Le Start up sono laboratori sperimentali di nuovi modelli di business e soluzioni innovative, realtà agili e flessibili capaci di portare nuove competenze in contesti già strutturati. Su di loro si focalizza l’attenzione dei media, ma soprattutto di investitori istituzionali e professionali che, allocando in esse risorse spesso ingenti, lasciano un’impronta non trascurabile sul mercato.
Forte di tali considerazioni, e con l’obiettivo di fornire un quadro dei trend dell’innovazione digitale che le Startup stanno contribuendo a disegnare, l’Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano e dell’Università degli Studi di Brescia ha realizzato una ricerca “ad hoc”, i cui risultati sono stati presentati il 17 febbraio scorso durante il workshop “La spinta innovativa delle Startup AgriFood”.
Il censimento delle Start up Agrifood
Attraverso un censimento delle Start up che, a livello nazionale ed internazionale, operano nel comparto agroalimentare, l’Osservatorio ha identificato 182 Startup internazionali finanziate (corrispondenti a un finanziamento complessivo di circa $ 636 MLN), sulle quali ha realizzato alcune analisi specifiche.
Start up: Italia non marginale
Se si può quasi considerare scontata la predominanza statunitense nel contesto internazionale (47%), stupisce invece positivamente il posizionamento italiano: l’11% delle Startup analizzate ha sede in Italia. Il Bel Paese, che in settori come Turismo e Finance si trova a rincorrere lo stato dell’arte internazionale, gioca un ruolo importante nell’innovazione digitale del settore agroalimentare.
Agricoltura di precisione e qualità alimentare, i focus delle start up
Considerando che un’unica realtà può dedicarsi a più di un ambito applicativo, emerge chiaramente che il tema più esplorato dalle Start up, e a cui corrisponde la maggior parte dei finanziamenti erogati, è l’Agricoltura di precisione (45% del numero startup, 37% dei finanziamenti).
Esempi di innovazione “Made in Italy” su questo fronte sono rappresentati da Omica (integrazione di sensori, immagini satellitari e piattaforme a supporto degli agricoltori) ed Elaisian (soluzioni specifiche per il settore olivicolo).
A seguire, la Qualità alimentare (25% del numero startup, 34% dei finanziamenti). L’interesse che questo tema riscuote internazionalmente non è un dato trascurabile per il nostro Sistema Paese, i cui prodotti di qualità ne costituiscono un riconosciuto vantaggio competitivo. L’investimento internazionale in questa direzione ci impone un’ulteriore attenzione per questo ambito, al fine di mantenere un livello di eccellenza capace di caratterizzarci sul mercato.
Nel nostro Paese non mancano comunque validi esempi di innovazione, come nel caso di XNext, che utilizza i raggi X per la verifica della qualità degli alimenti.
IoT, Connettività, Big Data tra le tecnologie abilitanti
Assumendo che una soluzione possa integrare più tecnologie, spiccano chiaramente tre macro-categorie:
- Piattaforma software (90%)
- Data/Big Data (59%)
- IoT (38%)
La prima categoria – ormai scontata in un contesto di innovazione digitale – è accompagnata dall’Internet of Things (sensoristica, connettività, etc.) e costituisce la base di una solida soluzione tecnologica. Risulta, invece, molto interessante il ruolo chiave che i Big Data stanno assumendo anche in questo settore, rivelandosi fondamentali sia per attori a monte che a valle della filiera, ma soprattutto per l’integrazione efficiente tra questi.
di Maria Pavesi, Chiara Corbo, Giulia Bartezzaghi
Osservatorio Smart AgriFood (Politecnico di Milano, Università degli Studi di Brescia)
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