Garantire la Business Continuity nei momenti critici non significa soltanto assicurare la piena funzionalità di macchine e infrastrutture, ma anche avere la certezza che dipendenti e collaboratori siano correttamente formati e possano operare nelle migliori condizioni a tutela della propria e dell’altrui sicurezza.
Sono principi universali, che hanno tuttavia assunto un significato ancora più importante nei mesi scorsi durante le fasi più critiche della pandemia da COVID-19 e successivamente nelle Fasi 2 e 3 del post lockdown.
In questo scenario, alcune applicazioni, sviluppate per rispondere alle esigenze delle aziende in tempi di normale operatività, si sono rivelate invece preziose alleate per garantire una ripresa sicura nel cosiddetto New Normal.
Garantire la sicurezza con il microlearning
Ne sa qualcosa TopNetwork, IT provider italiano con sede principale a Roma, che ha potuto offrire ai propri clienti e al proprio mercato di riferimento due declinazioni specifiche di due soluzioni che da tempo fanno parte del suo portafoglio.
“La prima – spiega Massimiliano Dionisi, account manager della società, è BitLearn, una piattaforma di microlearning progettata con il triplice scopo informativo, formativo e di valutazione, basata sui paradigmi della gamification”.
BitLearn è stata sviluppata con il preciso obiettivo di ottimizzare l’apprendimento mediante metodologie e strumenti che massimizzano l’attenzione e il coinvolgimento degli utenti, con video multimediali, infografiche e contenuti “leggeri”, studiati per trasferire le informazioni opportune.
“Abbiamo pensato di utilizzare questa piattaforma per supportare le imprese nel trasferire le informazioni corrette ai dipendenti che nelle Fasi 2, 3 e successive rientravano negli spazi lavorativi aziendali. La necessità era quella di trasferire una serie di nozioni indispensabili – prosegue ancora Dionisi – e per questo abbiamo predisposto su BitLearn due pacchetti di domande: uno per l’accesso agli uffici e l’altro per le norme di comportamento. Il risultato è che in 5-6 minuti dipendenti e collaboratori hanno appreso le informazioni indispensabili per operare in sicurezza, mantenendo i corretti distanziamenti e seguendo le procedure richieste dai protocolli”.
Il punto di forza della soluzione è che, acquisita per far fronte all’emergenza, in realtà resta a disposizione delle stesse aziende che la hanno acquistata ed è fruibile per altri obiettivi e contenuti.
“Tramite l’ambiente di backend di BitLearn è possibile inserire altri pacchetti domande e contenuti multimediali rendendo la piattaforma fruibile per altre esigenze”.
Nel manifatturiero, ad esempio, una soluzione come BitLearn consente di ottemperare a quanto richiesto nell’ambito della formazione obbligatoria dei lavoratori occasionali all’interno di impianti a rischio: “È una valida alternativa al manualetto o alla mail che poi magari nessuno legge”.
Il social distancing secondo TopNetwork
La seconda soluzione si chiama invece TnWorkspace ed è una piattaforma per la gestione degli spazi negli uffici, dai desk alle sale riunioni, ai parcheggi, inclusi servizi aggiuntivi come catering o proiettori.
“Con TNWorkspace è possibile configurare gli spazi e gli accessi alle sale in funzione del numero di persone e in funzione del distanziamento richiesto dai protocolli”:
In base alle norme di distanziamento, il sistema presenta una mappa grafica con l’indicazione dei posti disponibili e del livello di occupazione ed è in grado di farlo sia a livello di singolo piano, sia su un intero edificio, razionalizzando anche aspetti solo apparentemente secondari come l’utilizzo degli ascensori.
“Entrambe le piattaforme – spiega Dionisi – sono sviluppate su un ambiente di back-end web-based e un front end web/mobile. Sono soluzioni altamente configurabili e personalizzabili”.
Focus sui Digital Twin
Se BitLearn e TNWorkspace sono due piattaforme esistenti e ampiamente adottate dai clienti di TopNetwork, c’è un altro ambito sul quale la società sta investendo con interessanti attività di ricerca e sviluppo: il mondo dei Digital Twin.
“Proprio durante l’emergenza da COVID-19 – spiega Alberto Ferraiuolo, responsabile della divisione Ricerca e Sviluppo nella società – il Digital Twin ha avuto un ruolo importante come tecnologia in grado di garantire l’operatività delle imprese anche durante il lockdown”.
In realtà, sempre secondo Ferraiuolo, a decretare il “successo” dei Digital Twin più che l’emergenza hanno contribuito due fattori prettamente tecnologici: da un lato la disponibilità di sensoristica, con ordini di grandezza non certo paragonabili a quelli di qualche anno fa.
“Oggi, che si parli di impianti, di macchinari o di attrezzature, assistiamo all’integrazione massiva di sensori che producono tutti i dati che servono per alimentare il gemello digitale, mettendolo nella condizione di simulare il suo gemello fisico”.
Dall’altro – ed è questo il secondo fattore cui si riferisce Ferraiuolo -, la disponibilità di algoritmi di intelligenza artificiale.
“L’unione dei dati provenienti dai sensori e degli algoritmi di Intelligenza Artificiale apre la strada, ad esempio, alle applicazioni di manutenzione remota e ancora di più di predictive maintenance”.
L’aspetto interessante è che la ricerca non guarda solo al mondo industriale manifatturiero, ma si allarga ad altri contesti.
“Per me è davvero interessante pensare al Digital Twin applicato al mondo sanitario: così come si può fare il gemello digitale di un impianto o di elettrodomestico, si può pensare al gemello digitale di una persona o di un organo. Se pensiamo che anche in ambito medico si lavora molto sulla sensoristica per rilevare molti para parametri di diverso tipo, un gemello digitale potrebbe consentire agli specialisti di capire l’evoluzione di una patologia, aprendo la strada alle simulazioni e alle previsioni, in modalità meno invasive rispetto all’approccio tradizionale”.
Se il mondo della sanità può parere futuribile, più concreta e realistica è l’applicazione del modello Digital Twin alle Smart City.
“Lo stanno già facendo città come Singapore o New York: si tratta di progetti complessi, anche perché il numero di parametri da prendere in considerazione è molto elevato, ma aprono la strada all’adozione di modelli previsionali applicati al traffico, alla mobilità e al trasporto pubblico”.
Il Living Iot
Un ulteriore ambito sul quale si concentra l’attività di ricerca e sviluppo di TopNetwork è rappresentato da quello che la società definisce “Living IoT”.
“Si tratta di un progetto cofinanziato dal MISE, basato sull’Internet of Things. Intorno all’IoT cerchiamo di realizzare degli Smart Environment, ovvero sistemi che acquisiscono conoscenza su un ambiente, che sia una casa o un ambito agricolo e poi vi si adattano automaticamente per dare la migliore experience a chi lo abita, che sia una famiglia o un agricoltore”.
Si parla dunque di Smart Home, Smart Building, Smart Health, Smart City, Smart Agricolture, con focus che prendono in considerazione anche i soggetti più fragili.
Il tutto facendo leva sia su architetture del Cloud, sia su strutture intermedie come il Fog Computing o l’edge, sia ancora – va da sé – sull’Intelligenza Artificiale.
Vanno in questa stessa direzione anche le sperimentazioni che TopNetwork sta portando avanti nell’ambito della Computer Vision, ovvero della capacità di analizzare e interpretare le immagini video.
“In ambito domestico pensiamo alla Computer Vision per il monitoraggio dei pazienti fragili, sia all’interno delle strutture sanitarie sia nelle loro case. In ambito Smart City, una declinazione interessante è rappresentata dalle pensiline intelligenti, dotate non solo di connessione WiFi ma anche di telecamere intelligenti che comunicano con la piattaforma IoT e monitorano sia i flussi di passeggeri sia i comportamenti”.
Verso la Smart Agricolture
Con le sue soluzioni TopNetwork indirizza in primis il mercato del manifatturiero, il mondo dell’oil&gas, il retail, le società di servizi, la pubblica amministrazione, il mondo dei trasporti, con soluzioni di Computer Vision applicate all’ambito della sicurezza sia dei passeggeri, sia dei guidatori .
“Ci piacerebbe indirizzare in modo più strutturato il mondo dell’Agricoltura. Le nostre soluzioni trovano applicazione in diversi ambiti, ma abbiamo alcune sperimentazioni in corso nel vitivinicolo. Nella produzione in cantina, sono previsti processi in botte e in serbatoi piuttosto complicati da gestire e da controllare e nei quali entrano in gioco moltissimi parametri dai quali dipende la qualità del vino e il rispetto dei disciplinari. L’idea è quella di realizzare delle botti intelligenti che raccolgano dati buoni e in quantità sufficiente per alimentare algoritmi di intelligenza artificiale. Stiamo pensando, in sintesi estrema, a una sorta di Digital Twin della botte, per cominciare a lavorare in logiche condition based”.