Sono ben 15, e in tutto il mondo, le start-up tecnologiche su cui Toyota va investendo attraverso un fondo da 310 milioni di dollari circa lanciato ad hoc oltre 14 mesi fa: come evidenzia Kana Inagaki su Food4Brains.com, si tratta di una vera e propria cesura rispetto alla politica d’investimenti del colosso giapponese, tradizionalmente prudente, e che è indicativa dello sforzo di cavalcare i nuovi trend delle connected car e della robotica.
La particolare (e insolita) attenzione dedicata alle aziende tecnologiche – che vanno dal car sharing alle antenne satellitari piatte fino ai robot domestici – rispecchia anche l’urgente volontà dimostrata da Akio Toyoda, amministratore delegato del gruppo nipponico, nel tenere il passo con l’innovazione nell’ambito delle self-driving car e nel rispondere alle incursioni nell’automotive effettuate da parte di gruppi tech rivali come Google.
Il fondo di 35,1 miliardi di yen (pari appunto a 310 milioni di dollari circa) conta 19 investitori, ognuno dei quali ha versato in media tra i 5 e i 10 milioni di dollari in nuove società hi-tech e di servizi a elevata innovazione. Tra queste, l’azienda di car sharing Getaround, che ha sede a San Francisco; UIEvolution, una società statunitense che produce software per le connected car; Groove X, una start-up giapponese lanciato dal developer di Pepper, il robot da compagnia di SoftBank. Tutta una serie di case automobilistiche – tra cui General Motors e Volkswagen – si va sempre più interessando, del resto, allo sviluppo dei car service, come per esempio i sistemi di prenotazione dei viaggi on demand o quelli di car-sharing, in risposta al rischio di riduzione delle vendite di veicoli di proprietà.
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