Fornire alla PA i servizi di nuova generazione legati ai progetti di smart city, come quelli per la pubblica sicurezza, la gestione delle flotte di mezzi pubblici e l’erogazione dei relativi informativi. Ma anche favorire lo sviluppo di soluzioni di telesorveglianza e realtà virtuale in ampie zone del territorio, a supporto del turismo, e offrire al settore manifatturiero una rete efficiente per cavalcare la rivoluzione dell’industry 4.0. I pilastri dell’accordo siglato dalla Repubblica di San Marino e da Tim, che punta a fare dello Stato situato nel cuore del Centro-Nord italiano il primo Paese 5G d’Europa, rendono l’idea del potenziale di sviluppo offerto dalla nuove reti di telecomunicazioni mobile, tanto al settore pubblico quanto alla Pubblica amministrazione.
Non stupisce che le telco di tutto il mondo, ma anche gli stakeholder, fatichino a definire le reti 5G una semplice evoluzione delle tecnologie precedenti, preferendo piuttosto definizioni più disruptive. Del resto, la promessa di trasferimenti dati 100 volte più veloci rispetto a quelli possibili oggi, del quasi azzeramento della latenza e della possibilità di gestire un volume di informazioni difficilmente quantificabile apre prospettive di crescita tecnologica fino a poco tempo fa impensabili. Non si tratta più solo di garantire una rapida navigazione dallo smartphone, ma di consentire lo sviluppo di prodotti e servizi basati sulle tecnologie di IoT in grado di trasformare interi settori. L’automotive, le città intelligenti, la sanità, le smart home e l’industria saranno travolte infatti da una potenza di connettività senza precedenti, che genererà dati che varranno oro per le strategie digitali, destinata a fungere da fattore abilitante della trasformazione di mercati tradizionali e della creazione di nuovi settori. Una sfida che vedrà le compagnie di telecomunicazioni obbligate a spingere l’acceleratore sugli investimenti, con un focus particolare sull’efficienza e la sicurezza delle reti del futuro.
San Marino in anticipo sui piani UE: nel 2018 la prima sperimentazione 5G
Proprio questi due elementi sono al centro dell’intesa siglata da Tim e da San Marino. La Repubblica, sfruttando naturalmente anche le proprie dimensioni, punta a bruciare sul tempo i grandi Paesi all’avanguardia sulle nuove reti come il Giappone e la Corea del Sud. Già nel corso di quest’anno il gruppo italiano aggiornerà al 4.5G i siti mobili della propria rete sul territorio, anticipando alcune caratteristiche del 5G ed introducendo le cosiddette “small cell”, cioè le antenne di piccole dimensioni e bassa potenza con limitato impatto ambientale. Il piano tecnologico, spiega una nota, prevede il raddoppio dei siti mobili esistenti e l’installazione di alcune decine di queste celle innovative collegate in fibra ottica e dislocate sull’intero territorio sammarinese. Interventi che consentiranno di avviare già entro il 2018 la prima sperimentazione in ambito nazionale della tecnologia 5G introducendo sui siti mobili e sulle small cell le frequenze aggiuntive dedicate alla nuova interfaccia radio 5G. L’obiettivo dichiarato è anticipare in modo netto la scadenza del 2020 prevista dall’Unione europea.
“Siamo estremamente soddisfatti e felici che Tim abbia scelto la Repubblica di San Marino quale primo Paese al mondo per la sperimentazione di una tecnologia innovativa quale quella 5G, legata alla rete mobile – commenta Andrea Zafferani, Segretario di Stato all’Industria con delega alle Telecomunicazioni –. I servizi e le applicazioni che deriveranno dall’introduzione del 5G non potranno che favorire, in un immediato futuro, il mondo produttivo e la collettività sammarinese”. La firma dell’accordo, spiega Giovanni Ferigo, Direttore Technology di Tim, segna un passo in avanti importante nei piani 5G di Tim: “Quando parliamo di big data, di digital identity e di Internet of Things siamo consapevoli che alla base di tutto questo c’è sempre la qualità e la velocità delle reti – sottolinea il manager -. Abbiamo il privilegio di essere l’azienda trainante per lo sviluppo della cultura digitale e oggi questo accordo aggiunge un altro importante tassello alla nostra strategia”.
Il progetto di Tim è naturalmente di buon auspicio anche per il nostro Paese, dove i tre grandi operatori (Tim, Vodafone e Wind Tre) e altre compagnie hanno da qualche mese innescato una vera e propria gara per connettere le grandi città italiane al 5G e inaugurare così la nuova era mobile dell’Italia. Un processo di trasformazione digitale delle infrastrutture di telecomunicazioni che ha avuto un impulso decisivo dall’azione del Ministero dello Sviluppo economico, e in particolare del Sottosegretario con delega alle Comunicazioni Antonello Giacomelli. Uno degli aspetti su cui si giocherà la partita è la disponibilità delle bande di frequenza, che passerà dal processo di liberazione delle 700 MHz e dall’assegnazione eventuale delle bande superiori. Sotto questo punto di vista il Mise e l’Autorità garante per le comunicazioni hanno mostrato una vivacità che fa ben sperare.