La guerra dei prezzi non fa bene al mercato delle telecomunicazioni nel nostro Paese: il comparto Telco nel 2019 risulta infatti in contrazione del 3 per cento rispetto all’anno precedente e si avvicina a un valore complessivo di 30 miliardi di euro, dai 31,4 miliardi del 2018.
Sono questi i dati salienti annunciati ieri in occasione di Telco per l’Italia – 360 Summit, l’evento che si è svolto a Roma e che ha visto un confronto tra il mondo politico-istituzionale, accademico e imprenditoriale e i vertici delle imprese di telecomunicazioni.
Come ha spiegato Andrea Rangone, CEO di Digital360, “a pesare sul comparto è la contrazione dei ricavi da servizi mobili, mentre cresce bene la penetrazione di linee ad alta velocità fisse e mobili e l’introduzione del 5G in Italia, tanto che su questo fronte il nostro Paese risulta all’avanguardia e si colloca al terzo sposto in Europa per numero di sperimentazioni e per numero di città abilitate: a oggi si parla di 150 servizi in sperimentazione in 10 città”.
Le Telco devono poter investire e sperimentare
C’è un vulnus sul quale Rangone pone l’accento: quello delle Telco è un settore strategico per lo sviluppo economico dell’Italia, ma deve essere messo nelle condizioni di poter investire e di poter sperimentare per poter realizzare l’infrastruttura dello sviluppo digitale del Paese.
Per altro, proprio dai ricavi derivanti dai servizi 5G offerti per il mondo delle imprese – con applicazioni in ambito smart city, auto connesse, realtà aumentata e virtuale, Industria 4.0, Intelligenza Artificiale, Blockchain, Big Data, Cloud, E-Health, trasporti – si fa conto nell’immaginare il futuro di settore, che in 10 anni ha perso il 30% dei ricavi.
Dai servizi basati sulle nuove reti potrebbe arrivare un contributo pari anche all’1% del PIL.