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TIM: «Un nuovo modello tariffario e soluzioni per il controllo di costi, traffico e dispositivi»

È il cuore della strategia mobile enterprise di Telecom Italia. «Lavoriamo a servizi che permettano di monitorare il consumo dei vari device anche sulle app. Così potremo davvero diffondere lo smartphone su tutta la popolazione aziendale», ci spiega Giancarlo Sarti, responsabile Offerta Mobile-Marketing Business. «Inoltre puntiamo a sviluppare il mercato PMI, per esempio con i servizi di gestione catalogo e clienti»

Pubblicato il 15 Lug 2015

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Giancarlo Sarti, responsabile Offerta Mobile-Marketing Business di Telecom Italia

Il mercato Mobile Enterprise in Italia è oramai una solida realtà che vale due miliardi di euro, in continua crescita. Mobile4innovation ha quindi intrapreso una rassegna di interviste con gli operatori italiani di telefonia mobile per fare il punto sulla loro strategia verso le aziende. Dopo Vodafone e Wind, oggi è il turno di Telecom Italia/TIM: ne abbiamo parlato con Giancarlo Sarti, responsabile Offerta Mobile-Marketing Business.

Che cosa contraddistingue la vostra strategia sul mondo mobile enterprise?

Distinguiamo tra due aspetti: tariffe e servizi. Sul primo punto, siamo passati da un sistema di offerta con bundle all inclusive (prodotto e servizi) a un modello componibile. La pratica commerciale precedente – con il sussidio del terminale – era nata in un contesto economico e di mercato diverso da quello attuale.

La vecchia pratica non era più sostenibile…

Non è solo questo. Togliendo il terminale dal costo totale, diamo alle aziende una leva in più per ridurre la spesa. Questa strategia l’abbiamo inaugurata due anni fa e ora si è affermata in tutto il mercato. Altra novità tariffaria è che ora il mondo enterprise gode di sconti rispetto al prezzo base componibile. Prima invece le grandi aziende avevano tariffe personalizzate sulle diverse direttrici di traffico. Il processo tipico del segmento consumer ha investito anche il modello tariffario enterprise.

Sui servizi invece quali novità arrivano dalla vostra strategia?

Ci preme promuovere il concetto di uso consapevole, cosa che nell’industria a volte non si fa. Mi spiego: siamo tutti consapevoli di cosa sia un minuto di telefonata, mentre è difficile avere contezza dei MB consumati dalle applicazioni. Stiamo lavorando quindi a servizi che permettano di monitorare, a livello di server aziendale, il traffico dei diversi dispositivi ed eventualmente fare scattare alert. L’Azienda continua a investire miliardi di euro per portare la banda ultralarga in mobilità; le risorse sono scarse e preziose. L’uso consapevole dei dati è uno strumento per consentire un adeguato ritorno degli investimenti.

Quindi una forte focalizzazione su costi e consumi…

Può sembrare poco affascinante, ma è un punto molto importante per il business. Solo così potremo davvero diffondere lo smartphone su tutta la popolazione aziendale. Al momento il percorso è a meno della metà. Ci sono tanti dipendenti dotati, ancora, di dispositivi che non sono smartphone. Il sistema di controllo sui costi è un giusto incentivo per diffondere il mobile internet in azienda. A questo proposito abbiamo anche avviato un programma in ottica BYOD (bring your own device). Le aziende sono disposte a spendere 50 euro, nel 90 per cento dei casi, per i dispositivi dei dipendenti. Il programma dà un voucher di 50 euro al dipendente, che può usarlo per acquistare autonomamente sul portale Telecom Italia un dispositivo migliore (ovviamente pagando la differenza con la propria carta di credito, ndr). Lavoriamo anche a voucher associati a convenzioni aziendali. Per esempio, un dipendente con la convenzione può avere almeno un GB di traffico in più sulle nostre SIM. C’è un po’ un ritorno ai basics dell’industria, perché è in questo che ci sono gli aspetti di business più importanti. Ma consideri anche che nel nostro sistema di cloud abbiamo circa 50 partnership con società di software per il mondo business. Le applicazioni più diffuse sono il mobile device management e il mobile application management.

Non crede che anche i servizi evoluti di mobile enterprise potranno diventare importanti?

Sì, in futuro sì. Ma i sistemi per le grandi aziende – Sales Force Automation e Workforce Management – sono già affermati. La novità degli ultimi tempi è solo che queste soluzioni sono diventate mobili e via app. Tutto ciò ci porta traffico aggiuntivo in quanto reseller delle soluzioni. È altrove che possiamo avere un ruolo più importante.

E in quali ambiti?

Ora c’è bisogno di sviluppare maggiormente il mercato delle PMI, tramite il digitale. Un esempio sono i servizi di gestione catalogo e clienti, con metodiche social e geo-referenziate. È un’innovazione che può trovare spazio nel micro business, un mercato mai toccato da soluzioni di Sales Force Automation. Con il vantaggio anche di sfruttare logiche social ormai affermate nel mondo consumer. Ci sono opportunità per fare qualcosa di interessante in questo ambito con i nostri partner.

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