Gli attuali cambiamenti socio-demografici e ambientali pongono il settore agroalimentare di fronte a una sfida importante: quella di riuscire a “produrre di più con meno” assicurando, al tempo stesso, prodotti genuini e di qualità a una popolazione globale in crescita. L’innovazione digitale può offrire un importante contributo per la costruzione di una filiera alimentare sostenibile, ovvero quel sistema in cui la produzione, la trasformazione, la distribuzione e il consumo degli alimenti, nonché la gestione dei rifiuti, sono integrati al fine di abilitare il benessere ambientale, economico e sociale delle comunità.
Sostenibilità ambientale: l’attenzione delle Startup
Un contributo importante in questo ambito arriva dal mondo delle Startup, come emerge dallo studio condotto dall’Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano e dell’Università degli Studi di Brescia, che ha censito e analizzato 182 Startup internazionali finanziate (corrispondenti a un finanziamento complessivo di circa $ 636 MLN) che operano nel comparto dell’agroalimentare.
Assumendo che un’azienda possa sviluppare soluzioni afferenti a diversi ambiti applicativi, secondo i dati dell’Osservatorio la sostenibilità ambientale è il terzo tema per numero di Startup (10%) e finanziamenti erogati (11%). Il Nord America si conferma capofila (78% dei $ 65 MLN totali), seguito dall’Europa con un’incidenza del 18%.
Sostenibilità: focus per le Startup italiane
Rispetto alla sostenibilità alimentare, emerge il ruolo non marginale dell’Italia, che conta il 10% del finanziamento globale. Le Startup italiane, del resto, dedicano grande attenzione al tema: rispetto a tutti gli ambiti applicativi individuati nello studio, il 50% dei contributi nel nostro Paese è raccolto proprio dalle realtà che operano in questo campo. Sono italiane due delle Startup “top 5” che coprono l’87% dei finanziamenti raccolti a livello internazionale: Gaiag e Watly. La prima sviluppa soluzioni IoT per il miglioramento delle rese e la gestione efficiente dei processi in viticoltura, con evidenti benefici in termini ambientali. Watly offre invece un sistema “smart” di depurazione della risorsa idrica attraverso l’utilizzo dell’energia solare.
Big data e Internet of Things per la sostenibilità
Considerando che una soluzione può integrare più tecnologie, sono tre le macro-categorie che emergono:
- Big Data (45%)
- Software (19%)
- Internet of Things (17%)
Spiccano dunque tra le tecnologie abilitanti i Data/Big Data, rivelando il loro impatto strategico sulla sostenibilità ambientale. Un esempio in questo campo è rappresentato da AquaCloud, Startup americana che ha sviluppato un sistema per il monitoraggio dell’acqua in acquacoltura e agricoltura, basato su Big Data e Piattaforma Cloud.
Soluzioni digitali contro lo spreco di cibo
La prevenzione degli sprechi e la gestione delle eccedenze è un tema di grande attenzione nell’ambito della sostenibilità alimentare. Basti pensare che in Italia ogni anno vengono sprecate 5,1 milioni di tonnellate di cibo: una quantità che rappresenta il 15% dei consumi annui alimentari e il 91% dell’eccedenze alimentari. Lo spreco alimentare viene generato in parte dalla filiera (53%) e in parte dai consumatori finali (47%). A subirne i danni sono senz’altro l’ambiente (13 milioni di tonnellate di CO2 EQ emesse/anno per cibo eliminato) e le persone più bisognose della nostra società (1,5 milioni di famiglie in povertà assoluta). A ciò si aggiunge che lo spreco ci costa molto: 12,6 miliardi di € all’anno*.
Le Startup stanno dimostrando come l’innovazione digitale possa contribuire nell’offrire soluzioni dedicate, agendo – secondo i dati della mappatura – in particolare nelle fasi di distribuzione e consumo. Si tratta, in particolare, di piattaforme che agevolano la vendita, e in alcuni casi la donazione, di alimenti “a rischio spreco” perché prossimi alla data di scadenza, con piccoli difetti estetici o nel packaging ecc. La francese OptiMiam, ad esempio, grazie a un’app mobile connette negozianti e consumatori per favorire la vendita di eccedenze di cibi freschi, mentre Hungry Harvest (USA) permette ai consumatori di acquistare “box” di prodotti ortofrutticoli in eccedenza, selezionati e raccolti dagli agricoltori locali direttamente dalla Startup. Non mancano esempi di innovazione Made in Italy, come MyFoody e Last Minute Sotto Casa, piattaforme che consentono ai consumatori di visualizzare le offerte “last minute” dei supermercati e dei negozianti rispetto ai prodotti in eccedenza.
*Fonte: Garrone P., Melacini M., Perego A., 2015, Surplus food management against food waste. Il recupero delle eccedenze alimentari. Dalle parole ai fatti, La Fabbrica, Milano.
* Chiara Corbo, Giulia Bartezzaghi
Osservatori Food Sustainability e Smart AgriFood, School of Management del Politecnico di Milano
Illustrazione fornita da Shutterstock