Pochi mesi dopo avere compiuto i vent’anni, gli Sms vedono apparire all’orizzonte qualche segnale di crisi. Secondo una ricerca della società di consulenza Informa, citata dal Financial Times, servizi come WhatsApp, la chat di Facebook e altri hanno già superato come numero di messaggi gli Short message. Nel 2012 i messaggi inviati tramite i nuovi servizi dai possessori di smartphone con un piano dati Intenet sono stati 19,1 miliardi in media al giorno, contro 17,6 miliardi di Sms.
Il sorpasso non significa che gli Sms abbiano imboccato il viale del tramonto. Secondo Informa, infatti, i ricavi e il traffico globale continueranno ad aumentare almeno fino al 2016 anche se aumenterà il divario con i messaggi gratuiti. Secondo le stime della società di ricerca, nel 2014 saranno scambiati 50 miliardi di instant message e 21 miliardi di Sms.
Come spiega Clarck Dickson, un analista di Informa, “c’è ancora molta vita per gli Sms”. In giro c’è ancora un vasto numero di consumatori, soprattutto nei mercati emergenti, che utilizza cellulari vecchio stile e quindi gli Short message. “Si tratta di consumatori che non dispongono di un piano dati – spiega -. In questo modo continua a essere presente una vasta base di utilizzatori di terminali che ritengono il messaggio di testo la migliore esperienza possibile”. Allo stesso tempo nel mondo del business l’Sms viene considerato più ‘serio’ a differenza delle chat ritenute più consumer. “Ci sono alcune tendenze – conclude l’analista – che terranno vivi gli Sms ancora per qualche anno”.
“E’ tempo per le telco di svegliarsi e affrontare la realtà”
Il segnale però è importante, tanto che un tweet della Commissaria europea per le telecomunicazioni Neelie Kroes ha fatto immediatamente il giro della rete. “Le chat apps hanno superato globalmente gli Sms. La ‘mucca da mungere’ sta morendo. E’ tempo per le telco di svegliarsi e affrontare la realtà di cosa sta succedendo nel panorama del traffico dati” ha scritto la Kroes, che forse pensa a una crescita molto veloce di WhatsApp e simili.
WhatsApp in effetti è ultimamente nel mirino di Google, vanta già oltre duecento milioni di abbonati ed è affiancato da altri nomi come Viber, Kik o il BlackBerry messenger, che in totale hanno circa 2,5 miliardi di utenti.
La crescita delle chat erode i ricavi delle telco che nel 2012, secondo i dati di una ricerca di Ovum, hanno perso 23 miliardi di euro rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda l’Italia, secondo i dati dell’Agcom nel 2011 sono stati inviati 89 miliardi di Sms. Il numero è cresciuto dell’8,8% nel primo semestre del 2012, con 48 miliardi di messaggi da gennaio a giugno. I ricavi medi per Sms sono però in flessione del 3%.