La smart home non è più soltanto un argomento di fantascienza: molte soluzioni sono già a portata di mano, e il mercato si sta preparando a fronteggiare una richiesta progressivamente più sostenuta, con gli utenti allettati dalla possibilità di rendere più razionale l’utilizzo degli elettrodomestici risparmiando tra l’altro sui consumi energetici. Ma per fare il salto di qualità queste soluzioni e le app per controllarle hanno ancora bisogno di un passaggio che è determinante per il loro successo: la semplificazione della user experience. A ribadirlo è l’ultimo test realizzato da AppQuality sull’App che controlla un noto cronotermostato, un esempio “classico” di IoT applicato alla smart home. Nell’operazione AppQuality ha coinvolto 30 tester che hanno utilizzato un proprio device configurato ad hoc.
Alla fine dei test, durati tre giorni, sono stati segnalati in tutto 76 bug, la maggior parte dei quali “legati ad aspetti funzionali di medio/alto impatto sull’utente – spiega AppQuality – che possono talvolta impedirgli di completare correttamente un task”.
Poco più del 25% delle segnalazioni ha riguardato invece aspetti di usability: “Alcuni aspetti dell’applicazione risultavano infatti complessi e particolarmente tecnici – spiegano da AppQuality – non adatti all’utenza media di questi strumenti”.
“Quando l’utente utilizza un’app per regolare la temperatura del proprio appartamento – emerge dai risultati del test – piuttosto che per impostare il corretto ciclo della lavatrice, si aspetta di poterlo fare con le stesse modalità e con la stessa facilità/velocità con cui imposta la sveglia o con cui condivide un post. Non si aspetta di dover spendere diverso tempo per capire cosa fare. Questo, anzi, genera in lui frustrazione e quello che era stato pensato come un ulteriore vantaggio per il cliente può trasformarsi invece in un ostalo che lo porta ad abbandonare l’utilizzo del prodotto”.
La fase più critica sembra essere stata quella dell’onboarding: è infatti capitato spesso che alcuni tester abbiamo chiesto informazione, nonostante avessero a disposizione un manuale – per poter proseguire nella fase di associazione del cronotermostato alla linea wifi del proprio device. “In una situazione reale – spiega AppQuality – per riuscire ad effettuare l’operazione in autonomia, gli utenti necessiterebbero quindi di un manuale che li guidi passo-passo in questa fase, esattamente come già accade quando un utente acquista uno strumento qualsiasi per la regolazione della temperatura. Un’applicazione per il controllo da remoto dovrebbe proprio essere in grado di arginare questo grosso ostacolo e deve quindi essere pensata per far sì che anche i passaggi tecnici, spesso troppo complessi per gli utenti, possano essere eseguiti con facilità dell’utente finale”.