Startup: internazionalizzazione e open innovation per l’Industria 4.0

I dati dell’Osservatorio Startup Hi-Tech del Politecnico di Milano sull’ecosistema delle startup italiane hitech: sono in calo gli investimenti formali, ma il mercato è in crescita grazie a finanziamenti esteri, Business Angel Network e Crowdfunding

Pubblicato il 05 Dic 2017

startuppoli2017

Arrivano dall’Osservatorio Startup Hi-Tech, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con Italia Startup, associazione no profit dedicata alle startup italiane, i risultati della ricerca sullo stato delle startup italiane legate a progetti di Industria 4.0. Se da una parte il 2017 ha registrato alcuni segnali negativi, tra cui la riduzione degli investimenti da parte degli attori formali, dall’altra sono però emersi anche fattori positivi, come la propensione delle imprese italiane all’internazionalizzazione e all’aumento del peso degli attori esteri. Antonio Ghezzi, Direttore dell’Osservatorio Startup Hi-tech del Politecnico di Milano, osserva che nel 2017 gli investimenti in Equity di startup hi-tech registrano un +20% rispetto all’anno precedente, salendo a quota 261 milioni di euro. Sono in calo del 21% gli investimenti formali, al contrario di quelli informali, che segnano un +11%, sorpasso guidato dalle componenti degli Angel Network e dei Business Angel indipendenti, oltre che dalla forte crescita dell’Equity Crowfunding.

Il ruolo fondamentale dell’Open Innovation

Per Raffaello Balocco, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Startup Hitech, in Italia ci sono molti potenziali Angel probabilmente interessati a investire in startup hitech. Ma il dato più interessante riguarda il decollo degli investimenti da parte degli attori internazionali, raddoppiati rispetto al 2016: un successo limitato dal ritardo italiano rispetto a sistemi analoghi come quelli francesi e tedeschi. Secondo Federico Barilli, Segretario Generale di Italia Startup, è necessario coinvolgere «il mondo industriale italiano, secondo modelli di open innovation e corporate venture, quindi in logica non speculativa ma […] industriale».

Distretti industriali e startup

I maggiori investimenti provengono da USA e Regno Unito. Per quanto riguarda gli investimenti italiani rivolti a startup straniere, la cifra ammonta a 65,8 milioni. Ma quali sono le ragioni che guidano le startup italiane nella scelta di localizzazione dell’impresa? Sistema a supporto delle startup (il fattore più rilevante al Nord e al Centro), vicinanza culturale del mercato, presenza di aziende o distretti industriali a favore delle attività delle startup. Per quanto riguarda il Sud, le motivazioni principali sono rappresentate dagli incentivi conferiti ad autorità pubbliche e dalla dimensione del mercato. I maggiori clienti internazionali delle startup italiane sono concentrati in Europa. Il 78% delle imprese sta progettando di espandersi all’estero entro il prossimo anno.

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