in altri comporti la propensione a investire su industria 4.0”

Pubblicato il 08 Mag 2018

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Il settore dell’automotive è il più incline a investire nelle fabbriche intelligenti, e ha raggiunto ormai un importante livello di “maturità digitale”, che gli consente di coltivare ambizioni più alte rispetto ai benefici della quarta rivoluzione industriale rispetto al resto del manifatturiero su scala globale. E’ quanto emerge dalla ricerca “Automotive smart factories: how auto manufacturers can benefit from the digital industrial revolution”, realizzato dal Digital transformation institute di  Capgemini, multinazionale specializzata in consulenza e tecnologia.

Secondo il report grazie agli investimenti sulle smart factories l’industria automobilistica potrebbe registrare un aumento della produttività annuale pari a 160 miliardi di dollari entro il 2023: nell’arco di cinque anni dall’implementazione di una fabbrica completamente intelligente, infatti, secondo lo studio ognuno dei primi 10 produttori di auto a livello mondiale potrebbe realizzare ulteriori 4,6 miliardi di dollari o una crescita del 50% dei profitti operativi annui. Così entro il 2023 la crescita media della produttività delle smart factory nel settore automotive sarà pari al 7%, e i costruttori potranno raggiungere il pareggio di bilancio entro un anno dall’esecuzione del pieno potenziale delle stesse.

Automotive: il 24 per cento delle fabbriche sarà smart

Secondo le previsioni delle case automobilistiche, entro la fine del 2022 il 24% delle loro fabbriche sarà “intelligente”, grazie anche al fatto che circa la metà dei produttori ha già avviato progetti che vanno in questa direzione: il 46%, subito dopo il settore manifatturiero (67%) e l’aerospaziale (63%), L’automotive conquista però il primo gradino del podio, secondo i dati del Digital transformation institute, se si considerano il numero di aziende (si tratta del 49%) che hanno investito più di 250 milioni di dollari nell’implementazione di smart factories.

Tra le principali criticità che emergono dallo studio c’è il fatto che l’integrazione tra le tecnologie esistenti e quelle “smart” nel settore della produzione di automobili si sta rivelando particolarmente complicata: il 42% dei produttori di auto afferma infatti di incontrare difficoltà tecnologiche che impediscono loro di realizzare il pieno potenziale delle smart factory. Una conseguenza di questa circostanza è che le aziende che riescono a realizzare più progressi sono più invogliate a investire, e lo fanno in media tre volte di più di quelle che incontrano ostacoli di implementazione, puntando con decisione sugli advanced analytics e l’intelligenza artificiale.

Capgemini: gli OEM devono aiutare la transizione

Tra i comparti che stanno ottenendo più successi dalla smart factories ci sono i cosiddetti Oem, i produttori di apparecchiature originali (Original equipment manufacturer), con il 46%, mentre tra i produttori di auto soltanto il 32% del campione è soddisfatto dei risultati. Lo studio, si legge in una nota di Capgemini, sottolinea come gli Oem siano all’avanguardia, ma possono fare di più per supportare i fornitori nel percorso verso le fabbriche intelligenti, ad esempio a livello finanziario o lavorando a stretto contatto con i fornitori sul fronte dell’innovazione tramite startup e accademie. “Quando Oem e fornitori collaborano per creare processi per le smart factory – spiega la società – riescono a minimizzare presto i problemi rilevati nel processo produttivo”.

“La maturità digitale è la chiave per esprimere il pieno potenziale delle iniziative in ambito smart factory – sottolinea Domenico Cipollone, executive vice president, Automotive di Capgemini Italia – Il nostro studio dimostra chiaramente che le aziende del comparto dell’auto sono inclini a investire in fabbriche intelligenti e consapevoli dei benefici a lungo termine. Tuttavia, è possibile fare di più per i fornitori automobilistici attraverso l’adozione di un approccio collaborativo con gli Oem, al fine di ottimizzare tali iniziative. I prossimi anni saranno fondamentali, poiché gli Oem miglioreranno la loro maturità digitale, aumentando i benefici per l’azienda”.

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