Internet è diventato un segmento fondamentale della nostra quotidianità che influenza le nostre scelte in materia di acquisti, ma non solo… Per far tornare a crescere il nostro Paese, dobbiamo avere, tutti insieme, la forza e la capacità di esplorare nuovi orizzonti, modificare profondamente il nostro modo di lavorare e il nostro modo di essere consumatori.
La Germania si è posta il problema ben prima di noi e ha elaborato, con l’aiuto delle sue principali aziende e centri di ricerca, un piano “Industria 4.0”. È nato, così, un rapporto virtuoso, fatto di incentivi e produttività, tra manifatture tradizionali e robotica, Internet delle cose, nano tecnologie, biotecnologie, meccatronica e scienze mediche. È un piano che non riguarda solo le grandi aziende o nicchie di mercato ma tutto il mercato del lavoro, qualsiasi grandezza e ordine del processo produttivo, la formazione universitaria, la ricerca e gli investimenti pubblici e privati.
Il Boston Consulting Group ha valutato in uno studio condotto di recente l’impatto dell’Industria 4.0 in Germania: entro il 2025 la robotizzazione e l’aumento di produttività faranno sparire 600mila posti di lavoro, ma ne creeranno 950mila meglio pagati, con un saldo netto di 350 mila nuovi posti di lavoro e una crescita addizionale dell’1% del Prodotto Interno Lordo (PIL) ogni anno.
Appare, quindi, chiaro che se non si investe ora in produttività, sviluppo e competitività, il destino è segnato.
La Legge di Stabilità ha messo a disposizione 13 miliardi per iniziare il percorso di Industry 4.0 in Italia. Il nostro Paese ha tutte le potenzialità per essere uno dei primi volani di questa innovazione, iniziando da subito quei processi di ricerca, sviluppo e innovazione capaci di produrre nuova occupazione di qualità in tempi favorevoli, guidare il cambiamento, prevenendo ed evitando emorragie di lavoratori meno qualificati. Si tratta di un processo corale, che deve necessariamente coinvolgere chi pianifica (come politica e amministrazione) e chi necessita di poche buone norme efficaci per lavorare al meglio e progettare l’industria del futuro.
Il prossimo 20 gennaio avrà luogo a Terni, presso il CAOS (Centro Arti Opificio Siri), alle 16.45 un convegno che ospiterà un parterre di relatori coerentemente scelti secondo questa impostazione grazie alla preziosissima collaborazione di istituzioni, mondo dell’impresa e mondo del lavoro.
Il “panel economico”, avrà il compito di per mettere in luce gli aspetti economici, industriali, pratici, applicativi, e ovviamente gli elementi da migliorare, dell’approccio Industria 4.0, all’interno di uno scambio di esperienze tra Italia e Germania.
Il dibattito sarà moderato dal Prof. Luca Ferrucci dell’Università di Perugia, Docente di Economia e Gestione delle Imprese e vedrà la partecipazione di Domenico Arcuri (Amministratore Delegato di Invitalia), Gerhard Dambach (Amministratore Delegato di Bosch), Federico Golla (Presidente di Siemens), Alessio Gramolati (Responsabile del coordinamento delle politiche industriali della CGIL) e Massimo Temporelli (fondatore di The FabLab Milano e divulgatore scientifico).
Seguirà il “panel istituzionale”, che sarà composto dalla Ministra Plenipotenziaria dell’Ambasciata Tedesca in Italia Irmgard Maria Fellner, dal Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Marco Gay e dalla Vicepresidente della Camera, On. Maria Sereni. Questi ultimi avranno il compito di “rispondere” al primo panel, dando indicazione su come le istituzioni rispondono alle necessità delle aziende e definendo quale deve essere la miglior cornice istituzionale, quella favorevole al definitivo sviluppo dell’Industria 4.0.
Qui trovate maggiori informazioni sull’evento.
18 Gennaio 2017
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